La storia che ti racconto oggi forse non è leggera come quelle che leggi normalmente fra le nostre curiosità ma di certo è esemplare della forza di volontà di un uomo ed è una fonte di ispirazione incredibile quando si pensa che la propria vita sia difficile o impossibile.
Pensa se progressivamente la tua capacità polmonare diminuisse. Pensa se la tua vita si trasformasse poco alla volta in un incubo in cui ti sembra di soffocare. Pensa se ti succedesse a 36 anni, quando si è nel pieno delle proprie forze. Pensa se non fosse un incubo ma se fosse la tua vita, reale, di ogni giorno.
No, non è un incubo: è la tua vita
Questa storia è successa a Russell Winwood, un australiano che all’età di 36 anni ha ricevuto per la prima volta nella sua vita un segnale preoccupante: un ictus. Da quel momento in poi e superata la fase clinica più acuta, Russell decide di cambiare completamente vita, scegliendo uno stile di vita sano: smette di fumare e di bere, inizia a mangiare bene e soprattutto a fare sport. Molto sport, tanto da arrivare a completare diversi mezzi Ironman e alcune ultramaratone. Ma le svolte indesiderate del suo destino non sono ancora finite: nel 2011 Russell inizia a notare una diminuzione preoccupante della propria capacità polmonare. Allenarsi è diventato un inferno e il debito d’ossigeno lo tormenta. Gli viene diagnosticato il COPD (Chronic Obstructive Pulmonary Disease), o broncopneumopatia cronica ostruttiva: i suoi polmoni sono destinati a deteriorarsi sempre di più. La sentenza è definitiva, ma non per lui.
Nonostante i suoi polmoni funzionino al 30%, dopo solo sei mesi dalla tremenda diagnosi, Russell si rimette in piedi puntando ancora più in alto: avrebbe continuato a fare quello che stava facendo da anni, ma con il peso di un apparato respiratorio tremendamente compromesso. Ovviamente non lo può fare senza praticare routine di respirazione e senza il supporto dell’ossigeno ma i suoi traguardi sportivi lasciano sbalorditi tutti, tanto da meritargli il soprannome di “COPD runner”.
A 56 anni completa la Chicago Marathon in 6 ore, 28 minuti e 33 secondi: potrebbe sembrare un tempo consistente ma pensa che Russell può correre solo per 400 metri di fila e camminare per 100 per non affaticare troppo i suoi polmoni. E il suo palmares non si ferma perché nel 2015 corre la NYC Marathon, nel 2017 la London Marathon e la Boston nel 2017. Ora di fermarsi? Non se ne parla: Russell è già iscritto alla Tokyo Marathon del 2023 e spera di andare a Berlino, anche perché i suoi dottori lo stanno preparando al momento in cui dovrà smettere del tutto.
Un esempio
Potrai pensare (e augurarti) che una cosa del genere non ti capiti mai e lo capisco ma non è questo che conta. Conta l’esempio che Russell sta dando e ha dato, ispirando milioni di persone a non accettare una sentenza così dura, cercando di curare il proprio corpo fino a spingerlo ai suoi limiti. Come ha fatto lui per la sua vita e per la sua mente, certo, ma anche per mettersi al servizio degli altri raccogliendo fondi e per dare una speranza a chi accetta una sentenza come la sua lasciandosi andare e aspettando in casa di inspirare letteralmente per l’ultima volta.
Non è il caso di Russell, che con fare modesto e sereno dice di sé stesso: “Non sono veloce, ma ce la posso fare”. E con lui anche chi vede nella sua esperienza un esempio per provare a farcela, in qualsiasi frangente.
Grazie Russell.
Un grande esempio di tenacia e passione, nello sport e nella vita.