Ospitiamo oggi la condivisione di un’altra esperienza che ci ha inviato una nostra lettrice (che, giustamente, ha chiesto di rimanere anonima). Bellissimo perché racconta un altro aspetto di come la corsa sia utile non solo al corpo ma anche, e soprattutto, per ritrovare l’equilibrio e – come dice il titolo – la rinascita.
Se anche tu vuoi condividere la tua esperienza, scrivici a info@runlovers.it
Ho letto con molto interesse questo e questo contributo sul vostro sito e tutti e due mi hanno invogliato a scrivere anche della mia di esperienza che è simile, ma pur sempre diversa. È la storia di un deficit e di come la corsa lo abbia abbattuto.
Anch’io, come la ragazza della corsa leggera e come Sandro, sono molto riservata, non amo raccontare i fatti miei, i social non li frequento, se non pochi e senza contribuire attivamente. Appartengo a una generazione a cui la tecnologia non fa paura, amo tutti gli utilissimi progressi degli ultimi 20 anni e non tornerei per nulla indietro. Ma per me, tutto questo mondo virtuale deve rimanere uno strumento che ci facilita la vita e nient’altro. La vita è altro e va ben oltre.
Soffro praticamente da sempre di una malattia cronica molto invalidante (a livello sportivo). Mi si è presentata all’età di 20 anni, quindi nel più bel periodo della vita di ognuno di noi. Da un giorno all’altro, improvvisamente, sono passata a essere una persona malata. Prima passavo i weekend spensierata in discoteca, studiavo, giravo, frequentavo amici e poi, tutto a un tratto, le cose sono cambiate. Specifico che 25 anni fa, quando questa malattia si manifestò, i farmaci a disposizione non erano ottimali o almeno, nella forma medio-grave che avevo io, non funzionavano. Però non voglio parlare di questo. Bensì di come il mio corpo è cambiato.
Non sono mai stata una grande sportiva, diciamo che a 20 anni ti senti invincibile, vivi di rendita perché il tuo corpo è giovane, sei in forma naturalmente e quindi non ti senti in dovere di tenerti in salute. Anzi, io la forma fisica la trascuravo alla grande: mi divertivo parecchio e stavo sempre bene. Semplicemente non ci pensi, la coscienza della forma fisica subentra subdolamente solamente dopo i 35 e, più invecchi, più ti senti in dovere di curare il fisico.
Quando mi si presentò questa malattia, comincio a imbottirmi di farmaci, anche abbastanza forti, che mi deformano. Il mio corpo cambia, non vivo più di rendita e non mi sento bene con me stessa e, a 20 anni, causa non pochi problemi. Negli anni questa condizione va avanti e oltre ai disturbi fisici, ci si aggiunge anche la pressione mentale.
Ciò che non va, è che lo sport non lo fai più. Come dicevo, non sono mai stata una grande sportiva, ma le cose “essenziali” le facevo: sciare, andare in bici, nuoto, aerobica. Poi, da un giorno all’altro, queste discipline hanno iniziato a pesarmi. C’erano periodi in cui non potevo fare nulla e altri in cui potevo iniziare a fare qualcosa, salvo poi smettere a causa dei dolori. Ero magrissima, stavo male quasi sempre, non era divertente. Ogni volta che azzardavo un movimento, arrivavano dolori che combattevo e reprimevo, ma non passavano. Quindi per anni lo sport era diventato un passatempo che non potevo sempre svolgere o svolgere appieno. Era diventato un lusso.
Quello che ho sempre invidiato nelle persone che corrono è la costanza nel fare uno sforzo per un lungo periodo. Io non potevo nemmeno pensarci. Ogni sforzo era limitato. I runner invece uscivano e correvano, i capelli al vento, il sudore che cola dalle tempie, i minuti che passavano e il loro ritmo non diminuiva mai. Respiravano e parlavano allo stesso momento. Io guardavo e pensavo: “non potrò mai farlo”. La corsa nella mia testa credo fosse il simbolo della salute, dello star bene.
