Praticare trail running vs. essere un trail runner

Io di sport ne ho praticati molti, se non molti perlomeno abbastanza. Dal calcio (non ho mai capito perché facessi il terzino sinistro, visto che non ero sinistro) alla pallavolo, dal beach volley al tennis, dallo squash all’arrampicata, dal running al ciclismo. Inutile dire che per ciascuno di questi sport ho sempre acquistato tutta l’attrezzatura, nonché l’outfit adeguato (non vorrai mica giocare a beach volley con una maglietta da running eh? EH?) ma questa è un’altra storia.

Però non mi sono mai sentito un tennista; né tantomeno un terzino sinistro, e non solo perché ero destro.

Eppure oggi io non faccio trail running: io mi sento un trail runner. E ho capito che è una questione quasi esclusivamente di approccio e di testa, che non ha nulla a che vedere con quanto io sia bravo o meno (meno) in quello sport. È qualcosa che ti permea anche quando non stai facendo quella cosa lì, qualcosa che fa parte di te. Sì ok ma quindi ti senti un trail runner, che significa? Significa che quando vado in giro – ovunque – penso sempre: ma qui ci potrebbe stare un bel trail? Il tracciato è troppo tecnico? È troppo poco tecnico? Dove potrebbero stare i ristori? Eccetera.
E non posso farne a meno (e va bene così).

Quest’estate ho fatto un trekking di 11 giorni intorno al Monte Bianco: Italia > Svizzera > Francia > Italia. Sulla carta 170 km (in realtà alla fine ne sono usciti 184) e 10k metri di dislivello positivo (quasi 11k D+ reali). Paesaggi mozzafiato tra valli, passi innevati, laghi e ghiacciai: uno zaino al quale avrei potuto levare un paio di chili e troppi panini al formaggio. Se le distanza e dislivello ti sembrano familiari è perché il Tour du Mont Blanc (TMB) si svolge esattamente sul medesimo tracciato dell’Ultra Trail du Mont Blanc (UTMB). Anzi in verità il contrario, visto che il tracciato del trekking nasce molto prima.
In tutta onestà io non ho mai pensato di fare un trail di 170 km. Nelle serate più alcoliche con gli amici al massimo abbiamo immaginato di passare i 100 km. Però ora l’idea di fare quello specifico tracciato mi stuzzica incredibilmente. Perché quando cammini hai il tempo di guardarti in giro, di valutare con attenzione ogni dettaglio: quando cammini hai il tempo di pensare. E non c’è mezzo metro di quel percorso che io non abbia guardato con gli occhi del trail runner (per la gioia incontenibile di chi mi stava pazientemente accanto). Sul percorso ho anche incontrato Mario, con la figlia: entrambi con un passo invidiabile. Mario aveva corso l’UTMB un paio di anni fa ma ora si voleva godere il paesaggio: «perché quando sei in gara da 35 ore e hai sonno e hai fame ed è buio, non è che ti godi esattamente il paesaggio». E non ho trovato argomenti per replicare.

La cosa bella è che ora so esattamente cosa mi aspetta, la cosa assurda invece è che io stia davvero pensando di poterlo fare. Tuttalpiù c’è sempre il bowling, la tutina da bowling poi mi sta divinamente.

(cover photo by Stefano Joker Lionetti)

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3 COMMENTS

  1. Io SONO un trailrunner,
    Condivido tutto , tranne quando dici che in gara non si ha tempo di aporezzare a pieno tutto. Ho chiuso una serie di Ultra anche oltre i 100 km, e anche l’UTMB nel 2019 , e proprio su questo percorso ho capito che qui ci voleva qualcosa in più. Più allenamento, piu km, piu culo , ma soprattutto più testa. Dopo essermi autoescluso nel 2017 al km 100, questa volta è staro diverso,più convinto ,piu calmo. E il duello di fioretto con i cancelli è stato appassionante, anche cercando di fissare i momenti nella memoria. E cosi passi ore tra gente, sole ,pioggia, notte ,buio, freddo, salite,discese, gioia,panorami, attimi di sconforto, anche di dolore fisico.
    Fino a che dopo 45 ore di una piccola vita, puoi sentirti davvero un Ultrarunner, e ne vai fiero.

    • Beh, le sensazioni in gara sono qualcosa di incredibile che puoi provare solo in gara. In ogni caso io ho solo detto che “non è che ti godi esattamente il paesaggio”, fosse anche solo perché al buio vedi poco o niente oltre ai tuoi piedi :)
      Chapeau per le tue imprese!

  2. NON MI PIACCIONO LE CATEGORIZZAZIONI IN GENERALE, MA SO CHE QUANDO CORRO NELLA MACCHIA, NEL BOSCO, IN MONTAGNA, SONO VERAMENTE LIBERA.. NON CONTANO I SECONDI, I TEMPI, I KM PERCORSI, CONTANO SOLO LE SENSAZIONI, I RUMORI, GLI ODORI, LE VISTE MOZZAFIATO… ADORO PARTICOLARMENTE LA ‘MIA’ MACCHIA, QUELLA CHE TI FA CORRERE, NON A DISLIVELLI GRANDISSIMI, MA A PICCO SUL MARE, COSì DA MESCOLARE I RUMORI E GLI ODORI DEL BOSCO CON QUELLI DEL MARE; ADORO IL SILENZIO DEL BOSCO (CI VADO SEMPRE DA SOLA) E ADORO IL MARE CHE SPUNTA ALL’IMPROVVISO DALLE FRONDE, ADORO I PICCOLI SENTIERI SCOSCESI TALMENTE STRETTI CHE I RAMI DEGLI ALBERI FORMANO UN TUNNEL….MI PIACE PERDERMI.. E NIENTE, POI MI RITROVO E TORNO A CASA!! RIGENERATA E RINATA. NON SO SE QUESTO FA DI ME UNA TRAIL RUNNER, MA SO CHE FA DI ME UNA PERSONA FELICE.

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