La corsa è una torta

La corsa è una torta. Corro da tanti anni e dire una cosa del genere a qualcuno che mi chiede cosa sia la corsa per me non avevo proprio pensato di dirlo. In questi giorni però, complice il fatto che ho avuto svariate occasioni per mangiare delle torte, mi è venuto in mente che la si potrebbe proprio definire così. E per almeno due ottimi (e direi che ottimo sia il termine più appropriato quando si parla di torte, no?) motivi.

Una torta da dividere

Il primo, è che quando immaginiamo di una torta ci viene in mente la classica torta tonda che si taglia a fette, ed è proprio così che è fatta la corsa. Una torta in cui un buon terzo della consistenza è dovuto alla genetica, cosa che include tutti quei fattori che rientrano nella definizione che si dà di solito quando qualcosa ci viene malissimo nonostante gli sforzi che facciamo oppure benissimo senza fatica apparente, e cioè quella che suona più o meno come “eh, sono così di costituzione”.

In quelle poche parole riassumiamo quante fibre muscolari ci siano nelle nostre gambe, come il nostro corpo sia in grado di reagire agli stimoli, quanto in fretta il nostro cuore torni a una condizione di riposo dopo uno sforzo intenso ecc.. Una parte molto più consistente, che occupa quasi tutti i due terzi rimanenti della torta, è quella legata a come ci alleniamo, aspetto che – come abbiamo detto tante volte – non include soltanto il fatto di correre di per sé, ma è la somma di tutta una serie di fattori, come l’alimentazione, il recupero e le corse vere e proprie. Un’altra parte, quella più piccola di questa torta immaginaria, è occupata dal fattore C, che, come dice l’iniziale in maiuscolo, è il fattore C… Fortuna!, che non deve mai mancare!

Una torta da preparare

Il secondo motivo per cui possiamo considerare la corsa come una torta è che, per quel che riguarda la parte su cui possiamo lavorare, cioè quella relativa all’allenamento, abbiamo la possibilità di prepararla esattamente come si preparerebbe una torta, strato dopo strato.
Nello strato più consistente, quello che va a costituire la base e il corpo della torta, ci metteremo lo sviluppo della capacità aerobica, il principale aspetto che chi vuole correre a lungo deve puntare a sviluppare. Una buona base aerobica permette di diventare corridori efficienti e che possono mantenere più a lungo uno sforzo fisico, migliorando il lavoro cardiaco e fornendo più ossigeno ai muscoli. Preparando bene lo strato più basso della torta consentiremo al nostro corpo di imparare a bruciare i grassi come carburante e questo sarà utilissimo per essere più veloci sulle lunghe distanze. Inutile dire che la base della torta è la parte che sostiene tutto, quindi è bene che sia una base molto forte!

Lo strato che si prepara successivamente è quello della copertura. Che sia di cioccolato, di crema o di glassa, in questo strato si deve stare attenti a mettere il giusto quantitativo di copertura. E sebbene la copertura sia molto buona, non si deve scordare che è la base della torta quella che regge tutto. Correre per troppe volte e in maniera ravvicinata sul proprio passo di soglia, oppure fare molte corse lunghe senza riposare troppo, o ancora evitare di far riposare il proprio corpo per un tempo adeguato potrebbe portare a far crollare su se stessa tutta la copertura, rovinando anche quella parte di torta che avevi preparato fino ad allora.

⁠Per finire, che torta è se non c’è la classica ciliegina? Su questa parte ci si può sbizzarrire. Che sia una gara a cui partecipare o una corsa in un posto in cui si desiderava andare, o semplicemente incontrare degli amici con cui correre la stessa distanza, la ciliegina sulla torta è quel qualcosa in più che ci fa pensare che sia valsa la pena e che la nostra tenacia nel prepararla sia stata ripagata.

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