32 imperdibili consigli + uno per correre al meglio la Maratona di New York

32 (+1) consigli che renderanno la tua NY City Marathon ancora più bella e perfetta

Premessa: questa è una (lunga!) lista di consigli relativi alla Maratona di New York che in modo assolutamente volontario non include suggerimenti relativi alla corsa (passo, strategia, ritmo, idratazione, cuore, fegato, reni). Non essendo infatti un Top Runner, un podista da 21 generazioni, un etiope, un keniota, una gazzella, un iron-man o un tuttologo, la seguente lista si basa esclusivamente sulla pura e semplice esperienza personale e sulla fortuna che ho avuto di correre la New York City Marathon già qualche volta. Come nota personale mi piace aggiungere che da questa lista (scritta e pensata per i lettori Runlovers qualche anno fa!) è venuta fuori l’idea di un intero libro dedicato alla Maratona di New York! Chi volesse saperne di più può trovare info sul minisito de “La corsa infinita” (www.maratona.nyc) o su Amazon.

Prima della gara

1. Cerca di arrivare alla gara vivo

New York è probabilmente la più bella ed affascinante città del mondo. O almeno lo è per me. Per molti runner che arrivano in città (specie per la prima volta) è inevitabile tentare di girarla tutta e camminare tra Avenue, negozi, Central Park, fiumi e ponti. Risultato: ore ed ore in giro, decine (dico sul serio!) di chilometri macinati a piedi nei giorni che precedono la competizione che sommate alla stanchezza da fuso orario, spesso, possono essere una vera e propria mazzata che si rischia di pagare durante la gara.

Consiglio ovvio ma importante: evita quanto più possibile di girare troppo nei giorni prima della competizione. Almeno il sabato, per favore (tuo). Lo so, lo capisco: ci sono millemila posti belli da vedere, duecentocinquanta cose da comprare e settantadue selfie imperdibili da fare, ma non farlo sabato e, meglio ancora, non nei giorni prima della corsa. New York è bellissima e sarà letteralmente ai tuoi piedi domenica mattina. Tu cerca di arrivarci vivo.

2. L’Expo ed il pettorale

L’Expo è il luogo dove fisicamente si ritira il pettorale (che in inglese si dice bib) e la bellissima maglia ufficiale, solitamente a maniche lunghe. Anche se sei arrivato in città con un ITO, è all’Expo che dovrai recarti per ritirare tutto il kit di gara.

L’Expo viene ospitato al Javitz Center, un bel centro congressi sul fiume Hudson non lontanissimo da Times Square, nei pressi del capolinea della linea della metro 7. Accanto al Javitz sorge uno dei quartieri più moderni e rinomati degli ultimi anni, gli Hudson Yards con degli edifici avveniristici ed il già molto popolare Vessel.

L’Expo è aperto nei tre giorni precedenti la gara, dal giovedì al sabato, dalle 10 del mattino alle 20 di sera (il sabato chiude alle 17). Per ritirare il pacco gara, è fondamentale portare l’email di conferma ufficiale ed un documento di riconoscimento con foto. La procedura di ritiro pettorale è incredibilmente efficiente e richiede, di solito, solo pochi minuti. In maniera abbastanza usuale si ritira prima il pettorale ed in un secondo stand la t-shirt. Il pacco gara non è molto ricco, al suo interno troverai una rivista con tutte le informazioni e tanta pubblicità, il pettorale (sul quale sono stampate anche le informazioni con il mezzo di trasporto scelto e l’orario), la maglia, qualche piccolo gadget ed un braccialetto da mettere al polso che indica, se si è fatta, la scelta no baggage che permette di ricevere il poncho a fine gara.

3. Shopping: rimandare ma non troppo

L’Expo è, sinceramente, una vera figata. In molte città sarebbe considerata una fiera del running vera e propria. Ma è anche il paese dei balocchi per i runner in visita. Ci si trovano quasi tutti i gadget di running del mondo: maglie, felpe, shorts, scarpe, calzini, cappelli, bandana, accessori. A rendere la situazione ancora “peggiore”, dal punto di vista economico, moltissimi oggetti in vendita sono a tiratura limitata e dedicati proprio alla Maratona di New York. Intendiamoci: solo New Balance è lo sponsor ufficiale ed è autorizzata ad usare il marchio ed il logo ufficiale “TCS NYC Marathon” (nel suo megastore al centro dell’Expo). Ma quasi tutti gli altri brand hanno il loro stand a tema New York City Marathon con tante cose (anche troppe) che si vorrebbe acquistare.