La rinascita
Poi le cose cambiano e siccome la ricerca, nonostante le mille difficoltà, continua a esserci e qualcuno fortunatamente la sostiene, i medicinali si evolvono, cambiano, migliorano. Io (ri)trovo il mio equilibrio una decina di anni fa, tutto inizia a migliorare, divento di nuovo la proprietaria del mio corpo e di me stessa. Il processo è lento ovviamente, non si può pensare di ritornare ad avere 20 anni e comunque i medicinali di ultima generazione hanno effetti collaterali pesanti, tra cui una stanchezza esagerata. Quindi devo investire parecchio tempo nel riacquistare una vita sportiva, poco alla volta passo dopo passo e provando diversi tipi di medicamenti negli anni. Poco prima della pandemia mi iscrivo in palestra, finalmente torno regolarmente a fare sport, abbatto tutte le barriere e decido che è ora di mettere a posto tutto, anche se ormai ho superato i 40. Non è facile, riavviare un motore spento da anni necessita di qualche messa a punto.
Per farla breve, nonostante la pandemia, i farmaci, la ricerca degli integratori giusti, ritrovo nella mia alimentazione gli alimenti che per anni non ho potuto mangiare e ritrovo lo spirito e la forza e la volontà di farlo. Sudore dopo sudore diventa tutto più appassionante, intrigante, motivante. Ho voglia di migliorare sempre più, il mio corpo cambia. Mi piaccio. Mi piaccio sempre più. Così in forma non sono mai stata in tutta la mia vita.
L’inizio
E poi succede l’inimmaginabile, inizio a correre. La prima volta sul tapis roulant, vado 10 minuti di fila, per provare e funziona! Allora ne sono capace. Lo rifaccio, qualche minuto in più e poi ancora e ancora. Posso correre. Ce la posso fare. Tra alti e bassi miglioro, corro di più e miglioro. Più a lungo e più veloce, il respiro migliora. Carpisco consigli da conoscenti e dalla rete, è qui che incontro Runlovers e grazie al sito e ai podcast, scopro anche qualche trucco per migliorarmi. Certo, non sono una runner veloce, non faccio nemmeno le maratone, penso che avendo iniziato così tardi, mi dovrò accontentare di fare jogging per 10-12 Km massimo, ma sono costante e prendo sempre più confidenza e coraggio.
Quello che scopro correndo è che mi fa bene, mi motiva, migliora il mio umore, migliora la mia forma fisica e soprattutto mi fa sentire come gli altri, non mi ricordo più di avere una malattia cronica da quando corro, se non perché devo prendere le medicine. Il mio modo di pensare non è più: “Per me questo non è possibile”, ma “ok, provo anch’io”. La corsa può migliorare tanti aspetti della nostra vita ma, quando fisicamente non sei al 100%, la corsa ti da qualcosa in più. Ti fa sentire come gli altri, ti fa percepire il corpo in modo diverso, è di nuovo tuo, ne hai di nuovo il controllo.
Potrei continuare così per ore, ma non vorrei diventare logorroica. Questa è la mia esperienza. Una come tante. La corsa mi regala tante soddisfazioni ma la migliore è quella di essermi riappropriata del mio corpo, di riconoscerne i limiti e superarli, di sentirmi di nuovo bene e – perché no?! – giovane. Di piacermi molto di più ora che 20 anni fa. Quindi non è solo sport, è una terapia, uno stile di vita, è amore verso se stessi.
Ecco, questa è la mia storia in breve, non volevo raccontare l’esperienza della corsa e le malattie croniche, ma come si rinasce (sportivamente parlando) da una situazione difficile e come questo sia prima di tutto possibile e in secondo luogo BELLO e appagante.
Un caro saluto.
La Deejay Ten è la nostra gara del cuore, il momento in cui ci siamo incontrati e abbiamo unito tutti i nostri motivi per correre. New Balance ha realizzato una versione delle sue Fresh Foam X 880 v12 (qui nella versione da donna) appositamente per questa gara: una scarpa che contiene tutto l’entusiasmo e le vibrazioni positive che la Deejay Ten contiene.