ATTITUDINE

attitudine

Siamo felici, profondamente felici, di ospitare la nuova rubrica di Francesco “Paco” Gentilucci. Quando l’abbiamo conosciuto, al Dolomiti di Brenta Trail, abbiamo subito capito che volevamo raccontasse il suo modo di vivere e vedere l’ultrarunning su Runlovers – con il suo stile secco e preciso, con le sue storie di passione e fatica, con la sua competenza tecnica, con le sue idee che sentiamo anche nostre. E siamo sicuri piaceranno anche a te.
Buona lettura!!!

L’ultrarunning è, per quanto mi riguarda, prima ancora di un’etichetta, un’attitudine.

Nutro massimo rispetto per i joggers da parco cittadino, i corridori con l’iphone in mano e le ragazze che fanno fitness correndo cinque chilometri sulla ciclabile due volte alla settimana. Dico sul serio, ho sempre invidiato il loro riuscire a vivere una passione in modo sano, prendendone il lato positivo e costruttivo. Una condizione difficile, per non voler dire impossibile, per una persona a cui piace correre lunghe distanze, anzi, ossessionata dalla distanza.

Perché un conto è andare a fare surf una settimana in vacanza, un conto è mollare tutto e passare la vita alla ricerca dell’onda perfetta. Un conto sono gli X-Games un conto è girare in skate ogni giorno della vita. Una cosa è la corsa, un’altra è l’ultrarunning.

Le azioni definiscono le persone, cosa facciamo ci delimita come esseri umani. È per questo che l’attitudine conta più di qualsiasi elenco, palmares o risultato che hai fatto: non esistono indici di performance per l’attitudine di una persona.
L’ultrarunning è l’attitudine con cui ho scelto di vivere la mia vita.

Parlare di etichetta per una passione che porta le persone a correre di seguito per un giorno intero, a spremere il corpo per collezionare chilometri è piuttosto riduttivo. L’ultrarunning è uno sport che si tramanda con la cultura dei veterani e vive ancora di tradizioni ben precise, sopravvissute spesso alla commercializzazione dello sport: le persone, le campagne pubblicitarie e le mode passano, l’attitudine resta.

È per questo che ho deciso di chiamare questa rubrica Attitudine. Per poter parlare non solo di gare, materiali e risultati, ma anche di storia, personaggi e cultura. E soprattutto, perché avere una rubrica in cui puoi scrivere quello che ti passa per la testa è molto meno stressante che raccontarlo a uno psicoanalista.

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2 Commenti

  1. Non so. Sento il richiamo. Sono nato al mare. Ma la montagna chiama… e le lunghe distanze pure.
    Spero che ciò coincida con quello che pensa il mio corpo. Vabbè, troveremo un accordo.
    Intanto grazie Paco!

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