Lo sport funziona meglio della terapia (per avere una vita serena)

Dicono che lo sport sia meglio della terapia. È una battuta ma secondo alcuni contiene una grande verità.

Avrai sentito più volte dire che correre è meglio della terapia. C’è molto di vero in questa battuta, anche se mai ci sogneremmo di consigliarla al posto di una terapia psicologica, né tantomeno intendiamo dire che gli psicologi sono inutili, anzi! Quando però ci capita di vedere consigliato su una rivista di psicologia proprio l’esercizio fisico, con toni che fanno intendere che in certi casi è pure meglio della terapia, ci incuriosiamo.

Davvero è meglio?

Prima di tutto va specificato che l’autore intende non il blando movimento fisico ma un impegno serio, di certo superiore alle linee guida consigliate dalle principali autorità sanitarie del mondo. Hai presente i 10.000 passi al giorno o i 150 minuti alla settimana? Ecco: quelli sono gli standard minimi. Qui parliamo di cose più impegnative: dai 3 allenamenti in su, dal tranquillo esercizio fisico all’HIIT fino al cross-fit. Un livello successivo, insomma.

L’idea è che i benefici del movimento garantiscono un umore e una resistenza psicologica proporzionali: in altre parole, la serenità, la positività e la forza mentale crescono al crescere dell’impegno fisico.
E i benefici non sono (solo) questi ma si estendono anche alla sfera fisica.

Ok, ma quanto?

Qualche idea te l’abbiamo già data ma qualche numero ti può aiutare, avendo in mente un dato ormai riconosciuto dalla medicina, e cioè che l’esercizio fisico diminuisce significativamente la possibilità di morte prematura, specie per problemi cardiaci.
Ok, il dato, dicevamo.
Una persona che si trova nell’intervallo inferiore (fino al 25%) della forma fisica aerobica ha cinque volte più probabilità di andare incontro a una morte prematura rispetto a una persona nel 2-3% superiore. Gli uomini capaci di fare 40 o più piegamenti sulle braccia hanno meno di un decimo delle probabilità di eventi cardiovascolari rispetto a quelli capaci di farne a malapena 10. Cioè: chi non riesce a completare una serie di 10 piegamenti sulle braccia ha 10 volte più probabilità di avere problemi cardiaci.

Insomm, secondo Thomas Rutledge – professore in residenza presso il Dipartimento di Psichiatria della UC San Diego – i parametri di benessere fisico sono molto più indicativi delle usuali analisi richieste dai medici. In altre parole, non sarebbe sbagliato eseguire un controllo medico periodico basato su test di sforzo piuttosto che sulle analisi del sangue o delle urine, o quantomeno non solo su queste ultime. Per un semplice motivo che è giusto ribadire: il livello di forma fisica è un indicatore molto accurato e affidabile dello stato di salute generale.

Più esercizio, più felicità

L’ambizione che Rutlenge ci consiglia di avere è quella di porsi obiettivi sempre più sfidanti. Partendo dall’assunto che migliore è la forma fisica, migliore è anche l’umore, ogni limite che si riesce a superare è carburante per la fiducia in se stessi e per il rispetto del proprio corpo e, di conseguenza, della propria mente.

Basta pensare a quanto è gratificata la psiche quando constata che una dieta sta riuscendo o che un’intensa e metodica attività fisica ha forgiato un corpo più tonico e in cui ci si rispecchia con più soddisfazione. È facile capire come – ossessioni a parte per la cura del corpo – più si riesce ad avere un fisico in salute e con una forma in cui ci si riconosce, più ne giova anche il benessere mentale.

È giunto il momento di smettere di vedere la cura del corpo come una leggerezza tipica delle persone superficiali. Si tratta invece di un’attenzione che non porta solo il beneficio dell’appagamento estetico ma anche più salute e più resistenza e serenità mentali.

Il movimento è una cosa troppo seria per essere presa con leggerezza.

(Via Psychology Today)

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