Stiamo approfondendo, insieme a New Balance, cos’è la corsa per tutti noi, come dicevamo qualche giorno fa. Abbiamo ricevuto moltissime lettere e oggi pubblichiamo la prima, scritta da Daniela, che ci ha colpito moltissimo perché focalizza l’attenzione su un aspetto molto importante: l’equilibrio.
Se anche tu vuoi contribuire con il tuo punto di vista su “Run your way”, sul tuo modo di intendere la corsa e su cosa sia per te, inviaci un’email a info@runlovers.it. C’è chi corre per restare in forma, c’è chi corre per partecipare alle gare, c’è chi corre per il pacco gara, c’è chi corre per meditare, chi lo fa per prendersi un momento di pausa dalla vita, per stare meglio mentalmente, per risolvere problemi, e c’è pure chi corre perché è l’unico sport che gli permette di organizzarsi con gli allenamenti tra un impegno e l’altro. Ogni opinione, ogni punto di vista conta.
Cos’è la corsa per me?
Potrei raccontarvi perchè ho cominciato a correre, perché ho deciso di dedicargli la mia vita, perché pianifico le mie attività quotidiane in funzione degli allenamenti.
Ma voi questo lo sapete già.
Vi racconterò invece di una mattina qualunque, quando la sveglia suona troppo presto, la città fuori sta ancora dormendo, così come me, mentre mi trascino fuori dal letto.
Cerco a fatica di mettermi le lenti a contatto, che altrimenti non ci vedo nulla e inciampo.
Vado in salotto, metto i vestiti che ho preparato la sera prima e la mia testa mi dice “dai, ma sei sicura? Dai torna a letto. Oggi sei stanca, non fare scherzi. Forza, torna a dormire”.
Una piccola parte di me vorrebbe cedere ma… la avverto, avverto quella sensazione: è un mix tra euforia, energia, pace.
Veloce prendo le ultime cose, chiudo la porta e sono in strada.
L’aria fresca del mattino mi colpisce il viso, ci sono solo io.
La mia mente è vuota, in attesa.
Faccio qualche metro a piedi, qualche andatura, attivo il tracker e sto correndo.
La mente si affolla di pensieri: cosa devo fare durante la giornata, come gestire quella situazione a lavoro, la lavatrice che ho dimenticato di fare la sera prima, ed intanto spingo, sento il cuore che pompa nel petto, sento tutti i muscoli che lavorano insieme, che reagiscono.
I pensieri continuano ad affollare la mia mente, ma piano piano diventano meno confusionari, comincio a riproporzionare le urgenze, sento che in fondo, alcune cose non erano poi così importanti o complicate, come avevo pensato.
Incontro un altro runner, ci salutiamo e proseguo per le strade della mia città.
Intanto l’aria è meno pungente, il cielo si rischiara e sento gli uccellini che si stanno svegliando dal torpore del sonno.
Arrivo nel mio punto preferito: c’è una strada, ad un certo orario del mattino, dove alla mia sinistra è ancora notte e alla mia destra, sorge l’alba.
E in quel momento, realizzo che quello che conta davvero è quell’attimo, quel respiro, quel battito, il rumore dei miei passi sull’asfalto.
È quella strada, che è la metafora della vita, in bilico tra notte e giorno, luce e buio.
E io sono in equilibrio.
E io corro.