Fosse solo per coerenza, non posso dire di evitare lo shopping perché è quasi impossibile, ma suggerisco “moderazione”… anche perché il lunedì post gara a Central Park c’è il Finisher Store dove è impossibile non recarsi e fare ulteriori spese. Ma se sei interessato a qualcosa non rimandare troppo gli acquisti. Anche se lo store New Balance sembra sconfinato (e ci si immagina un magazzino altrettanto enorme) la realtà è che già dopo il primo giorno, spesso, alcune taglie (e persino intere collezioni) tendono ad evaporare. Quindi se vedi qualcosa che ti piace, compralo senza indugiare troppo, non aspettare pensando “torno sabato” perché potresti non ritrovarlo.

A proposito del sabato, però, vale la pena di segnalare che il pomeriggio dell’ultimo giorno di Expo ci sono, spesso, sconti importanti (circa il 50%) da parte della maggior parte degli espositori. Se hai un amico o un parente da assoldare è il momento di usarlo. Tu attieniti alla regola “sabato massimo riposo” (vedi consiglio 1).

4. Allo Stand NYRR

Uno degli stand più grandi ed affollati dell’Expo è, ovviamente, quello di New York Road Runners. Qui potrai trovare anche un lunghissimo muro con tutti i nomi dei partecipanti (dove inevitabilmente passerai alcuni minuti a cercarti tra migliaia di altri runner). NYRR offre moltissimo materiale informativo (anche cartaceo), una mappa gigante del percorso ed organizza, nel proprio spazio, molti eventi informativi in diverse lingue ed incontri con runner famosi.

Uno dei gadget più utili che viene distribuito è, a mio avviso, un braccialetto dove sono indicati i tempi di passaggio (in miglia e chilometri) in base al tempo di arrivo pianificato e desiderato. Un ottimo modo per sapere come va la gara, quando la testa inevitabilmente prenderà una pausa.

I braccialetti con i tempi sono brandizzati TCS NYC Marathon e quindi sono imperdibili. Sono bellissimi da collezionare e lo sguardo ti cadrà, senz’altro, sui runner accanto a te in quel momento per vedere se ne prendono uno più veloce o lento del tuo! Io ne prendo sempre uno con tempi assurdi (tipo 2 ore e 30) per vedere l’effetto che fa sugli altri intorno a me!

5. Eventi ufficiali

Nei giorni prima della maratona ci sono molti eventi ufficiali: la bellissima parata delle nazioni con i fuochi d’artificio a Central Park, l’allenamento del venerdì dei giovanissimi runner acclamati dai campioni nella TCS Run with Champions, la affollata cena pre-gara a base di pasta ed incontri vari, molti dei quali organizzati magistralmente dagli International Tour Operator di tutto il mondo che portano a New York migliaia di runner. Partecipa a questi eventi ma con moderazione. Anche in questo caso… non perdere di vista mai l’obiettivo primario. Trovi la lista aggiornata degli eventi della Race Week con tutti i dettagli sul sito ufficiale della TCS NYC Marathon qui: tcsnycmarathon.org/race-week

6. Prove di fine gara

La Abbott Dash to the Finish Line (www.nyrr.org/races/abbottdashtothefinishline5k) è una gara che si corre la mattina del sabato prima della maratona. Sono appena 5 km, con un percorso interessante che parte davanti all’edificio delle Nazioni Unite ed arriva proprio alla Finish Line della maratona.

Sinceramente, per diversi di anni, mi sono rifiutato di correrla. Il motivo è semplice: volevo vedere la linea di fine… alla fine della maratona! Volevo usarla anche come stimolo e come obiettivo.

Se non sei d’accordo ti capisco. Ora, di tanto in tanto, capita che la corra anche io. E puoi correrla (molto lentamente!) insieme ai tuoi colleghi del giorno dopo. Costa circa 50 euro ed il pettorale e la maglia si ritirano direttamente all’Expo (ti devi però essere già iscritto online nei mesi prima). La gara è aperta a tutti quindi puoi correrla anche con gli amici o con i parenti che ti hanno accompagnato a New York. Te la consiglio se vuoi avere una (mini mini mini) preview di quello che ti aspetta il giorno dopo.

7. Un allenamento di rifinitura (con top runner)

Nei giorni immediatamente precedenti la gara è quasi certo che tu abbia voglia di sgranchirti un pochino le gambe e di correre, lentamente, da qualche parte. Central Park è, probabilmente, la scelta più giusta ed ovvia. Nella sezione Run & the City troverai alcuni percorsi suggeriti dove correre nel parco (con diverse distanze e giri a seconda delle esigenze). Tieni conto che la Finish Line della gara è proprio nel cuore del parco e quindi, specialmente nella parte sud ovest, potresti imbatterti in zone chiuse o lavori in corso. Il giro più classico (per lunghezza e praticità) è quello (rigorosamente in senso antiorario) intorno al Reservoir, e meglio ancora nella sua versione estesa lungo il Birdle Path. Questo loop è talmente tanto tipico che, non di rado, nei giorni prima della maratona ci si imbatte negli elite runner che si riscaldano lungo il medesimo percorso. Ti sentirai “uno di loro” per qualche istante. Fino a che non ti sfrecceranno accanto, riscaldandosi al doppio della tua velocità!

