La maledizione della copertina di Sports Illustrated

Si dice che chi finisce su quella copertina viene colpito dalla sfortuna. Sarà vero?

Come noto, le leggende metropolitane sono storie e racconti – spesso di disgrazie e calamità, altrettanto spesso di bizzarie varie e assortite – che non hanno fondamento alcuno. Più nello specifico, e come spesso succede nelle teorie del complotto, ognuna di queste storie ha elementi di verità che danno una vaga credibilità alla storia stessa. Ma solo apparentemente. Fra queste, una delle più documentate e durature è quella che gli americani definiscono – senza troppi giri di parole – “La sfiga (jinx) della copertina di Sports Illustrated”.

In cosa consiste? È presto detto: leggenda vuole che chi appare sulla copertina di questa storica rivista sportiva americana venga poi colto da una serie di sf…ortune che mettono a repentaglio la sua carriera, offuscando la sua buona stella sportiva. Si tratta di un fenomeno talmente noto che pure la stessa rivista nel 2002 ne fece una copertina a tema: la foto era quella di un gatto nero e il titolo diceva “La copertina sulla quale nessuno vuole finire”. C’è da dire che l’hanno presa con ironia, se non altro.

Le vittime

Come si diceva, ogni leggenda che si rispetti ha elementi di indubbia credibilità. Del resto nessuno presterebbe attenzione a storie palesemente inventate. Invece molte delle vicende che coinvolgono gli atleti apparsi su quelle gloriose copertine confermano questa – assurda – diceria. E parliamo di un elenco davvero lunghissimo, che inizia nel lontano 1954.

È il 16 agosto del 1954 e il giocatore di baseball Eddie Mathews si infortuna alla mano dopo che la sua squadra dei Milwaukee Braves aveva infilato una serie di nove vittorie consecutive. Inutile dire che era apparso sulla copertina di SI.
31 gennaio 1955: la sciatrice Jill Kinmont è da poco apparsa proprio su quella copertina quando si schianta sulle piste di Alta in Utah e rischia di morire.
Nel ’58 il pilota Pat O’Connor muore nella Indianapolis 500. Quattro giorni prima era apparso su SI.

La lista è davvero infinita: per l’esattezza dal 1954 a oggi conta 182 incidenti di sportivi apparsi sulle copertine di Sports Illustrated, e più in dettaglio:
1954-1960: 15
1961-1969: 19
1970-1980: 15
1981-1990: 18
1990-2000: 12
2001-2009: 21
2010-2022: 83

Con una casistica così elevata è lecito pensare che ci sia qualcosa di vero. Solo coincidenze? Ciò che è certo è che correlazione non è causalità, e cioè: può esserci una correlazione fra gli sportivi e la copertina in oggetto (certo che c’è: ci sono apparti sopra!) ma non causalità, cioè il fatto di essere stati ritratti proprio lì, non indica affatto che la sfiga li perseguiterà.

E gli immuni

Ogni teoria scientifica deve però anche essere confutata, o meglio: diventa scienza se niente la può confutare. Peccato che Sports Illustrated abbia avuto in copertina anche atleti che non hanno avuto alcuna esperienza negativa dopo esserci stati, tipo Michael Jordan che vi è apparso ben 50 volte, senza alcuna conseguenza. O come Muhammad Ali che ci finì 40 volte o Stephen Curry, anche lui illeso dal trattamento Sports Illustrated. O meglio: dalla maledizione che pare aver colpito questa rivista. Anche perché ci sono (molti meno) esempi che contrastano questa teoria.

Dietro però c’è un po’ di scienza

Ebbene sì: alla fine ci sono dei motivi che spiegano in maniera esaustiva perché così tanti atleti abbiano visto la loro carriera rallentare o essere in forte difficoltà.
Per capirlo basta fare un piccolo passo indietro e chiedersi “Ma perché uno finisce su quella copertina?”. Il motivo è semplice: perché ha qualcosa da celebrare, cioè l’aver battuto un nuovo record o l’aver capitanato una squadra vincente.

Chi va su Sports Illustrated è insomma all’apice della propria carriera e da quel punto in poi è naturale che le cose inizino a prendere almeno due strade diverse: quella del lento declino e quella degli infortuni. Lo sport inevitabilmente sottopone il fisico a traumi fisici, più o meno controllati, che devono essere messi in conto. E che possono creare quella malefica illusione nota, appunto, come la maledizione della copertina di Sports Illustrated.

(Credits immagine principale: aigarsr on DepositPhotos.com)

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1 COMMENT

  1. Bhè io direi anche che sta parlando di “sportivi” ovvero persone che spesso e volentieri hanno infortuni per il lavoro che fanno. Di ognuno di essi, intendo quelli sf…ortunati, bisognerebbe anche conteggiare quanti altri problemi fisici, o infortuni, abbiano avuto in carriera…

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