Milano andrà solo in bicicletta?

Cambio è l'ambizioso progetto che coinvolge tutta l'area metropolitana di Milano, mettendo tutti sulle due ruote

Il progetto si chiama “Cambio” ed è stato presentato alla fine dell’anno scorso. Coinvolge non solo Milano ma, più estesamente, tutto il territorio metropolitano della città, per un totale di 750 km di piste ciclabili percorribili.

Descritto così e al di là dei numeri sicuramente importanti, potrebbe sembrare si tratti di un altro ambizioso progetto di “ciclabilizzazione” del territorio. Studiandolo più nel dettaglio si capisce però che Cambio è un sistema integrato più complesso con uno scopo preciso (permettere a quante più persone di spostarsi in bici, limitando o eliminando la necessità di farlo con i mezzi) ma con altri obiettivi non secondari, come aumentare la sicurezza e il benessere dei cittadini, avendo di conseguenza impatti positivi sul sistema sanitario. Cerchiamo di capire come.

Perché l’Italia non va in bici?

O forse sarebbe meglio chiedersi: perché gli italiani non vanno in bici molto più di quanto già non facciano? La risposta in questo caso è semplice: circolare in bici non è del tutto sicuro perché le nostre città sono a dimensione di auto. Le strade sono fatte per accogliere i flussi meccanizzati (non solo auto ma anche autobus, tram, moto, motorini) e poi, lateralmente, i pedoni. In questo sistema non trovano o trovano difficilmente spazio i ciclisti, spesso compressi in piste ciclabili ricavate da fette di asfalto di risulta e di certo non considerati come utenti della strada al pari degli automobilisti.

La soluzione di Cambio è quella – ed sta qui la rivoluzione – di dare invece priorità alle piste ciclabili o di renderle quantomeno un’alternativa sicura e spesso preferibile alla strada carrabile. Come farlo? Innanzitutto studiando una viabilità che in buona parte sia indipendente da quella esistente in modo da non dover chiedere il permesso, per così dire. Cambio è infatti basato sulla sovrapposizione di 3 griglie viabili: una composta da 4 linee circolari e concentriche e da una radiale che dal centro esce verso i comuni dell’hinterland (chiamati “superciclabili”) e quattro corridoi verdi (Greenways) che iscrivono la zona metropolitana e i suoi comuni in un grande quadrilatero i cui lati si trovano su vie verdi, parchi o zone ambientali di grande bellezza.

I servizi a portata di pedale

Cambio è anche studiata in modo che l’80% dei servizi principali (negozi, scuole, ospedali, uffici pubblici) siano raggiungibili entro almeno 1 km da qualsiasi sua linea e che il servizio possa coprire l’86% della sua popolazione.

Parlo di “linee” non a caso, perché guardando la mappa di Cambio si può notare qualcosa di familiare: sembra infatti di trovarsi di fronte alla pianta della rete della metropolitana. Ci sono le fermate, ci sono i colori diversi (le linee circolari sono tutte blu, quelle radiali hanno diversi colori, le greenways sono… verdi!), c’è una segnaletica dedicata e facilmente riconoscibile.

Dando la priorità a un mezzo di trasporto ormai universalmente riconosciuto come più veloce e a impatto zero, i benefici sono molteplici. Non si tratta infatti solo di permettere alle persone di muoversi facilmente ma altre sono le ricadute, nel lungo periodo ancora più interessanti. Più ci si muove, più il benessere generale aumenta e minore è quindi il carico sul sistema sanitario. Meno le persone sono costrette a usare l’auto, minore è l’inquinamento. Più le persone possono muoversi su strade a loro dedicate, più si minimizzano i conflitti con altri flussi (in particolare quello meccanico), riducendo così incidenti e quindi un ulteriore carico sul sistema sanitario e produttivo.

Quanto costerà?

Il costo previsto per la realizzazione di Cambio è di 250 milioni di euro. Possono sembrare tanti o pochi ma, come sempre, è più importante valutare il quadro generale: spendere ora una cifra significativa per un progetto di così grande portata può arrivare a far risparmiare a Milano fino a un miliardo di euro in termini di costi sanitari, perdita di produttività di persone coinvolte in incidenti e quindi impossibilitate a muoversi o, peggio, ammalatesi per le condizioni ambientali poco sane.

L’obiettivo finale è quello di arrivare entro il 2050 a rispettare gli accordi di Parigi: zero emissioni e un sistema di mobilità che metta tutti in sicurezza, permetta di spostarsi velocemente e migliori il benessere generale.

Non è una prospettiva bellissima?

(Credits immagine principale: halit.basogul on DepositPhotos.com)

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