Gli atleti professionisti , quelle persone comuni che per lavoro praticano uno sport, ci sembrano spesso degli alieni capaci di imprese sovraumane e che la genetica e l’allenamento hanno portato a dei risultati superiori a quelli che la quasi totalità della popolazione rimanente non riuscirà mai a raggiungere. Se la possibilità di raggiungere gli stessi risultati per noi amatori è fuori discussione, è anche vero che possiamo però continuare a correre (o praticare qualsiasi altro sport) mettendo in pratica delle metodiche di allenamento che ci rendano più simili ai professionisti. C’è, in particolare, una caratteristica che possiamo cercare di copiare, quella della visualizzazione degli obiettivi.
Cosa significa visualizzare gli obiettivi
Molto semplicemente, si potrebbe dire che visualizzare gli obiettivi sia il mettere a fuoco nella nostra mente la situazione che vorremo vivere, ma è una definizione un po’ stretta e poco chiara. Il processo di messa a fuoco infatti deve essere ben impiantato nella nostra mente – un po’ come gli innesti nei sogni di Inception – e deve riguardare ogni singolo aspetto della situazione che andremo a vivere.
Per un atleta professionista questo significa preparare nella testa una mappa di tutto ciò che succederà il giorno della gara, partendo dalla cosa più ovvia: partecipare alla gara con l’intenzione di fare il miglior risultato possibile – magari vincere – ignorando o quantomeno gestendo al meglio i fattori esterni. È quello che vediamo quando guardiamo in televisione la Maratona di Berlino o dei giochi Olimpici: atleti fortissimi che partono guardando solo avanti a sé e che interagiscono il meno possibile con il resto degli atleti, concentrati e focalizzati ciascuno sul proprio obiettivo.
Ognuno di loro pensa a ciò che vorrebbe accadesse (vincere o fare il proprio record) e cerca di evitare il pensiero di ciò che non vorrebbe (un infortunio o anche il solo essere superato da un avversario). Oltre che dal punto di vista fisico, quindi, ci si deve allenare da quello mentale, che è probabilmente l’allenamento più difficile.
Come restare focalizzati
- Il primo passo da fare è quello di decidere quale sia il nostro obiettivo. Uno solo, possibilmente semplice, a esempio “migliorare il mio tempo sui diecimila metri”.
- Il secondo step è quello di immaginare in che modo si raggiungerà quell’obiettivo. Durante una corsa di allenamento o durante una gara? Su che percorso? E cosa indosserò?
- Il terzo è quello di immaginare la corsa, dal punto di inizio al traguardo. Immaginare dove si avrà difficoltà e dove invece le cose andranno bene, cercando di volta in volta di allenarsi per superare i punti critici.
Ognuno di questi particolari deve essere ben chiaro nella nostra testa, in modo che l’esperienza sia il più possibile immersiva e che, al momento in cui la vorremo mettere in atto, ci paia familiare e “già vissuta”. È questo il trucco: fare qualcosa che nella nostra testa sembra semplice, qualcosa che pensiamo di essere in grado di fare senza eccessiva difficoltà. Il pluricampione olimpico e detentore del record del mondo (e primo e unico uomo finora ad aver corso la distanza della Maratona sotto le due ore) Eliud Kipchoge è un esempio – L’Esempio – di questa tecnica.
E se ce la fa lui, perché non puoi metterla in pratica anche tu?