Tutte le Boost del mondo

Enrico è un vero lover: quando si innamora di una scarpa ne compra tutte le versioni possibili. Così quando si è innamorato della adidas Energy Boost non ha più smesso di parlarne agli amici. E ora anche a te. 
Per i vini si fanno le cosiddette “verticali”: si prende un vino, tipo un Barolo o un Brunello e se ne assaggiano annate diverse. Enrico ha fatto lo stesso. Con delle Boost. Solo su RunLovers, ovviamente. 

Lo ammetto: il marketing in questo caso ha funzionato davvero bene, almeno con me.
Quando nel 2013 ho visto per la prima volta quella sfera di acciaio rimbalzare in modo così diverso su quelle tre superfici mi sono detto IO VOGLIO RIMBALZARE COSÌ QUANDO CORRO!
È come il colpo di fulmine con la donna che poi ti starà accanto tutta la vita: si sa che esiste ma solo pochi fortunati l’hanno provato.

Una lunga storia d’amore

Ammetto anche che per adidas ho sempre avuto un debole: le prime Torsion degli anni ’80, le stupende e mitiche COPA MUNDIAL da calcio, e il mitico modello running entry level trovato a 12,50 € quando ho iniziato a correre (scarpa stupenda!). Quindi, dopo alcune esperienze divise tra alcune Brooks e un paio di On Running (altra stupenda scarpa), aspettavo solo che Adidas mi portasse di nuovo da lei.

La sfera d’acciaio continuava a rimbalzarmi in testa

Inizio ad informarmi leggendo alcune recensioni dei primi test di questa scarpa che veniva annunciata come LA RIVOLUZIONE DEL RUNNING. Non si trova ancora molto, ma quanto leggo è il classico POCO MA BUONO, e anche molto buono pare. In tutte le recensioni si trova l’invitantissimo accenno al “ti portano a correre 10, 15 secondi più veloce dei tuoi standard”. Non ci credo.
Finisco di radere al suolo le mie vecchione, ma 5 mesi dopo non ce n’è rimasto molto ed è inevitabile il cambio.
Finalmente ho un paio di Energy Boost belle e sgargianti nella versione giallo nero. Sono felice.
E loro sono fighissime con questo look minimale e quel tocco super techno dato da alcuni particolari. Le metto e… pantofole. È così che si dice? Sembra che il mio piede non aspettasse altro da sempre.
E poi ci corro! E quei secondi scendono davvero! Ne escono un paio di personali sulla mezza maratona, dei buoni triathlon olimpici e il mio primo mezzo Ironman!
Ma è quasi l’ultima cosa che conta (mai guardato ai tempi da quando ho capito che non potrò mai essere il nuovo Calcaterra). Andarci piano è davvero dura, ma sono stupito soprattutto da quanto comode sono: un misto tra materasso super confortevole e spinta alla Paperinik con gli stivaletti a molla.
Quello che ricordo sono tantissime corse stupende, senza mai un dolore, con una scarpa che mi dà sempre quello che voglio.

Ho trovato la mia scarpa perfetta

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Fit 100% positivo, credo sia la tomaia che più sento attaccata al piede in tutte le situazioni, corsa su bagnato compresa. La pianta stretta tipica di Adidas a me piace un sacco, perché ho un appoggio orribile e più stretta è più il mio piede sta saldo. Mi piace che non ci sia nessun sostegno inutile che tanto alla fine rompe quando sei concentrato sulla tecnica di corsa. La linguetta sta sempre al suo posto e non “gratta” mai. Non c’è una cucitura di troppo. Leggerezza perfetta. Appoggio? Non ne parliamo! Reattivo come non mai sull’avampiede, ammortizzato sul tallone in modo incredibile. Ho ginocchia caviglie e schiena che amano le Energy Boost quasi più di me!
Il top però sta proprio nella spinta che ti restituisce: ti manda da sola oltre i tuoi limiti, magari di poco ma intanto ci vai, e sembra di avere le ciabatte addosso!
Per me rappresentano LA SCARPA.