Il giorno della gara

8. Il nome addosso

Questo è, probabilmente, il consiglio più banale di tutti e vale per la maggior parte delle gare più sentite: scrivi, stampa, “scolpisci” il tuo nome sulla maglia! Davanti o dietro. A New York letteralmente centinaia di persone lo urleranno (spesso storpiandolo) ed è uno dei motivi principali per i quali ti sentirai tirare avanti quando le gambe cominceranno a darti dell’idiota (e la testa anche di più). Lo ritengo parte della magia del correre a New York: l’energia degli spettatori ti trascinerà letteralmente alla fine, specialmente quando penserai di non farcela. Grazie a tutte le persone che ti inciteranno, davvero, non esiste possibilità di non finire questa gara (se non hai problemi fisici, ovviamente!). Fidati.

9. Traghetto o morte

Nei mesi precedenti la gara, ti viene chiesto da NYRR (tra luglio ed agosto) o dal tuo ITO (al momento dell’iscrizione) se vuoi arrivare alla partenza a Staten Island con il bus oppure il traghetto. La risposta giusta è una sola: traghetto.

I motivi sono molteplici. Gl orari sono decisamente più umani (ti dovrai in ogni caso svegliare all’alba e rispettare l’orario che ti è stato assegnato). Il tragitto di circa venticinque minuti nella baia di New York è panoramico e molto emozionante. E soprattutto, quando si arriva a Staten Island non si è assolutamente obbligati ad uscire immediatamente dal terminal. Puoi accomodarti al caldo ed al chiuso per terra nel terminal ed aspettare, insieme a qualche altro migliaio di runner ben informati, un orario più consono alla tua wave per andare a prendere il bus che ti porterà alla vera partenza nei pressi del Verrazzano-Narrows Bridge. Negli ultimi anni, tuttavia, qualcosa è cambiato: i tempi di trasferimento dal ferry terminal alla partenza sono aumentati in maniera considerevole, con la fila per prendere i bus che richiede circa un’ora.

Tieni quindi conto che, dal momento in cui esci dal terminal del ferry a quello in cui arriverai al parco sotto il ponte di Verrazzano, può passare quasi un’ora e mezza (fila bus + bus + security + camminata verso il proprio villaggio di appartenenza). Quindi non attardarti troppo nel terminal o perderai la partenza della tua wave (e non mi pare il caso!). E sappi (lo dico per esperienza personale) che ai cancelli dei corral non tollerano nemmeno un minuto di ritardo, non importa quanto sia buona la tua scusa.

Se hai già programmato la tua partenza con il bus da Manhattan… chiedi all’agenzia ed insisti per il traghetto, puoi provare anche nei giorni precedenti direttamente all’Expo, ne vale davvero la pena. Non partire già stanchi ed infreddoliti dopo alcune ore passate in piedi all’aperto (e spesso al vento) non è un vantaggio da poco. Fatti furbo, passa al traghetto.

10. Traghetto in compagnia

Un tip ulteriore: il traghetto per Staten Island è, a tutti gli effetti, un mezzo pubblico, peraltro gratuito, e non è riservato ai soli runner, nemmeno nel giorno della maratona. Quindi se qualcuno ci tiene davvero ad accompagnarti, a quegli orari assurdi, può prendere il traghetto con te. Non potrà, tuttavia, seguirti oltre il terminal di arrivo del ferry. Ma potrà ammirare il panorama e tenerti compagnia quasi fino alla partenza.

11. Cambio ora legale

La Maratona di New York si corre, sempre, la prima domenica di novembre. Per un puro caso, in questo stesso giorno negli Stati Uniti l’ora legale cambia in ora solare. Di fatto la mattina della maratona avrai un’ora in più per dormire (o per dirla tutta, per stare sveglio ad aspettare la partenza!). In modo abbastanza surreale, però: tutti i gadget digitali cambiano automaticamente l’orario (almeno in teoria!) e quando ti sveglierai non avrai modo di sapere “davvero” che ore sono. In questo caso conviene far riferimento ad un orologio meccanico tradizionale oppure affidarsi a qualcuno (ad esempio in Italia) dove l’ora legale è già cambiata da qualche giorno e che quindi può sapere, con certezza, che oro sono e calcolare a che ora deve svegliarti.

