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Marie-Josée Ta Lou aveva il sogno di diventare una calciatrice professionista, ma il talento nei 100 e 200 metri l’ha trasformata in un modello d’ispirazione per l’atletica della sua nazione.
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La sua carriera è stata caratterizzata da alti e bassi ma il desiderio di una medaglia d’oro l’ha spinta a continuare nonostante le delusioni, come ai Giochi Olimpici di Tokyo.
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Sotto la guida di un nuovo allenatore e grazie all’incoraggiamento del suo fidanzato, Ta Lou si è reinventata, lavorando sodo per i Campionati del Mondo di Budapest.
Essere tra le più veloci ma non riuscire a tagliare per prima il traguardo. Essere tra le migliori ma non riuscire a vincere. All’atleta Marie-Josée Ta Lou manca solo una medaglia d’oro. Dove solo è soltanto una parola.
Originaria della Costa d’Avorio il desiderio di Ta Lou era sempre stato quello di essere una calciatrice professionista. Invece il talento e l’insistenza dei suoi fratelli l’hanno portata ad essere la figura d’ispirazione per molte giovani promesse nel mondo dell’atletica del suo paese.
La storia di Ta Lou è fatta di alti e bassi. Ta Lou è stata spesso sfortunata proprio nei giorni e nelle occasioni in cui avrebbe dovuto essere perfetta.
In competizioni del livello delle Olimpiadi e dei Campionati del Mondo, in gare in cui i corridori devono esibirsi in una prestazione impeccabile, ogni minimo passo falso può farti giocare la medaglia d’oro. Nel migliore dei casi, quindi in caso di vittoria, diventerai una specie di superstar globale. Nel peggiore dei casi rischierai di cadere nel dimenticatoio.
Le Olimpiadi di Tokyo, in cui è riuscita a collezionare solo un quarto posto nelle finali dei 100 metri e un quinto posto nelle finali dei 200 metri, hanno rappresentato la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Ta Lou dopo aver chiamato in lacrime il suo fidanzato voleva annunciare il suo ritiro.
Arrivata a quel punto, aveva dichiarato di non voler più continuare a correre. Per lei era troppo.
Com’è finita?
O forse dovrei dire come non è finita.
Ta Lou non si è ritirata. Sotto la guida di un nuovo allenatore e grazie all’incoraggiamento del suo fidanzato si è rimessa a lavorare sodo. Ha ripreso così fiducia in sé stessa e nel lavoro svolto, tanto da affermare di essere in corsa per quella medaglia d’oro che le manca e tanto desidera.
L’obiettivo sono i Campionati del Mondo che si terranno in Ungheria, a Budapest, il prossimo 19 agosto.
Nell’atletica leggera l’appuntamento più importante per un atleta sono le Olimpiadi che si disputano ogni quattro anni e i Campionati del Mondo che si tengono ogni due anni. Gli atleti sono sotto gli occhi attenti degli sponsor a caccia di nuovi talenti da mettere sotto contratto. Siglare nuove sponsorizzazioni è un aspetto importante per non dire indispensabile per il futuro di un atleta élite.
In questa stagione Ta Lou si è messa in gioco in molte competizioni a cui la maggior parte degli atleti non ha preso parte per non disperdere energie e arrivare nel pieno della forma agli appuntamenti più importanti, quindi i Campionati del Mondo e le Olimpiadi.
Questi incontri secondari si sono dimostrati preziosi per Ta Lou, per adattarsi a un nuovo stile di corsa e testare i benefici di un diverso regime di allenamento che l’ha resa un atleta competitiva su tutti i fronti, in grado di competere ad armi pari con i suoi avversari.
Ti sembra una storia già sentita? Può essere, perché potrebbe tranquillamente essere la tua.
Tu sei lei
Senza avere un passato trascorso tra scarpette chiodate e una pista in tartan, senza che fosse nemmeno il tuo più recondito desiderio custodito gelosamente nel cassetto, per un motivo o per un altro hai iniziato a correre. E ti è piaciuto.
Non ti è semplicemente piaciuto. Ci hai preso così gusto che ti sei detto di voler migliorare e ti sei posto nuovi obiettivi e traguardi da raggiungere. Hai gioito quando ce l’hai fatta e ti sei demoralizzato quando non è andata come speravi. Ma chi te lo fa fare? Quante volte ti sei ripetuto questa frase. Tante ore trascorse ad allenarti, tanti sforzi e sacrifici per cosa? Non è nemmeno il tuo lavoro.
Non sarà il tuo lavoro, ma è un po’ come se lo fosse. Siamo tutti un po’ Ta Lou. Leggere la sua storia, così come quella di tanti altri atleti élite, mi ha ricordato quanto la corsa sia democratica verso chiunque decida di accoglierla nella sua vita. Indipendentemente dal nostro talento e dalle nostre doti. La corsa ci metterà di fronte alle stesse sfide, gioie e dolori che ognuno declinerà e vivrà a modo suo.
(Ispirato dal New York Times)