Scott Jurek: A volte lo fai e basta

Abbiamo dimenticato quanto sia divertente correre.
Rispondeva così Scott Jurek ad un giornalista che gli chiedeva come gli fosse venuto in mente di correre 100 miglia a piedi quando, per chiunque, si tratta di una distanza lunga da percorrere anche in macchina.
Ma questo è Scott Jurek, un tipo che con la corsa si è divertito davvero. Si è divertito a correre, e a vincere, tutte le più famose e dure ultramaratone degli stati uniti e non solo. Gare che, quando andava bene, misuravano 50 miglia (80 km) per arrivare anche a distanze superiori alle 100 miglia (160 km), come la Spartathlon che ne misura ben 152 (245 km).

L’esordio

Tutti i più grandi ultramaratoneti americani provenivano dalla California. Questo prima che arrivasse Jurek che, infatti, è del Minnesota. Una zona piuttosto fredda dove è più comune incontrare la neve che l’asfalto. Non a caso per Jurek il primo sport fu lo sci di fondo. Questo fino al suo incontro con una persona che gli cambierà la vita. Un amico dal quale non si separerà mai più e che lo iniziò al mondo della corsa. Il tipo si chiama Dusty Olson, un personaggio bizzarro che ispirò Scott trasformandolo in uno dei più grandi runners della storia. La prima gara di Jurek fu infatti una corsa di 50 Miglia alla quale prese parte come allenamento per la stagione dello sci di fondo, disciplina nella quale gareggiava con l’amico Olson. Il risultato della gara fu Olson primo e Jurek secondo. Non male come esordio.

Le conferme

Jurek capì in quell’esperienza di avere del potenziale e, soprattutto, realizzò quanto gli piacesse correre così a lungo. La stagione successiva si ripetè giungendo ancora una volta secondo alla corsa di 50 miglia. L’anno successivo, 1996, si preparò per bene e questa volta la vittoria non gli sfuggì. Fu la prima di tre vittorie consecutive in quella manifestazione. Dal 1998 si dedicò con maggiore attenzione alla corsa e, nel 1999 prese parte alla sua prima Western State 100, la gara di 100 miglia più prestigiosa degli USA.

Un runner del Minnesota vegano

Alla partenza della Western State 100 del 1998, tra i pretendenti alla vittoria non figurava il nome di Scott Jurek. Per prima cosa veniva dal Minnesota, e tutti i più forti ultramaratoneti erano Californiani, seconda cosa, da qualche anno ormai, Jurek era passato ad una dieta prima vegetariana e poi vegana, suscitando non poco scetticismo tra chi ne sentiva parlare.
Nonostante fosse del Minnesota e nonostante (o forse grazie ad) una dieta vegana Scott vinse la corsa. La vinse grazie al suo enorme talento e grazie al supporto del suo staff condotto, manco a dirlo, dall’amico di sempre Dusty Olson che per lunghi e delicati tratti fece da “lepre” a Jurek.
Dopo la vittoria, come sempre, Jurek si fermò all’arrivo attendendo tutti gli altri runners per complimentarsi con loro. Una tradizione che non abbandonò mai.

Fu solo l’inizio

La vittoria è una cosa ma la conferma è la parte più difficile. A Scott la cosa riuscì piuttosto bene tanto che vinse la Western State per ben 7 anni consecutivi, dal 1999 al 2005.
Nel 2005, oltre alla Western State, vinse la massacrante Badwater. Una gara di 217 km…che si svolge nella Death Valley…a luglio e con temperature che sfiorano i 50°C! Jurek si riconfermò anche l’anno successivo mentre vinceva anche la prima di tre consecutive Spartathlon. Una corsa quest’ultima di 245 km lungo il percorso che si ritiene sia quello originale compiuto da Fidippide qualche giorno prima della leggendaria ultima “maratona”, appunto.

Un precursore

Leggendo i numeri è facile capire quanto fosse forte Scott Jurek. Ma andando in profondità al personaggio si capisce come ci sia in lui molto di più. Dalla scelta legata alla dieta vegana, passando per la sua tradizione di attendere tutti i concorrenti all’arrivo delle ultra maratone cui partecipava. Scott Jurek è un personaggio di questo sport, forse IL personaggio, quello che ha aperto la via a gente come Krupicka e Killian ed incarna appieno lo spirito del trail runner.

Eat and run

Basandosi su queste esperienze, Jurek ha scritto un bel libro che si intitola Eat and Run (Per ora disponibile solo in inglese). Nel libro alterna i racconti degli episodi della sua vita con le cronache delle gare e ogni capitolo termina con una ricetta vegana.
La filosofia del tutto è molto semplice: correre è divertente. E se abbiamo dimenticato quanto divertente sia, è giusto che qualcuno torni a ricordarcelo ogni tanto.

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