-
Lo scroll sul cellulare è diventato un gesto automatico che associa gratificazione istantanea, ma può creare dipendenza.
-
La corsa, al contrario, offre gratificazioni a rilascio lento e richiede impegno e pazienza per ottenere risultati.
-
La corsa genera una dipendenza positiva grazie al rilascio di endorfine, offrendo una sensazione duratura di benessere.
Un gesto che fino a pochi anni non facevamo è scrollare una pagina per aggiornarla. Lo facciamo tutti sul cellulare ed è un gesto così naturale che non ci badiamo nemmeno più. Eppure 10 anni fa non esisteva. O meglio: esisteva ma in un ambiente preciso: quello delle slot machine, cioè nei casino. Già questo dovrebbe fornire qualche indizio. La sua meccanica non è casuale e serve ad associare a un gesto una ricompensa, o almeno la speranza di una ricompensa: vincerò dopo aver tirato questa leva?
Quando studiarono con quale gesto l’utente poteva aggiornare la pagina dell’app che stava visualizzando, decisero che ricreare quella stessa meccanica avrebbe funzionato molto bene: in fondo facciamo così – scrolliamo – in attesa che qualcosa cambi. Una notizia, un like, una nuova mail a cui teniamo.
Per questo oggi si parla di gratificazioni istantanee: ogni giorno, decine di volte al giorno, ne cerchiamo maneggiando ossessivamente il cellulare. Quel gesto infatti ha anche una componente emotiva e psicologica: associa alla gratificazione l’esecuzione del gesto. In altre parole la nostra mente attende che dopo quel gesto arrivi qualcosa di eccitante: attende insomma un’iniezione di endorfine. Il problema è che ne diventa anche dipendente.
Per fortuna poi corriamo.
Gratificazioni a rilascio lento
All’estremo opposto della ricerca di queste piccole ma frequenti gratificazioni c’è la corsa. Difficilmente infatti si potrebbe immaginare qualcosa di più distante: le soddisfazioni che ti dà infatti:
– Sono diluite in un tempo lunghissimo
– Richiedono fatica
– Spesso non portano ai risultati sperati, a volte non portano proprio a nessun risultato.
Partiamo da uno dei tanti aspetti positivi della corsa: mentre la pratichi non puoi scrollare il cellulare. Oddio, potresti pure farlo ma col rischio di schiantarti nel frattempo. Pensaci: in moltissimi altri frangenti della vita lo puoi fare ma mentre corri no, o con una certa difficoltà.
Questo impedimento la pone in una categoria a parte: se scegli di correre, insomma, accetti di non avere gratificazioni istantanee e anzi, stai posticipando quelle che (difficilmente) verranno a un giorno indefinito.
Perché lo facciamo?
Oh, sempre con queste domande! Perché perché perché!
Ok, vediamo di dare una risposta, e lo facciamo analizzando quali sono le altre condizioni durante le quali non usiamo il cellulare:
1. quando dormiamo
2. quando siamo concentrati su qualcosa che richiede la nostra attenzione o ci piace
3. quando è in riparazione
4. quando ci sforziamo di non usarlo.
Non ci sono molti altri casi in cui non possiamo/vogliamo usarlo, davvero.
Fra questi, il caso 1. È necessario e vitale e non produce gratificazione ma solo riposo, il 2. Produce piacere o soddisfacimento di un dovere, il 3. Vabbè, sfortuna e il 4. È un’imposizione che ci può provocare frustrazione.
Quando corriamo invece stiamo incosciamente scambiando la gratificazione istantanea con una più duratura, che sappiamo che non arriverà presto ma che accettiamo lo stesso. Del resto abbiamo deciso di fare uno sport nel quale le nostre possibilità di vincere sono praticamente nulle, è evidente che i motivi sono altri.
La merce di scambio
È evidente che accettiamo un tipo diverso di gratificazione per altri motivi. Nel caso della corsa non si tratta nemmeno di una gratificazione simile a quella dello shot endorfinico che il cellulare ti dà. O meglio: la natura è la stessa ma il rilascio è molto più lento e duraturo. La sensazione che hai dopo aver corso ti resta addosso per ore, a volte dura anche il giorno dopo. Spesso parliamo del circolo vizioso-virtuoso perché il benessere che deriva dalla corsa crea una dipendenza buona che induce a rinnovarlo continuamente.
Consciamente o meno, sappiamo ricercare quella sensazione più profonda che solo la corsa ti dà, anche perché ne capiamo la qualità di gran lunga superiore rispetto alle microdosi endorfiniche del cellulare, che creano invece una dipendenza che spinge solo a ripetere l’azione, ben sapendo che il grado di soddisfazione è sempre più misero e la necessità tossica di procurarselo ci schiavizza sempre di più.
Quello del cellulare non a caso è definito “scroll infinito”: potresti farlo per sempre senza giungere alla fine, mentre nel frattempo la gratificazione che ne trai si affievolisce sempre di più.
La corsa invece, coinvolgendo corpo e mente uniti nello sforzo e nella fatica, genera una tempesta di endorfine.
Se ne diventa dipendenti, è vero: ma quanto bene fa esserlo?