Energy Boost 2

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Mi distraggo un attimo facendoci parecchie centinaia di km e senza dirmi niente Adidas lancia le Energy Boost 2.
Aspetta un po’: quel 2 starebbe per “seconda versione della perfezione”? Le MIE SCARPE sono già perfette! Cosa avete pensato di farci?
Parte la consueta documentazione sul web, e vedo che hanno messo più supporto sul tallone, praticamente trasformando il vecchio “scheletro” delle stringhe e del tallone, fatto di una plastica leggera senza pretese in qualcosa di più rigido e stabile. Per il resto le dichiarano identiche.
Vai di doppioclik e via, ecco la nuova scarpa addosso.
Alla prima uscita è come uscire dal concessionario con la tua nuova Ferrari cabrio sotto le chiappe (…sensazione nota a tutti no??), acceleri acceleri e ancora acceleri ma allo stesso tempo sei comodo, i sedili ti avvolgono, l’auto è incollata alla strada e non ti resta che goderti il panorama.
I primi km ti mettono davanti tutto quello a cui eri sempre abituato, c’è solo una virgola che ti stona, ma magari la scarpa deve solo “farsi”: la scarpa non “si fa”. Con la precedente versione era il mio piede che “vinceva”, e andava a mettersi come stava meglio dentro la tomaia, invece ora no, quel “castello rigido” ti tiene in posizione e pare sempre di avere una scarpa appena tolta dalla scatola addosso.
Dopo 800 km qualcosa è cambiato, ma poco: se le guardo ora che i km sono diventati anche di più sembrano nuove! Non sono neanche deformate! Per il resto cambia poco ma a me piacevano di più le altre, tant’è che anche se so che non è vero anche la stessa suola sembra lievemente meno “spingente”.
Ma il tempo passa, e l’obiettivo di questo nuovo anno è una ultramaratona, quindi si allungano i km e si corre tanto fuoristrada. Cosa mi serve? Una versione delle BOOST da trail, per esempio.

Energy Boost ATR

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La risposta arriva subito adidas ENERGY BOOST ATR, non proprio una scarpa da trail classica, ma con una tomaia più rigida, con uno scheletro di gomma leggera tutto intorno e una suola grippata diversa possono fare al caso mio, ideali per i trail leggeri.
Non ci penso neanche doppio click e via. Mi accorgo che insieme alle ATR escono anche le ESM, la terza versione da strada delle Energy Boost… Intanto testiamo le ATR poi vedremo.
Le ATR mi sembrano subito strette perché la tomaia così “arricchita” (resistono meglio alla neve e al freddo) si deforma meno, ma anche più “corte”. Non so davvero perché visto che sono lo stesso numero. Comunque poca differenza, anche perché adesso la pianta è larga! Molto larga visto che sull’avampiede ci sarà almeno mezzo cm di differenza. E chi mi tiene apposto il piede adesso? Un po’ per la tomaia più dura e la misura più piccola alla fine ci corro e anche bene tant’è che ne esce la mia prima 42.

Energy Boost ESM

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Corriamo senza indugio a fare doppio click per le Adidas Energy Boost ESM, terza versione delle stradali. Cosa vorrà poi dire ESM? Magari sono quelle striscette nere di gomma che hanno messo sulla punta e un po’ in giro sulla tomaia. Sembra anche che la stoffa sulle dita del piede sia più “leggera”.
Vediamo, e per sicurezza prendo mezzo numero in più vista l’esperienza con le ATR.
Sul numero c’ho azzeccato: come le cugine da trail sono più grandi ma più piccole.
Con il mezzo numero in più sulla lunghezza ci siamo ma la pianta ormai è una barca! Tant’è che non ho la solidità della tomaia delle ATR da trail, qua il piede va dove vuole. Anche la risposta dell’avampiede è totalmente diversa, si fa una fatica cane a correrci come si deve, vado a finire sempre sul tallone. Il boost non spinge neanche più come prima!
Delusione profonda. Per fortuna sono bellissime e me le posso mettere per andarci in giro. Anzi, decido di usare le ESM per gli allenamenti, specialmente per i lunghi lenti, per i trail le ATR vanno benone, in fondo avere una reattività spinta su certi sentieri non serve a molto, e per le gare cosa uso? Beh, ovvio: le mie fidatissime Energy Boost prima versione, gialle scolorite, con metà battistrada ancora a disposizione ma sempre comodissime come una pantofola e soprattutto con l’intersuola Boost sempre carica! Incredibile ma vero. Ne esce un altro personale sulla mezza (quasi 5 minuti in meno) e per di più le uso anche per alcuni lunghissimi che faccio per prepararmi alla ultramarathon!

