È ora di fare qualcosa!

Lo chiamiamo “ambiente” ma a cosa ci riferiamo? La Treccani lo definisce come lo spazio che circonda una cosa o una persona e in cui questa si muove o vive. Può essere quindi una stanza, un ufficio o, più diffusamente, l’ecosistema nel quale viviamo. Ed è proprio quest’ultimo aspetto ciò a cui mi riferisco.

Ci pensavo poco fa quando ho visto una foto che Martino ha pubblicato nel nostro account Instagram:

La descrizione che accompagna la foto si sofferma sul concetto di Natura ma andiamo un attimo oltre e cerchiamo di personalizzare ulteriormente la riflessione.

In che ambiente viviamo?

Noi che corriamo, anzi, tutti noi che pratichiamo sport all’aperto dovremmo già essercene resi conto ma è bene ricordarlo. Il primo elemento di cui dobbiamo preoccuparci non è quanto ci alleniamo ma in che condizioni lo facciamo.

Mi spiego meglio: l’ambiente in cui pratichiamo sport non solo influenza i nostri allenamenti ma arriva a condizionare la nostra salute. Ci sono elementi che sono evidenti – pioggia e temperatura su tutti – e altri che lo sono meno come, per esempio, la qualità dell’aria, polveri sotti e agenti inquinanti.

Chi si allena in città e soffre d’asma purtroppo già conosce bene gli effetti che ha la qualità dell’aria sulla nostra vita ma – ed è proprio qui la questione più importante – dovremmo preoccuparcene tutti, proprio ora che arriva la bella stagione e, allegri, abbiamo voglia di uscire a correre. Io per primo: dopo un inverno passato chiuso nella mia caverna, sento fortissimo il richiamo dell’aria aperta.

Aria aperta, sì, ma questa mattina mi sono posto una domanda: qual è la qualità dell’aria che respirerò?

La risposta purtroppo è tanto semplice quanto sconsolante: la qualità dell’aria è pessima. E non lo dico io, basta guardare la concentrazione di polveri sottili e agenti inquinanti (qui trovi i dati di tutte le regioni) per avere un improvviso calo della motivazione.

Viviamo in un ambiente che sta cambiando. Al di là di tutte le sciocchezze negazioniste sul riscaldamento globale, dobbiamo per forza fare i conti con questo cambiamento e renderci conto che non ci sono altre alternative se non agire e correre ai ripari.

Come dice la giovanissima Greta Thunberg:

Abbiamo certamente bisogno di speranza. Ma l’unica cosa di cui abbiamo bisogno più della speranza è l’azione. Una volta che iniziamo ad agire, la speranza si diffonde.
Quindi, invece di cercare la speranza, cerchiamo l’azione.
Allora e solo allora, la speranza arriverà.

Occorre aggiungere qualcosa? Non credo proprio.

Cosa dobbiamo fare?

Sì, qui non si tratta più di cosa possiamo fare ma di cosa dobbiamo fare. E noi dobbiamo prendere in mano la situazione e agire. Siamo runner, diamine, e non riusciamo a stare fermi, non possiamo stare fermi. Dobbiamo innanzitutto preoccuparci dell’impronta che lasciamo in questo pianeta ogni giorno in cui ci corriamo sopra perché senza pianeta, non potremo più correre.

L’inquinamento – lo spreco, la maleducazione – si combatte così: con i piccoli gesti. Evitando di prendere l’auto per fare 800 metri, abbassando il riscaldamento di casa, riciclando, educando i nostri figli sull’importanza del rispetto ambientale e, soprattutto, pensando che ogni nostra azione lascia una traccia.

La regola del rotolo di carta igienica

Se mi conosci un po’, sai che ho le mie personalissime regole (bizzarre) per semplificare la vita e questa – credo – è la più importante:

Se sei in bagno e vedi che il rotolo di carta igienica sta finendo, non pensare che lo cambierà chi verrà dopo di te: fallo tu!

Lo possiamo applicare in ogni ambito della vita. Vedi una cartaccia per terra? Raccoglila tu. Le macchine inquinano? Prendi la bici per primo. Il riciclo è una seccatura? Ricicla lo stesso. E, cacchio, quando vai a correre, non lasciare immondizia per strada: vedere confezioni di gel abbandonate è una delle cose più incivili che ci possano essere. Anche le piccole cose contano. Tutto conta.

Perché – purtroppo – abbiamo già le prove inconfutabili che la carta igienica sta finendo e non è piacevole rimanere con l’ultimo quadratino in mano.

Mi hai spaventato e adesso non corro più!

Non volevo spaventarti e puoi continuare a correre. Devi però prendere alcuni semplici accorgimenti quando esci a correre e ci sono tassi d’inquinamento elevato:

  • Evita le strade molto trafficate e i semafori;
  • Esci a correre di mattina presto e sicuramente non nelle ore di punta;
  • Preferisci i parchi e gli ambienti dove ci sono poche macchine;
  • Non aver paura di usare il tapis roulant per correre (qui trovi alcuni consigli): in alcuni casi può essere un ottimo sostituto.

C’è da avere paura ma bisogna usarla come stimolo per prendere in mano la situazione. Per avere un ruolo attivo nel contrasto al cambiamento climatico.

In fondo, preservare il nostro ambiente significa fare una cosa per noi stessi, esattamente com’è correre.

 

 

(Immagine principale di Zoommachine)

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3 Commenti

  1. Sottoscrivo in pieno il bell’articolo di Sandro. Non si può essere runner senza essere ambientalista. Per salvare questo pianeta e salvarci, bisogna iniziare a correre, tutti, in massa, il tempo a disposizione è ormai quasi scaduto.
    Manlio, Nature-run lover

  2. Faccio parte di una società podistica di Bologna, Passo Capponi. Organizziamo spesso allenamenti collettivi gratuiti per coinvolgere runner di qualsiasi livello. Proprio oggi ne abbiamo organizzato uno, e ieri molti di noi sono andati lungo il percorso a ripulire strade e fossi. E faremmo lo stesso alla fine dell’allenamento. Perché tutti noi posssiamo cambiare le cose

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