I trend dello sport nel 2021

Cosa ci aspetta nel 2021? Tendenze che si consolidano e novità sportive, da guardare con ottimismo, sempre

Ogni anno la rivista americana Outside pubblica a fine dicembre una previsione dei trend dello sport e fitness per l’anno nuovo e le suggestioni e idee che condivide sono sempre molto interessanti. Alcune confermano le tendenze in atto, altri gettano luce su evoluzioni inaspettate e imprevedibili. Le riflessioni di Outside per il 2021 sono naturalmente influenzate dal 2020 e dal suo comportamento erratico rispetto a quello di altre annate del decennio. Si può dire che il 2020, oltre a sconvolgere praticamente tutto (e intendo tutto: noi singolarmente e la società in generale) ha da una parte accelerato il consolidamento di alcune tendenze, ha ridato importanza ad altre e ne ha messe in profonda crisi altre ancora. Per questo abbiamo deciso di dividere queste previsioni in 3 categorie: tendenze consolidate, tendenze riscoperte, tendenze in crisi.

Tendenze consolidate

Queste idee o tendenze erano già visibili prima della pandemia e siamo ben felici di vedere (e sperare di continuare a vedere) che prendono sempre più piede nel dibattito pubblico.

Fisiologia femminile e salute mentale

Si parla sempre più apertamente – per fortuna – di come il ciclo e gli ormoni influiscano sulle prestazioni sportive, cercando di capire e approfondire quale sia il momento migliore per fare sport e quando non ci si debba preoccupare se le prestazioni non sono sempre in linea con le aspettative. Si parla anche più tranquillamente di corsa in gravidanza e pure post-gravidanza, mettendo fine ad assurdi tabù. E finalmente si è anche capito che la donna è destinata a battere l’uomo, almeno nelle gare di endurance (cosa che, a dirla tutta, sta già avvenendo).

Molti sportivi e celebrità stanno anche sempre più parlando delle loro personali battaglie contro l’ansia e la depressione, perché non è detto che una forma fisica perfetta corrisponda a una mente in stato di grazia. È sempre più importante parlarne per non stigmatizzare un argomento come questo che è centrale e importantissimo e per farlo diventare di pubblico dominio. Per non averne paura.

Allenamento e depressione

 

Cosa fare con i dati

Usiamo da anni diversi device per il tracciamento delle nostre prestazioni sportive: dai personal assistant che, silenziosamente, annotano quanti passi facciamo e quanto dormiamo, fino ai più complessi e completi sport-watch, la tendenza ormai da molti anni a questa parte è quella di raccogliere il più possibile i dati sulle nostre abitudini e comportamenti, almeno relativamente alla sola sfera sportiva. E non c’è niente di male, anzi.
Proprio a causa della pandemia e del fatto che moltissime persone hanno sostituito gli allenamenti outdoor con il training indoor, le app si sono evolute in modo da offrire programmi sempre più completi. Dopo la fine del lockdown primaverile molti piattaforme hanno reso pubbliche le analisi dei dati raccolti che, quasi uniformemente, registravano una crescita notevolissima dell’attività dei loro utenti, ovviamente indoor.

Ci aspettiamo che faranno un uso sempre più intelligente di questi dati, capendo cosa preferiamo (noi utenti) fare e come, quando e perché ci piace farlo. Lo strumento che le aziende hanno in mano è potentissimo e può produrre software più semplice, amichevole ed efficace, a beneficio di tutti.

Gli spazi verdi

Non ti accorgi del valore delle cose finché non le perdi. Ce ne siamo accorti quando non abbiamo più potuto correre all’aperto durante il lockdown. Eppure, al di là dei giustificati o meno nervosismi al riguardo (dei quali non vorremmo più parlare per i prossimi 78 anni), non poterlo fare ci ha fatto capire quanto sia bello e non scontato poter correre lungo una scenografica pista ciclabile o in un parco ben tenuto e profumato. E soprattutto abbiamo capito che ne vorremmo sempre di più. RunLovers non fa politica ma in futuro, chissà, noi ascolteremmo chi ci promette più attenzione per gli spazi verdi invece che per altre cose che non hanno molta attinenza con la qualità della vita.

