Abbiamo intervistato Laura Letrari – ex nuotatrice olimpica, coach e ambassador Under Armour – su come la corsa sia importante anche quando ci si allena per altri sport.
E – spoiler alert! – la corsa è importante anche quando si nuota.
- Ciao Laura! Per molti è difficile da credere ma anche i nuotatori corrono e la resistenza, in acqua, è importante anche per i velocisti. Tu come accoglievi gli allenamenti di corsa all’inizio della stagione?
Ciao a tutti! Ebbene si, la corsa ha un’importanza non indifferente anche per noi nuotatori. La nostra stagione agonistica di solito parte con l’arrivo di settembre e finisce i primi giorni di agosto e, quando stiamo fermi per più di 2 settimane, riprendere è un trauma.
All’inizio di ogni stagione, divido le sedute di allenamento quotidiano con acqua, palestra e corsa. Devo confessarvi che accoglievo con molto piacere la corsa negli allenamenti: era uno sforzo fisico ben diverso dal solito quindi mi piaceva molto. Mi dava un senso di libertà perché potevo correre dove volevo e quando volevo.
- Hai appena salutato le competizioni e ora hai davanti una grande carriera come coach. Noi siamo decisamente “di parte”, ma tu inserisci la corsa come parte della preparazione anche per i nuotatori? In che modo correre si integra con il nuoto?
Sì, come dicevo, integrare la preparazione con la corsa è fondamentale nella prima parte di stagione. Essendo noi abituati a stare sempre in posizione orizzontale e a utilizzare i muscoli in modo diverso, correre aiuta a darci degli stimoli nuovi. Perdiamo con molta facilità la condizione quando stacchiamo la spina, quindi anche in questo caso correre ci aiuta molto per tornare in forma.
- Più nel dettaglio, quali tipi di allenamenti di corsa fanno i nuotatori per prepararsi? Si concentrano più sulla velocità o sulla resistenza?
Nel dettaglio, a inizio stagione, personalmente lavoro più sulla resistenza e sulla respirazione mentre corro. Nel nuoto la coordinazione di bracciata e respirazione è molto più semplice. Quando corriamo più a lungo, provochiamo uno stress maggiore, quindi è un’ottima base poi per lavorare in acqua.
Dopo qualche settimana di allenamenti di nuoto + palestra + corpo libero e corsa ogni tanto integro anche delle ripetute di forza. Quando vedo che il mio corpo torna a essere in forma e ho rafforzato la muscolatura in modo decisivo, mi piace aggiungere dei lavori di scatti o brevi ripetute con dei cambi di ritmo.
- Dal punto di vista mentale, la corsa ti aiuta?
Direi proprio di sì. Essendo per noi uno stress maggiore sul piano della fatica, mentalmente si impara a gestire meglio i nostri limiti. Impari a respirare in modo appropriato e ti senti libero con il vento che ti soffia sul viso.
Il nuoto è uno sport stupendo ma ha sicuramente lo svantaggio dell’essere immersi in una vasca limitati dal muro e con la linea nera sul fondo. Correre invece ti fa sentire libero e quindi rilassa e permette di scaricare moltissimo stress.
- Visto che spesso ci lamentiamo dicendo che 4 allenamenti alla settimana sono troppi, ci racconti com’è la giornata-tipo di una nuotatrice che pratica l’agonismo senza essere professionista?
Scegliere di fare il nuotatore è una grande sfida. Uno sport appagante ma ha la sfortuna di essere uno sport dove devi essere in acqua tutti i giorni, più volte al giorno.
Un nuotatore “normale” nuota dal lunedì a sabato sempre delle 2 alle 3 ore al giorno nel pomeriggio e, se la piscina lo permette, anche 2 o 3 sedute di allenamento la mattina presto. Quindi un totale di circa 20 ore (o poco meno) a settimana passate in acqua; per non contare il tempo passato in palestra o per le sedute di corpo libero.
Detto questo, è meglio non vi elenchi le ore che si allena un nuotatore professionista. ;-)
- E ricordiamo che il nuoto è uno degli sport in cui ci si allena di più fin dalle categorie più giovani…
Esatto, già le categorie giovanili imparano ad allenarsi più ore a settimana e vedono fin da subito che più stanno in acqua, più migliorano.
- In che modo un atleta riesce a rimanere focalizzato e fare così tanti sacrifici fin dalla tenera età?
Credo che rimanere focalizzati e decidere di voler fare dei sacrifici è legato molto a ogni singola persona. Ogni atleta ha o non ha la testa. Si capisce fin da subito chi è deciso e ha voglia di lavorare. Chi ha l’entusiasmo, un obiettivo in testa, il cuore e la passione per uno sport, ha molta più forza di volontà: viene molto più facile tenere duro e lottare.
Personalmente sono stata molto fortunata. Ho da sempre amato alla follia questo mondo e fare fatica non mi ha mai fatto paura. Avevo fin da subito le idee ben chiare e ho sempre seguito il mio cuore e i miei sogni.
- So che corri con le scarpe Under Armour. Come ti trovi? Per che tipi di allenamenti le usi?
Durante le mie corse voglio sentirmi leggera ma stabile allo stesso tempo. Under Armour esaudisce queste mie richieste. Amo come le sento ai miei piedi. Noi nuotatori tendiamo ad avere le caviglie e i piedi di burro (stando sempre in acqua) e di conseguenza sentire il piede stabile e “protetto” è fondamentale.
- Ricordo una bellissima pubblicità di Under Armour con Michael Phelps che era di grandissima ispirazione; tu in che modo ti identifichi nei valori del brand? Quali sono gli aspetti che senti più tuoi?
Under Armour da sempre lavora a stretto contatto con gli atleti e non è una cosa da dare per scontata. È un brand in continua evoluzione. Offre le migliori condizioni per poter permettere all’atleta di svolgere la propria attività al 120%. Un po’ come noi atleti, bisogna mettersi in gioco ogni singolo giorno e tirare fuori da noi il 120%, essere pronti a cambiare e mettersi in gioco curando ogni minimo dettaglio.
Mi sento onorata dopo così tanti anni di continuare a collaborare con un brand così valido e crescere insieme a loro.