È un po’ come quando scopri che l’anguria con la feta è buonissima. Del resto dovevamo già capirlo da prosciutto e melone negli anni 80 che la frutta non è adatta solo per la macedonia. Anzi, è un ingrediente sorprendente nei salati. Onestamente sono addirittura arrivata a preferirla, nei salati nonostante ne sia una mangiatrice vorace, assidua e fedele in ogni stagione.
Credo ci sia più frutta e verdura nel mio corpo, che sangue e acqua.
Un abbinamento vincente che ho visto una decina di anni fa su un canale Food, quando ancora non pullulavano e straripavano in ogni dove. Nigella Lawson arrostiva pesche con la vestaglia. E poi ci metteva su della burrata. Inutile fare la politically correct. Ho pensato “ah, sti inglesi!”.
Per poi ricredermi e rimanere fedele all’isola che mi ha rubato il cuore e alla corona. Perdono! Sti inglesi ne sanno e pure tanto. Fosse solo per un accostamento che in realtà si fa in Italia da tantissimo tempo, proprio come prosciutto e melone. Storcerai il naso se non l’hai mai provato, lo so. Sempre così. Poi però al primo boccone ti ricrederai.
Ma come si fa?
In pratica devi grigliare le pesche spennellando con olio ed erbe aromatiche che ti piacciono, sale e pepe. E servire con una burrata bella fresca. Giro di olio extra vergine d’oliva, sale e pepe: fatto.
Un accostamento incredibile (e se ti capita prova pure feta e pesca arrostita con qualche foglia di menta o basilico. E poi mi dici come è andata? )