12. Wave di tutti i colori

Il pettorale della TCS NYC Marathon è bellissimo ed anche molto ricco di informazioni (non a caso c’è il capitolo “Una storia raccontata attraverso i pettorali” più avanti in questa sezione del libro). Il bib ha un colore predominante, un numero di wave, una lettera di corral ed il numero vero e proprio (e ci mancherebbe!). Tutte queste info ti servono per sapere quando e da dove partire. Infatti, come raccontato nel capitolo Il percorso di gara, “forse non tutti sanno che” la Maratona di New York non ha una sola linea di partenza ma ben tre distinte, una per ciascun colore: blu, arancio e verde.

La prima info sul pettorale riguarda proprio il colore di partenza. In sostanza:

– se hai il pettorale blu, partirai sul lato destro del ponte, al livello superiore;

– se hai quello arancione, partirai sul lato sinistro del ponte, al livello superiore;

– se hai il pettorale verde, partirai sul lato sinistro del ponte, al livello inferiore.

La partenza che hai sempre visto in TV (dove partono i top runner) è quella blu.

Ciascun colore ha un proprio villaggio di partenza con tutti i servizi identici (bagni, cibo, colazione e deposito bagagli). I villaggi sono distanti qualche centinaio di metri l’uno dall’altro e sono indicati molto chiaramente.

Poiché il Verrazzano-Narrows Bridge è un ponte solo per auto, quando correndo arriverai a Brooklyn i tre percorsi si separeranno naturalmente per via dei diversi svincoli che portano giù dal ponte. Quindi per i primi chilometri i runner correranno pezzi diversi di percorso (lunghi uguale, ovviamente) per poi ricongiungersi in due momenti separati su Fourth Avenue a Brooklyn.

Purtroppo non c’è nessun modo di cambiare il proprio colore di partenza all’Expo. Per poter correre con amici che hanno il pettorale di colore diverso dal tuo, dovrai necessariamente partire in una wave successiva alla tua e presentarti ai corral del villaggio del colore per il quale vuoi partire. In ogni caso per evitare sorprese last minute il consiglio è, tuttavia, quello di accettare di buon grado il colore che ti è stato assegnato e partire come previsto. Inoltre tieni conto che è sinceramente impensabile pensare di “ribeccare più avanti” gli amici partiti con pettorale diverso una volta che i flussi di persone si riuniscono (credimi, te ne accorgerai). Non perdere tempo, non fermarti ad aspettare. Just keep swimming.

La seconda info sul pettorale riguarda la wave (od onda) di partenza.

Come avrai capito ci sono diverse wave (onde) di partenza (ben 4!) per ciascun colore di pettorale. La wave viene assegnata in base ai tempi che dichiari o puoi certificare al momento dell’iscrizione. Le wave partono a distanza di 25 minuti l’una dall’altra e sono ordinate in base alla velocità dei runner: la wave 1 è ovviamente quella composta dai runner più veloci.

Spero che tu abbia dichiarato tempi veritieri: non c’è niente di peggio, per il proprio ego, che vedersi sorpassare da alcune migliaia di persone dopo pochi chilometri di gara solo perché sei finito in una wave troppo veloce. Oppure, peggio, trovarsi dietro ad un muro di migliaia di runner che vanno con un passo pari alla metà del tuo!

Per fortuna, puoi cambiare wave, facilmente. Puoi partire nella wave che ti è stata assegnata oppure in qualsiasi wave successiva alla tua. Quindi se hai un amico in una wave diversa, potrete correre assieme, a patto di partire nella wave più lenta delle due.

La terza informazione sul pettorale riguarda il corral, ovvero la gabbia o lettera di appartenenza. Questo determina dove rispetto alla tua wave entrerai nel gruppo. Potrai sempre partire in un corral con lettera successiva alla tua. La lettera A parte davanti alle altre ed è destinata ai runner più veloci di ciascuna wave.

Quindi, ricapitolando, ci sono tre colori per la partenza, quattro wave e lettere (da A ad F) per gabbia di appartenenza.

Di fatto tutto ciò determina una partenza della maratona che dura oltre due ore: in pratica, mentre gli ultimi runner della wave 4 partono dal Verrazzano qualche top runner sta già tagliando il traguardo a Central Park. Parliamo di un serpentone di podisti, ininterrotto, lungo 42 km (e 195 metri).

13. Freddo alla partenza

Una delle caratteristiche più “ostiche” della Maratona di New York è che, alla partenza, potrebbe fare freddo (persino intorno a zero gradi), esserci molto vento ed anche piovere (e qui valgono tutti i tipi di scongiuri che preferisci…). O anche far caldino, chi lo sa, l’Indian Summer è sempre in agguato.

