La regola del minuto

Riesci a completare le cose che devi fare? Ti perseguitano se non le fai? È ora di usare la “regola del minuto”

Iniziamo con una promessa: questo non è un articolo che ti suggerisce come aumentare la produttività svegliandoti alle 6, facendo una doccia fredda di 30 minuti e mangiando 6 uova crude. Questo metodo non è magia, richiede pochissimo tempo ed è basato su una constatazione semplicissima:

Ci sono cose che ci metti un minuto a fare. L’idea di doverle farle (non facendole, nel frattempo) invece ti perseguita, saturando la tua mente con l’assillo di doverle fare.

In altre parole, ci sono tante cose che devi fare e che sono sulla tua to-do list che impegnano poco tempo per essere fatte, ma se non le fai impegneranno la tua mente costantemente. Fino a che non le farai. Ma procediamo con ordine.

Come funziona il cervello

Si chiama “effetto Zeigarnik“ dal nome dello psicologo russo Bluma Zeigarnik che scoprì un aspetto curioso del cervello umano, ossia che è portato a ricordare più facilmente attività da completare piuttosto che quelle già completate.

In altre parole, una volta che hai fatto qualcosa non te ne ricordi più. Con almeno due effetti, uno positivo e uno negativo: quello positivo è che il cervello si libera di cose da ricordare e ha più spazio ed energia per farne di creative o più impegnative, e uno negativo, e cioè che ciò che non fai ma che devi fare non ti dà tregua. Cioè quello che si diceva prima: le cose che devi fare non ti danno tregua (non le dimentichi) finché non le fai. Soluzione? Farle!

La regola del minuto

La prima cosa da fare è osservare la tua to-do list (ne hai già fatta una, vero?) e organizzarla in funzione del tempo che le attività presumibilmente ti richiederanno: sicuramente lavorare a quel progetto ti richiederà ore e ore ma rispondere a certe mail, pagare quella ricevuta, svuotare la lavapiatti e caricare l’asciugatrice sono attività che puoi fare in pochi minuti.

Come avrai capito, parlando di “regola del minuto” si intende “qualcosa che puoi fare in poco tempo”, non necessariamente in un solo minuto.

Diciamo che puoi dividere la tua lista delle cose da fare in due aree, non distinguendo per ora tra vita privata e lavoro. L’unica distinzione che devi fare è fra cose che puoi fare in poco tempo e cose che richiedono ore o giorni. E poi fai il numero maggiore di cose “veloci” in un tempo definito.

Oltre al senso di gratificazione che deriva dal completare attività (per poi dimenticartene), il beneficio è che riesci a liberare la mente per quelle veramente impegnative, alle quali puoi ora dedicare più energia e spazio mentale.

Il cervello ha infatti questo bug di programmazione – diciamo così: ricorda tutto in maniera uniforme, sia che sia importante che meno importante, e soprattutto indipendentemente da quanto sia impegnativo farlo. Ecco perché devi aiutarlo a dare un ordine a tutto, sottoponendogli attività semplici e poi sempre più complesse. Come avrai capito, la cosa più importante è completarne il più possibile, ed ecco perché è logico partire proprio da quelle più semplici.

(Via Inc.)

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