Tendenze riscoperte

Le comunità locali

In Italia abbiamo sempre avuto un particolare rapporto con i negozi di quartiere, almeno finché i grandi centri commerciali e Amazon non li hanno messi in crisi. La pandemia ci ha fatto toccare con mano le difficoltà di tantissime persone (anche di noi stessi) e ci ha uniti in un abbraccio empatico che ci ha spinti a essere più comprensivi nei confronti degli altri e dei loro problemi. Ok, queste ultime righe sono un po’ troppo ottimiste rispetto a quello che si vede e legge in giro però è innegabile che molti abbiano capito meglio le difficoltà degli altri. Nello specifico delle comunità e dei commerci locali questo si sta traducendo nel privilegiare realtà di più piccole dimensioni, per praticità, vicinanza e per un fattore più squisitamente umano. È vero che spesso i negozi fisici non hanno prezzi convenienti tanto quanto quelli online ma forse il 2021 è l’anno buono per chiudere un occhio. E anche da parte loro sarebbe un anno perfetto per innovare, cosa che hanno iniziato a fare per forza di cose in questo ultimo semestre.

Qualificarsi a certe gare

Non tutte le gare – quando riprenderanno, ok – richiedono un tempo di qualificazione ma Boston, per esempio, sì. Outside fa un’interessante osservazione: l’affermarsi di scarpe con piastra in fibra di carbonio ha portato e porterà sicuramente a una diminuzione dei tempi medi, anche per atleti medi. Cosa che si tradurrà con un’inevitabile polarizzazione fra chi corre col carbonio e chi senza. Come dicevamo parlando delle scarpe più interessanti di quest’anno, siamo nell’era del carbonio e prima o poi tutti ci faremo i conti, possibilmente spendendo sempre meno.

Tendenze in crisi

Palestre

Le vaccinazioni sono appena iniziate e i numeri di dosi da somministrare sono da capogiro. Nella migliore delle ipotesi ci vorranno mesi per coprire tutta la popolazione. In tanti abbiamo scoperto che la casa è perfetta per un certo tipo di training indoor e molti saranno tentati di continuare a farlo da soli, inoltre con costi molto più contenuti. Problemi di salute pubblica e nuove abitudini di fitness congiurano contro un ritorno alla normalità per le palestre che o cambieranno tipo di offerta e pubblico oppure vivranno tempi molto difficili.

Come allenarsi a casa?

Gare

Beh, vedi un po’ sopra: torneremo di certo a correre in bellissimi e divertenti eventi con presenza oceanica ma non presto. Questa è una previsione che non ci sentiamo di fare: sarà giugno il mese buono per riprendere a gareggiare? Sarà l’autunno? Chi lo sa.

Presumibilmente si consoliderà la tendenza attuale: gli eventi di punta si continueranno a tenere ma con presenza limitata ai soli atleti di elite adeguatamente testati e per il resto di noi resteranno le gare virtuali. Ma si tornerà a correre, certamente.

Possiamo essere ottimisti

Questo fine 2020 si conclude con un po’ più di serenità rispetto a qualche mese fa. Come ripetuto ormai ovunque, la strada da percorrere per ritornare alla normalità è ancora molto lunga però l’abbiamo intrapresa. Ci piace invece soffermarci a osservare ciò che di buono ha portato questo disastro globale: le persone migliori si sono dimostrate ancora meglio di quanto pensassimo (e quelle peggiori molto peggio, ma non badiamole, almeno per ora), abbiamo trovato in noi forze che non pensavamo di avere, ci siamo riscoperti più vicini fra di noi, anche se con mezzi digitali e non fisicamente. La comunità scientifica ha scoperto un vaccino in meno di un anno, un risultato fantascientifico fino a qualche tempo fa. Il genere umano ha dimostrato di saper reagire e di farlo, molto spesso, in maniera intelligente e convinta.

Non è successo sempre così e ci sono mille motivi per perdersi d’animo. Ma, ci piace ripetere, ce ne sono infinitamente di più per essere molto ottimisti.

 

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