La mia medicina in km

Tutti i farmaci hanno principio attivo in mg, il mio ce l’ha in Km

Ne avevo già parlato nell’ultimo episodio de Il Lungo (il nostro podcast bisettimanale) ma, vista la quantità di commenti e messaggi che ho ricevuto, credo sia un tema che vada trattato anche qui, nelle “pagine” di Runlovers.

Non sono una persona che ama condividere i miei fatti personali su internet. Non lo faccio praticamente mai e – per quanto mi riguarda – credo che nemmeno gli altri lo dovrebbero fare. I social media hanno un po’ distorto questo aspetto della realtà, autorizzando e incentivando chiunque a scrivere di sé, anche nei dettagli più riservati della vita. Credo sia una specie di evoluzione del gossip, del voyeurismo, per certi versi; altrimenti non mi spiegherei l’attaccamento (ai limiti del morboso) per tutto ciò che è privato e personale. Ormai tutto sta diventando intrattenimento a scapito del contenuto, ma è una digressione: non è di questo che voglio parlare.

Solo in un caso trovo sia giusto e addirittura doveroso condividere la nostra vita con gli altri: quando assume un valore collettivo e diventa utile. In questo modo creiamo una rete di condivisione, un enorme cervello che pensa ed evolve concetti, riflessioni e situazioni. In parole semplici: se la mia esperienza personale può essere utile a qualcuno, diventa quasi doveroso condividerla.

E, in questo caso, diventa doveroso che io condivida i miei fatti personali perché, da qualche tempo, soffro di attacchi d’ansia.

I sintomi sono semplici e facilmente riconoscibili: aumenta la frequenza cardiaca, inizia la sudorazione e il cervello entra in uno stato di loop che impedisce di fermarlo. Capita nei momenti più inaspettati, capita e basta, ed è assolutamente incontrollabile. Pure frustrante, per certi versi, perché sai cosa ti sta succedendo ma non riesci a controllarlo. Al massimo puoi razionalizzarlo, un po’ alla volta.

Io sono fortunato, sia chiaro: i miei attacchi d’ansia sono lievi, riesco a esserne consapevole e, abbastanza spesso, a gestirli con la “respirazione quadrata” (4” inspiri, 4” apnea, 4” espiri, 4” apnea; e poi si ricomincia), seduto in una posizione comoda e con le mani sul diaframma per percepire la respirazione.

La mia medicina è la corsa

Ciò che però mi sta aiutando più di tutto, ciò che è a tutti gli effetti la mia medicina è la corsa. Da più di un mese, ormai, corro tutti i giorni. Con carichi di lavoro leggeri, ovviamente. E a volte anche due volte al giorno. Insomma, una medicina che prendo “al bisogno”. E se non posso correre, cammino.
Ciò che conta soprattutto è muovermi, stare all’aperto, correre.

Posso dire che la mia medicina, anziché avere il principio attivo in milligrammi, ce l’ha in chilometri. E più ne ho bisogno, più aumento il “dosaggio”.

Dopo molto tempo, la corsa è quindi passata da momento meditativo a uno strumento terapeutico.

La corsa, come sempre, è una perfetta metafora della vita: passa le sue fasi. C’è il momento in cui corri per dimagrire, la maratona, il trail, il triathlon e c’è il momento in cui la corsa è una medicina per stare meglio, per vivere meglio.
E c’è pure il momento in cui la corsa è una gran festa, come succede ogni anno durante la Deejay Ten. Sarebbe bello, anche quest’anno, organizzare uno dei nostri bellissimi raduni a Milano, in occasione della Deejay Ten.
Corsa e vita sono sempre intrecciate come un abbraccio, insomma.

Per questo, nell’episodio del podcast, ho chiesto di conoscere altre storie di condivisione, storie di “fatti personali”, altre storie in cui la corsa è stato un aiuto nei momenti di difficoltà, altre storie in cui la corsa è stata una medicina in Km anziché in mg.
Se vuoi mandare la tua, puoi spedirla a info@runlovers.it.

Credo sia importante sottolineare come troppo frequentemente il running viene percepito come un’attività “superficiale” che si fa solo per stare in forma, “fitted”. Mentre – e me ne sto rendendo conto sulla mia pelle in questi giorni – il beneficio più importante che può dare la corsa è a livello mentale ed emotivo. E questo aspetto viene troppo spesso trascurato.

Da ragazzino, quando mi sentivo triste, annoiato, “sbilanciato”, mia nonna mi diceva: «metti le scarpe e va’ a correre: vedrai che passa!».

A qualche anno di distanza posso dirlo: grazie, nonna.

La Deejay Ten è la nostra gara del cuore, il momento in cui ci siamo incontrati e abbiamo unito tutti i nostri motivi per correre. New Balance ha realizzato una versione delle sue Fresh Foam X 880 v12 (qui nella versione da donna) appositamente per questa gara: una scarpa che contiene tutto l’entusiasmo e le vibrazioni positive che la Deejay Ten contiene.

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