il progetto
Il Progetto #DOMORE nasce da un pensiero che poi si è concretizzato in un tatuaggio. L’ho visto per la prima volta in un video di Casey Neistat, un videomaker statunitense, che in solamente due parole aveva riassunto il mio stile di vita e il modo in cui affronto ogni giornata. Solo due parole: Do More.
Decido così di scrivermelo sulla pelle, in un tatuaggio che è possibile leggere solo quando sono davanti a uno specchio. Perché è una frase che dico a me stesso, in un grafismo dalla duplice valenza: “do more” e “do move”.
È una motivazione: un modo per ricordare sempre che non dobbiamo accontentarci e che possiamo sempre andare oltre ai nostri limiti. È una spinta all’evoluzione.
Quest’idea, nell’incontro con 361°, si è evoluta ed è diventata un’esplorazione. La ricerca di cosa significhi “Do More” nella vita di molte altre persone che, da qui ai prossimi mesi, racconteranno cosa significa per loro questa filosofia.