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Cascadia 17 è la nuova versione delle scarpe da trail running di Brooks, caratterizzata da una suola più flessibile e stabile, adatta a diversi tipi di terreni.
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La suola divisa in microblocchi e il piatto in pebax nell’intersuola offrono una calzata naturale, protezione e spinta senza sacrificare la comodità.
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Cascadia 17 si distingue per la traspirabilità e la stabilità durante la corsa, garantendo una buona aderenza e performance su terreni tecnici, pur mantenendo una certa rigidità.
Tanto Brooks ci ha abituato a molte certezze sul reparto strada quanto oramai ci ha abituato a repentini cambi di rotta per quanto riguarda l’offroad. Cascadia 17 è una scarpa a suo modo molto diversa da Cascadia 16 e io mi sento di dire: bene così.
Cascadia è per Brooks il modello di punta per il trail running, non per forza il migliore ma sicuramente la scarpa che copre il maggior numero di tipologie di utilizzi, la tuttofare del fuori strada. Ecco perché il lancio è avvenuto in grande stile: non una semplice presentazione o un breve test ma due giorni a Livigno – patria di tutti gli sport outdoor – in cui poter toccare con mano, approfondire, provare, chiacchierare con il team di Brooks al completo. E quale migliore occasione di test della Livigno Sky Marathon? La scelta non è casuale: da quest’anno Brooks è title sponsor dell’evento e coglie l’occasione per rafforzare la partnership con la città. Certo, sicuramente una gara non per tutti, molto molto tecnica e impegnativa (qualificante per quella passeggiata chiamata Trofeo Kima), ma ci ha permesso di testare la scarpa su terreni decisamente eterogenei: dai single track nei boschi alle pietraie, dai nevai alle cime tecniche, dalle discese ardite a quelle più corribili.
Cosa cambia e cosa no
Abbiamo iniziato dicendo che Cascadia 17 è cambiata molto, veniamo al sodo. La differenza più evidente (visivamente e non) è sicuramente la suola. Passiamo da un monoblocco che rendeva la scarpa particolarmente rigida – forse il suo difetto più grande – a una struttura divisa sia orizzontalmente che longitudinalmente in sei microblocchi. In questo modo la suola può seguire il piede in ogni suo movimento, restituendo particolare naturalezza alla calzata. Inoltre la tacchettatura è stata completamente ridisegnata: pur mantenendo quindi i medesimi materiali (la mescola proprietaria TrailTack) abbiamo un prodotto molto più stabile e confortevole.
Troviamo poi, circa a metà dell’intersuola in DNA LOFT v2, un piatto in pebax tripartito longitudinalmente: una scelta (sia di materiali che di struttura) che permette spinta e protezione senza irrigidire inutilmente l’appoggio rendendo più fluida la rullata, una soluzione che molti brand stanno adottando in questo segmento.
La tomaia ha subito un leggero redesign ma rimane sostanzialmente invariata: un doppio strato (interno morbido ed esterno in ripstop antigraffio) e un buon compromesso tra peso e protezione grazie a inserti in TPU fanno sì che questo modello sia particolarmente adatto ai neofiti del trail running senza però che sia snobbato da chi sa bene come muoversi sui sentieri.
Come va
Non ho mai amato particolarmente Cascadia 16, la sua rigidità era per me respingente e la conchiglia poco si adattava al mio piede a pianta stretta. Ecco perché invece Cascadia 17 è stata una piacevole sorpresa. Pur considerandola comunque una scarpa rigida – anche in rapporto al mercato attuale del trail running – il grosso lavoro fatto sulla suola permette una sorta di rigidità dinamica, rendendola molto più versatile e con un fit adatto anche a chi (come me) ha una pianta stretta. Ho aperto la scatola e ci ho corso la Livigno Sky Marathon: seppure questa cosa di testare una nuova scarpa direttamente in gara (anche gare da 100 km!) sia diventata involontariamente la mia cifra stilistica non mi sentirei di consigliare questa pratica a nessuno. Ma quello che mi preme sottolineare è che – nonostante tutte queste premesse sbagliate – non ho mai avuto il minimo problema per tutta la durata della gara. Se sulla salita ero sereno, avevo ovviamente molti dubbi sulla discesa: indossare una scarpa che non conosci mentre spingi su una discesa ripida e tecnica nasconde evidentemente molte incognite. Ma è andata bene. Molto bene. Sia dal punto di vista del grip che dal punto di vista della tenuta e della stabilità in generale, mi sono potuto concedere un paio di quelle che un mio amico chiamerebbe “discese a bomba”: certo poi i miei quadricipiti hanno chiesto il conto, ma di questo non posso certo dare colpa alla scarpa.
Altra piacevole sorpresa? La traspirabilità. Attraversando un nevaio mi è capitato di finire in un acquitrino di acqua gelata fino alle caviglie e non posso ripetere la mia espressione di sorpresa con le stesse parole. Il timore era comunque chiaro: scarpa piena di acqua freddissima nemmeno a metà gara, piede cotto, ipotermia e vesciche garantite. E invece sono bastati pochi chilometri di corsa affinché tutta l’acqua uscisse e il piede tornasse asciutto; ispezionando attentamente la soletta più tardi mi sono reso conto che una serie di piccoli fori hanno evidentemente aiutato il processo di traspirazione.
Forse il dubbio più grosso che mi rimane è sul sentiero corribile, nel senso che su questo tipo di fondo vorresti subito una scarpa più leggera e reattiva. Però come sempre si tratta di sapere cosa stai andando a fare: non sceglierai Cascadia 17 per la tua prima WSER dove vorrai spingere come Courtney Dauwalter, ma la trovo assolutamente una buona scelta per percorsi misti, anche con tratti molto tecnici.
Spoiler
Nel weekend a Livigno abbiamo avuto l’opportunità di chiacchierare – oltre che con tutto il team Brooks Italia – anche con Nick Clinton, Product Line Manager del reparto trail running, arrivato direttamente da Seattle per l’occasione. Ci ha parlato prima di tutto di Catamount Agile (come dice il nome, una versione di Catamount particolarmente minimal e fasciante), in uscita per la stagione SS2024 e già indossata da molti atleti Brooks per le gare brevi e veloci, vista anche pochissimi giorni fa ai piedi di Daniel Pattis mentre tagliava il traguardo della LUT20k. Abbiamo poi visto anche Caldera 7 – proprio ai piedi di Nick, in uscita a febbraio 2024 – che mantiene grossomodo le stesse forme e geometrie oversize ma con materiali completamente rivisti. Ne parleremo più approfonditamente non appena le avremo tra le mani.
Cascadia 17 è disponibile sul sito Brooks al prezzo di listino di 150€ (assolutamente onesto e competitivo rispetto al resto del mercato).