Nel dubbio: copriti molto e bene, e con tanti strati (un metodo che io definisco a “Cipolla Plus”). Ma, poi, fai in modo di partire solo con quello che davvero ti serve per la corsa. Fino a pochi metri prima della partenza ci si può ancora spogliare e donare gli abiti in appositi cassoni destinati alla beneficenza, iniziativa più che lodevole. Ogni anno sono necessari sei camion per trasportare tutti i vestiti donati e raccolti grazie a questa iniziativa.

Molti runner, invece, lanciano via invece le felpe e altri indumenti non più utili proprio mentre stanno già correndo sul Verrazzano. A me sembra assurdo ed anche pericoloso. E si perde anche l’occasione di donare qualche indumento a chi ne ha bisogno. Un suggerimento: le copertine degli aerei che vengono distribuite sui voli intercontinentali sembrano fatte apposta per coprirsi alla partenza e poi essere abbandonate poco prima dello start. A buon intenditor…

14. Avvicinarsi allo Start

Indipendentemente da bus / traghetto / pausa nel terminal, finirai per aspettare molto tempo nel tuo villaggio, un buon momento per procurarsi i celebri cappellini gratis di Dunkin’ Donuts che avrai visto in tante foto della Maratona di New York.

Non ti sorprenderà sapere che anche l’avvicinamento alla partenza è decisamente scandito da alcune regole precise e rigidamente rispettate.

A titolo di esempio, se si parte nella wave 1, che ha la partenza fissata alle 9:40 (la procedura è identica anche per tutte le altre wave, fatto salvo per gli orari differenti):

– dovrai raggiungere il tuo villaggio d’appartenenza;

– potrai lasciare la tua borsa (se hai deciso di farlo) entro e non oltre le 8:20;

– dovrai raggiungere la tua gabbia di appartenenza tra le 8.50 e le 9.25 (in punto);

– ti incamminerai dalla gabbia alla partenza verso il ponte alle 9:25;

– partirai alle 9:40 (o qualche minuto dopo se sei indietro nei corral).

Quello che però non sai (e che forse non ti viene detto chiaramente) è che ci sono file per tutte queste fasi: per lasciare la borsa aspettati almeno 10-15 minuti di attesa; per capire dove si trova la propria gabbia, indicata dalla lettera del corral, e fare la fila per entrare per il controllo manuale dei pettorali ci vogliono almeno 10 minuti; infine, si sta nel corral per un pochino, ma non si parte da lì, bensì ad un certo punto ci si muove tutti assieme verso la partenza vera e propria con una camminata di qualche centinaio di metri verso il Verrazzano, dove poi si aspetta l’orario di partenza per almeno un quarto d’ora.

Occhio ai tempi ed all’orario quindi, perché non si fa nessun tipo di sconto ai ritardatari e perdere la propria wave, perché si è in fila per lasciare la borsa o non si fa a tempo ad entrare nel corral, può essere veramente facile.

15. Pronti, via… pipì!

Bagni alla partenza ce ne sono davvero tanti, oltre 1500 ma, in verità, non sono mai abbastanza. Sono sparsi nei villaggi un po’ dovunque, ma ci sono sempre lunghe file per accedervi. il tempo di attesa di solito è almeno di 15 minuti. Tienine conto per rispettare i tuoi tempi di partenza.

Gli ultimi bagni ufficiali sono nei corral. Anche qui lunghe file. Ma se hai l’accortezza di aspettare che il gruppo si avvii alla partenza… quando i corral si aprono e i podisti cominciano ad incamminarsi verso il ponte, magicamente la fila svanisce. Per un passaggio last minute “veloce” (chi vuole capire… capisca) è la soluzione ideale. Inevitabilmente nell’ultimo momento prima di partire, ovvero nei 10-15 minuti di attesa che si passano all’imbocco del ponte, potrebbe venire qualche urgenza davvero da ultimo secondo (tra freddo e vento… mi capirete). E lì… benché sia esplicitamente proibito dall’organizzazione e ripetuto dagli altoparlanti con una certa frequenza, ho visto cose che “voi umani non potreste immaginarvi”. O forse sì. Ma meglio non entrare nei dettagli.

16. Ristori in giro

Una delle differenze rispetto a moltissime gare europee è la frequenza dei punti di ristoro. Durante la gara ne trovi uno ogni miglio (ovvero ogni 1,6 km). A ciascun ristoro trovi acqua e Gatorade. Non c’è assolutamente bisogno di bere tutte le volte, anzi, potrebbe persino fare male. Al diciottesimo miglio sono disponibili anche i gel in vari gusti. Ma il mio momento preferito è quello delle banane al Bronx. Non ho memoria di una banana così buona come quella che al 33 km arriva a salvarti la vita!

17. Sparpaglia i parenti e gli amici con cura

“Ci vediamo lungo il percorso” va bene se corri sul lungomare di un paesino, ma alla Maratona di New York non riesci materialmente a vedere nessuno a meno che non pianifichi con estrema cura la cosa.