Il primo amore non si scorda mai

Restano le migliori scarpe con cui abbia mai corso: ammetto però che le prime sono migliori delle ultime (Ultraboost escluse che non ho mai provato, quindi non mi pronuncio).
In fondo il colpo di fulmine ti fa innamorare una volta no? E si sa per noi runner romantici, l’amore è per sempre!

PS1: chiedo scusa a tutti quelli che in questi due anni mi hanno chiesto “che scarpa mi suggerisci” e io immancabilmente ho stressato allo sfinimento finché non si sono comprati una Energy Boost.
PS2: Chiedo ancora più scusa a chi non ho specificato di prendere il primo modello!
PS3: Io non le ho ancora testate ma spero davvero che le Ultraboost mi facciano riscoccare quella scintilla magica!
Ps4: per fortuna su ebay si trovano ancora le AEB 1 serie! E costano anche poco. Io tel l’ho detto eh.

TABELLA DI CONFRONTO

Adidas Energy Boost
Adidas Energy Boost 2
Adidas Energy Boost ESM
Adidas Energy Boost ATR
TOP: TUTTO! LA SCARPA PERFETTA
Top: sono simili al 90% alle precedenti
Colori ancora più belli dei precedenti
Top: sono belle! L’estetica non ha smesso di migliorare e le colorazioni disponibili sono tante e tutte accattivanti. Ideali per farci aperitivo e da mettere con i pantaloni alla moda stretti sulle caviglie ;-)
Più calde, resistenti alla pioggia e alla neve. Il fit super stretto e contenitivo (molto più di prima!) piace!Il grip della suola pur non essendo un classico da trail e ideale per chi preferisce comunque leggerezza e agilità rispetto ad una scarpa “cicciona”.
DOWN: Un po’ menodrop
Down. Troppo “contringente” il nuovo scheltro del tallone, ma magari ad alcuni più contenimento fa piacere.
Down. Se si cerca una scarpa a pianta larga non si compra una AdidasBoost = spinta! Si ok non è come la classica EVA ma ne è sparita un po’…
Perchè la PUNTA DELLA SCARPA non è più bella all’insù stile banana come prima? Grazie a quella forma prima si andava di avampiede senza tanti pensieri e adesso invece finisco sempre sul tallone!
Down: per quanto riguarda la misura  e tutto il resto vedi quanto detto per le ESM

 Enrico Segantin

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6 Commenti

  1. Io usavo le Energy Boost 2 e le trovavo eccellenti. Sono entrata in un negozio e ho provato le Ultraboost. Fantastiche, stesso stile delle energy boost 2 ma tallone più strettino. Non ho resistito e nonostante il “prezzo pieno” le ho prese. Ci ho fatto 38 km in 2 gg ed è come se le avessi indossate da sempre.

  2. condivido tutto quello che hai scritto..a differenza di te ho provato anche le ultreboost , ma l’energyboost 1 è tutta un’altra cosa..nonostante le ho da 3 anni ci gareggio ancora e mi danno sempre forti soddisfazioni..ho provato a cercarne altre del mio numero ma senza esito..spero di trovare prima o poi

  3. Gent.mo staff di Runlovers,
    ho un quesito a cui non trovo risposta certa e vorrei sottoporvelo, visto da questo articolo quanto amiate (come me del resto) le Adidas.
    Non riesco in nessun modo a trovare la mia misura delle Energy boost 1 modello, ma su ADIDAS ho trovato le Energy boost LTD. Il quesito e’:
    sono le stesse scarpe, ovvero le Energy boost 1?
    Ringrazio anticipatamente per la risposta.
    Buon lavoro e continuate con questa serieta’. Bravi.

  4. Profonda stima per le supernova 6 glide boast del tanto confort le ho ricomprate e penso possano entrare di diritto nella top 10 delle migliori scarpe running in giro in commercio ( anche la 7-8-9 ovviamente).

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