Lo sport entra finalmente nella Costituzione

Tempo fa scrivevamo che lo sport non è menzionato nella Costituzione Italiana. Non più, per fortuna

Leggendo il titolo forse ti starai facendo due domande: “Ma non c’era già?” e “Cosa c’entra lo sport con la Costituzione?”.
Partiamo però dalla notizia: la scorsa settimana la Camera ha approvato con soli due contrari e due astenuti la modifica dell’art. 33 con l’introduzione della seguente dicitura:

La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva.

Ne avevamo parlato qui, soprattutto sottolineando l’assurdità dell’esclusione dello sport dalla Costituzione, quasi non si trattasse nemmeno di un diritto ma anzi, negandone addirittura l’esistenza. Il motivo dell’esclusione ha in realtà una spiegazione storica molto precisa: quando entrò in vigore nel 1948 il ricordo del fascismo era ancora troppo vivido, e lo sport era sempre stato uno strumento propagandistico usato dal regime per aggregare, educare e plasmare i giovani. I Padri Costituenti, comprensibilmente, non vollero ricordarlo nella Carta Fondamentale della nascente Repubblica Italiana.

Da quell’anno però sono passati 74 anni e certe ferite si sono rimarginate. Era tempo di riconoscergli il valore fondamentale che ha: non solo quello di espressione di competizione sana e benessere individuale ma anche di ambito in cui la società è più coesa e chiunque può trovare modo di esprimersi costruttivamente e in libertà.

Per citare Mauro Berruto, ex-Ct della Nazionale di Pallavolo, lo sport è Cultura del Movimento. Solo riconoscendolo come espressione culturale gli si conferisce lo status di valore fondante dell’essere umano, al pari di altre espressioni di progresso e civiltà come le arti, il lavoro e la convivenza civile.

Scripta manent

Ora, finalmente, è scritto anche nella Costituzione (anche se è tecnicamente necessaria un’ultima ratifica di Camera e Senato, ma l’approvazione appare scontata): lo sport ha un valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico.

Questa novità è doppiamente positiva poiché approvata in un contesto storico particolarmente difficile proprio dal punto di vista dell’equilibrio psicofisico di milioni di persone. I danni mentali provocati dalla pandemia – tralasciando per un attimo quelli fisici e “visibili” – sono impossibili da stimare, anche perché il disagio mentale soffre ancora delle difficoltà individuali di ammetterlo. Molti hanno timore di dimostrarsi deboli e difettosi nell’esprimere il proprio malessere, anche perché la società in cui viviamo pare solo premiare i vincenti e stigmatizzare chi non ce la fa.

In questo contesto lo sport può essere ed è di grandissimo aiuto nello spingere le persone a trovare un equilibrio interiore e a sentirsi parte di una collettività che le accoglie e non le giudica. L’ambito sportivo si sta inoltre dimostrando da anni ormai come il più sensibile alle tematiche del benessere mentale, sviluppando una cultura di inclusione e accoglienza, invece che di rifiuto e negazione.

Ora c’è scritto anche nella Costituzione, ed è importante che siano state scelte con cura le parole, non solo limitandosi al valore educativo e sociale dello sport ma anche in quanto strumento per raggiungere il benessere psicofisico.

È un bel giorno.

(Credits immagine principale: claudiodivizia on DepositPhotos.com)

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