Per organizzare bene gli incontri sarebbe necessario scrivere un apposito capitolo… ed infatti c’è! Più avanti nella seconda parte della guida trovi la sezione “Come e dove vedere la gara” che è stato scritto appositamente per aiutarti a disseminare gli amici nei punti giusti.

18. There’s an App for that!

Esiste un sito web (liveresults.nyrr.com) ed un’app ufficiale per iPhone ed Android (basta cercare TCS NYC Marathon sui rispettivi App Store) per monitorare i propri runner.

Il servizio purtroppo non è un mostro di affidabilità, anche perché la posizione dei podisti è calcolata tra punti stimando i passaggi e la velocità media. Ma tracciare i runner è un ottimo modo per sapere come stanno andando e che fine hanno fatto o se hanno mancato il punto di incontro concordato (ops!). Trovi maggiori info sempre in “Come e dove vedere la gara”.

19. Cosa portare durante la gara

Dal punto di vista puramente delle prestazioni, la risposta alla domanda “cosa mi porto mentre corro” dovrebbe essere semplice: niente. Anche pochi grammi in più, infatti, sul braccio o sul dorso, moltiplicati per ore di gara diventano un macigno. Ma se decidi, come è giusto, di vivere la tua esperienza alla NYC Marathon più come un evento che come una gara pura, allora il set minimo dovrebbe comprendere:
– lo smartphone, per poter immortalare la partenza con gli amici, per un selfie imperdibile e per rintracciare amici e parenti all’arrivo (e magari chiamare anche un Uber);
– i gel “di fiducia”, perché esperimenti non se ne fanno il giorno della gara. Specie per lo stomaco;
– una MetroCard già carica di qualche dollaro, per poter tornare a casa dopo la gara. O dovunque dovessi mai decidere di fermarti (ma, tranquillo, non capiterà);
– una carta di credito, per potersi pagare una birra ed il pranzo all’arrivo e perché, in qualsiasi situazione potresti mai trovarti, è il vero passe-partout per risolvere al volo tutte le esigenze di base;
– una banconota da 10 dollari, perché non si sa mai che la carta di credito decida di fare capricci proprio nel momento del bisogno.

20. Solo musica live!

Non usare cuffie e musica a meno che tu non possa proprio farne a meno. Senti la città che festeggia, canta, urla e suona per te (… e per tutti gli altri 53000 runner). Lungo il percorso ci sono ben centocinquanta punti musicali con band e dj che si esibiscono dal vivo. Hai ascoltato la tua musica per tutti i mesi dell’allenamento. Il giorno della gara ascolta solo musica… live.

21. Silenzi e boati

Durante il percorso, su tutti i ponti, non sono ammessi spettatori. Di tanto in tanto, quindi, c’è un silenzio davvero incredibile. Quando scenderai dal Queensboro Bridge (il lungo ponte che collega il Queens a Manhattan, dopo circa 25 Km di gara), sentirai avvicinarsi il boato delle persone che ti aspettano su First Avenue. È un ricordo che non ti abbandonerà mai. Garantito.

22. Cartelli per tutti i gusti

Leggi i cartelli degli spettatori. Molti sono di incitamento, moltissimi sono divertenti. Il mio preferito l’ho visto a 10 miglia dalla fine appena arrivato a Manhattan e diceva: If ten miles means easier then welcome to Easier. Welcome to Manhattan (“Se dieci miglia vuol dire “più facile”, benvenuto a “Più Facile”. Benvenuto a Manhattan).

23. Conta in miglia

Conta tutto il percorso in miglia! 26.2 suona molto meglio mentre corri di 42.1 e, davvero, dopo 32 chilometri pensare che mancano “solo” 6 miglia è un pensiero che scalda il cuore. Non scherzo.

24. Finisher

Dopo 42195 metri arriverai alla fine. Se ti aspetti che il momento sia emozionante, ti sbagli. Lo è molto (molto) di più. Ma è anche molto “gestito”. Arrivi e ti mettono subito la medaglia al collo. Non ti potrai assolutamente fermare né a fare foto, se non in una piccola area apposita e per pochi secondi, né peggio a cercare o aspettare qualcuno. E nemmeno accasciarti per riposarti, perché in tal caso arriverebbero subito i supporti medici. Ti viene dato quasi subito un pacco gara (brezel, acqua, la mela più buona del mondo – o almeno così sembra), dopo qualche metro ti daranno la classica copertina termica. E poi cammina. E cammina e ancora cammina dentro Central Park. Sotto gli occhi vigili di spotter medici che cercano tra la folla podisti che mostrino segni di difficoltà. Ti sembrerà di camminare tantissimo (15-20 minuti almeno) e poi arriverai ad un bivio, tra West Drive e 77th Street.

