Forse ti stupirà saperlo ma Eliud Kipchoge non ha mai corso a Boston. Non è tutto: lui stesso candidamente ammette di non conoscere il percorso. Fra pochi giorni potrà finalmente correre sulle strade della più antica maratona – La Maratona, con entrambe le iniziali maiuscole.
Come è possibile che uno che ha vinto 15 delle 17 major a cui ha partecipato non abbia mai corso Boston? È possibile, evidentemente, e per una curiosa serie di circostanze: quando sembrava che fosse arrivato il momento giusto ci si è messo il Covid e nel 2021 la Boston si tenne a ottobre – invece che, come da tradizione, nel Patriots’ Day ad aprile – dopo troppo poco tempo dalle Olimpiadi.
Questo è insomma l’anno buono, anche se non bisogna per forza aspettarsi un nuovo record da lui né pensare che sarà facile, per quanto lui possa farlo sembrare. Del resto si può restare ingannati da uno che corre sorridendo anche se sta andando come un treno superveloce.
Il sito Boston.com ha raccolto le cinque cose da sapere assolutamente su questa partecipazione eccezionale. Eccole qui.
1. Di chi stiamo parlando
Vale la pensa ricordare chi è Eliud Kipchoge. Senza paura di esagerare, stiamo parlando del più grande maratoneta vivente, nonché uno dei più grandi e forti della storia.
Abbiamo già menzionato le 15 vittorie su 17 partecipazioni nelle più importanti maratone del mondo (Londra e Berlino in particolare le ha vinte quattro volte ciascuna), a cui vanno aggiunti i due ori olimpici a Rio e a Tokyo, ma se non bastassero le vittorie e il loro numero a essere impressionanti, ci si mettono pure i record. A partire da quello del mondo, stabilito a Berlino nel 2022 in 2 ore, 1 minuto e 9 secondi. Impossibile non citare anche un altro record assurdo, ossia quello sulla distanza della maratona (non in una maratona) stabilito a Vienna nel 2019 in un’ora, 59 minuti e 40 secondi, diventando così il primo uomo della storia a scendere sui 42.195 metri sotto le due ore, anche se coadiuvato da un percorso ad hoc e dall’aiuto dei pacer.
Un’altra curiosità riguardo a Berlino dà l’idea di quanto veloce sia stato: dopo aver tagliato il traguardo ha avuto il tempo di ringraziare il suo allenatore Patrick Sang, posare per le foto e festeggiare avvolto nella bandiera keniana, prima che arrivasse il secondo classificato… ben 4 minuti e 49 secondi dopo di lui.
2. Project Eagle
Come puoi immaginare, un atleta del suo livello non si iscrive a Boston, è Boston che lo cerca. Avere atleti di alto livello è una prerogativa di ogni gara e gli organizzatori della più antica maratona del mondo hanno cercato di averlo per così tanti anni che l’operazione ha pure un nome, “Project Eagle” appunto. Dove Eagle sta per… beh, l’avrai capito.
Del resto Boston è l’unica delle major (che sono Tokyo, Boston, Londra, Berlino, Chicago e New York) – assieme a New York – che gli mancava.
Ma non devi pensare che una città valga l’altra e, se hai familiarità con i tempi stabiliti nei diversi percorsi, ti sarai accorto che variano molto. Berlino per esempio è la più veloce poiché si corre in piano e ha un percorso che agevola la velocità (non a caso il record del mondo è stato stabilito lì) mentre Boston è resa difficile dai frequenti cambi di livello e dal tempo imprevedibile.
3. Comunque vada, non sarà record
O quantomeno non lo sarà ufficialmente. I risultati conseguiti a Boston non sono infatti omologabili dalla World Athletics per via del percorso e del dislivello.
Kipchoge, che comunque potrà sempre stabilire il record del percorso, dovrà battere il notevole 2:03:02 di Geoffrey Mutai, stabilito nel 2011.
4. Intanto lui si è allenato
Nel caso volessi imitarlo, questo è il suo carico di allenamento tipo:
- 215 chilometri settimanali
- distribuzione dei lavori secondo una proporzione 80/20, dove 20 sta per 20% di lavori intensi e veloci e 80 di corsa più leggera (ma comunque molto prolungata nel tempo)
- ogni due settimane almeno una quasi maratona (circa 40 km).
Nel frattempo si allena ogni giorno salvo uno di recupero e dorme 10 ore al giorno, compreso un sonnellino pomeridiano di due ore.
5. Cosa lo aspetta. Ma soprattutto chi lo aspetta a Boston
Non ci sarà solo Boston ad aspettarlo ma soprattutto dei contendenti molto agguerriti e fortissimi, a partire da Evans Chebet – che l’anno scorso ha vinto proprio a Boston e a New York – Gabriel Geay, Benson Kipruto (vincitore nel 2021) e l’etiope Lelisa Desisa.
Dal record di Mutai del 2011 nessuno è riuscito mai a scendere sotto le due e 5 minuti. Boston è la più antica e gloriosa maratona del mondo, e giustamente lo è anche per i numeri e la difficoltà. E fra pochi giorni Eliud Kipchoge li sfiderà, uno a uno.