A questo bivio chi ha scelto l’opzione No baggage uscirà dal parco e camminerà in direzione opposta, verso sud lungo Central Park West, e dopo poco riceverà un bel poncho “caldino” (tra l’altro molto bello). Chi invece ha scelto l’opzione Baggage continuerà, camminando ancora nel parco lungo West Drive, prenderà la propria borsa, troverà la zona spogliatoi e dopo confluirà nuovamente su Central Park West (all’altezza della W 81st Street e della W 85th Street). Dovrà quindi camminare verso sud, ricongiungendosi con il gruppo No baggage. Con la borsa ma senza poncho.

Per tutti, comunque, da quando si passa il traguardo a quando si esce dall’area riservata ai runner passano almeno 30-45 minuti! Avvisa amici e parenti di non preoccuparsi troppo: non sei sparito, stai solo cercando di uscire. Lentamente.

25. Dove sei? Dove siete?!

La zona family reunion è il primo punto di contatto tra runner e parenti / amici. È vicino a Columbus Circle e ci sono dei cartelli con le lettere per i cognomi. Inutile dire che il cellulare è l’unico vero modo di trovarsi per evitare di cercarsi tra la folla per decine di minuti. Fatti portare un ricambio (specie se hai scelto l’opzione no baggage) e anche del cibo e qualcosa di caldo da bere. Anche se dopo hai intenzione di pranzare in zona.

26. Prenota

Tutti i bar e ristoranti della zona sono in quelle ore presi d’assalto e ti toccherà aspettare molto tempo per avere qualsiasi cosa o anche solo sederti ad un sospirato tavolo. Se vuoi mangiare subito cerca di cambiare zona spostandoti più a ovest, verso il fiume Hudson su Amsterdam o Columbus Avenue, oppure verso sud lungo Broadway direzione Times Square (dove, però, in assoluto ci sono i peggiori ristoranti di tutta New York).

Con un pochino di furbizia e programmazione puoi però prenotare un ristorante il giorno prima, stimando il tuo tempo di arrivo in maniera “ampia”. Uno dei metodi più utilizzati sono la app o il sito OpenTable che ti permette con pochi click di prenotare un tavolo, ad un certo orario e per un determinato numero di persone. Nel caso di gruppi numerosi la app potrebbe richiedere una carta di credito a garanzia della prenotazione.

27. Uber, Lyft, Via!

L’arrivo in massa di miglia di runner, stanchi e poco propensi a camminare ancora, e di amici e parenti tutti più o meno concentrati nei pressi dell’area arrivi della gara può rendere complesso anche prendere un taxi per tornare in albergo.

I taxi gialli sono praticamente introvabili ed anche gli altri servizi app tipo Uber / Lyft / Via hanno spesso tempi di attesa lunghi. Bisogna in tal caso solo armarsi di pazienza e forza di aspettare. E poi non spazientirsi per il traffico, paralizzato, nella zona intorno alla Finish Line. Insomma: se l’hotel non è troppo lontano e se non sei troppo provato, prendi la metro, o se hai un hotel in zona ancora meglio, vacci a piedi. Prendilo come defaticamento.

28. Pedalare

Attenzione: se ti offrono un passaggio in risciò non cadere nella facile tentazione… il costo di questo servizio, che di solito si limita ad offrire un semplice giro in Central Park ai turisti pigri, è di circa 2 dollari (se non di più!) al minuto e tra traffico, strade bloccate e casino post gara rischi di pagare quasi 100 dollari al valoroso pedalatore. Cui dovrai anche dare una sacrosanta mancia.

Il giorno dopo la gara (Marathon Monday)

29. Medaglia & Finisher Store

Il giorno dopo la gara, la festa continua. Nei pressi della linea di arrivo vicino Tavern on the Green, a Central Park, è allestito un grande spazio coperto, il Marathon Pavillion, ed è utilizzato anche nei giorni precedenti per una serie di eventi pre-gara. Nel Pavillion puoi comprare maglie, felpe, cappelli con la tanto sospirata scritta “Finisher”. Potrai anche acquistare una serie di altri gadget (la mia preferita era la medaglia ufficiale di cioccolato ma nelle ultime edizioni pare, ahimè, sparita) e fare incidere a pagamento su quella vera il tuo nome, cognome ed il tempo ufficiale.

Di solito c’è una fila piuttosto lunga per entrare (almeno un’ora, se si è in coda anche per l’engraving – ovvero l’incisione – della medaglia), ma è un ottimo momento per chiacchierare con altri runner e raccontarsi l’avventura del giorno prima.

Consiglio: molti negozi di running in città incideranno la medaglia gratuitamente e ti faranno anche sconti per celebrare la tua impresa. Se vuoi potresti almeno evitare la coda per l’incisione.

30. New York Times

Se sei arrivato in un tempo “ragionevole” (di solito tra le quattro ore e mezza e le cinque), allora il tuo nome sarà probabilmente stampato nell’edizione speciale del New York Times in edicola lunedì mattina. Il nome è scritto in font dimensione 3 (a dire tanto), ma non mi ha impedito negli anni di comprarne 3-4 copie. Inoltre lo speciale dedicato alla maratona che accompagna il quotidiano è pieno di foto bellissime. Imperdibile e da collezione.

31. Medaglia al collo

Se pensi che la città smetta di celebrarti nel momento in cui tagli il traguardo, ti sbagli di grosso. Il giorno dopo sarai letteralmente acclamato (al grido di “Congratulations”) da decine di perfetti sconosciuti un po’ dovunque: in metro, per strada, nei negozi.

Il segreto è portare la medaglia in bella vista tutto il giorno (e del resto, diciamolo, te la sei proprio guadagnata). Inoltre incrocerai gli sguardi complici tipo “anche tu, eh!” degli altri runner. Potrai riconoscere i runner oltre che dalla medaglia al collo anche solo osservandoli mentre camminano o scendono le scale della metro. Se vedi qualcuno camminare come se avesse la gambe ingessate… hai appena individuato un compagno di maratona. Un video, tratto dal New York Times, in questi casi, può valere più di mille parole: link.maratona.nyc/scale

Un tip: scendi le scale camminando al contrario. Fa molto meno male. Giuro.

32. Un aperitivo vista Manhattan

Il giorno dopo avrai probabilmente voglia di festeggiare. Personalmente mi piace celebrare l’impresa con un aperitivo panoramico.

Da Manhattan prendi la linea L (in Union Square), scendi a Bedford Avenue e da lì dirigiti verso il Wythe Hotel (wythehotel.com). La sua terrazza panoramica ti ripagherà degli sforzi del giorno prima. Non dimenticare, però, di portare un documento di identità e se hai figli con meno di 21 anni di andarci nel pomeriggio e non la sera. In alternativa la bellissima terrazza panoramica del (un pochino troppo posh) Westlight (westlightnyc.com), in cima al The William Vale Hotel, è poco distante ed offre una visione d’insieme di Manhattan incredibile. A patto che ti piacciano le altezze quasi vertiginose.

Se non sei tipo da bar e se hai (ancora!) voglia di camminare un pochino, il nuovissimo Domino Park proprio sotto il ponte di Williamsburg offre panorami mozzafiato, un parco per bimbi, panchine e sdraio con vista Manhattan e buoni (ed economici) tacos dal chiosco Tacocina. Un ottimo modo per celebrare l’impresa del giorno prima in stile Brooklyn.

Un consiglio sulla gara (eccolo il + uno!)

Lo so, avevo premesso che non avrei dato consigli relativi alla corsa. Ma per questo ne vale la pena: goditi la gara. Goditela davvero. Ogni metro. Assapora ogni passo, ogni block, ogni quartiere che attraverserai. Guarda la città trasformarsi chilometro dopo chilometro. Prenditi il tempo di guardare davanti e dietro di te l’incredibile numero di runner di ogni colore che condivide lo stesso incredibile obiettivo. Ascolta la musicalità del tuo nome urlato da centinaia di sconosciuti che parlano tutte le lingue del mondo. Dai la mano ai bimbi, fermati per una foto panoramica. Abbraccia gli amici lungo il percorso. Ringrazia i volontari. Sorridi ai fotografi. Ascolta il silenzio ed ammira stupefatto la vista dal Queensboro Bridge. Balla con la musica delle band, senti il boato della folla dell’arrivo. Piangi o ridi per avercela fatta.

Per fare tutto questo, probabilmente non potrai “correre” questa maratona. New York non è, del resto, una gara da tempi veloci (troppo scoscesa, troppi ponti, tante curve), da record del mondo e probabilmente da personal best (ma chi può dirlo!).

La Maratona di New York è una gara da vivere. Se puoi (e se vuoi), corrila per provare un’esperienza che difficilmente rivivrai e che sicuramente non dimenticherai. E rischierai così di finire come tanti runner che sognano, e cercano, di correrla ogni anno.

Ci “vediamo” a Staten Island il 3 novembre, Runlovers!

Questo post é un (piccolo!) estratto dal libro “La corsa infinita, la guida completa alla New York City Marathon: la storia, la gara, le info, i consigli e le curiosità sulla maratona più famosa del mondo” disponibile su Amazon in formato eBook e cartaceo. 

(Photo by Chris Barbalis on Unsplash)

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