Lui è chiamato “Il Re Filosofo”, l’altro invece è l’autore di un libro intitolato “The Practice of Groundedness” (traducibile in “Il metodo del lavoro di base”) ai cui principi il primo dice di essersi ispirato per raggiungere gli ultimi stratosferici risultati. Lui è ovviamente Eliud Kipchoge e l’altro è Brad Stulberg.
La certezza che Kipchoge trovi congeniali i principi di Stulberg ci vengono da lui stesso: come scrive Canadian Running Magazine, l’ha raccontato durante un’intervista. Non sono trucchi sul come allacciarsi le scarpe o come allenarsi: sono qualcosa di più filosofico e mentale. Del resto si tratta di principi, che calati nella realtà della pratica quotidiana diventano regole.
E a questo punto scommetto che la tua curiosità è ormai incontenibile, quindi eccoli qui.
1. Costanza (e pazienza)
La forza mentale e fisica degli atleti e dei runner è costruita sulla certosina e paziente costanza. Spingere sull’allenamento, massacrarsi di lavoro può permetterti solo miglioramenti temporanei. La vera resistenza e la solidità della forma fisica e mentale si ottengono solo progredendo a piccoli passi ma con continuità. Non esagerare mai e non essere discontinui, insomma. Suggerimento: negli allenamenti non salire mai oltre l’80% dello sforzo che puoi esprimere.
2. Accetta il tuo stato attuale e ricorda dove vuoi arrivare
Avere un programma è necessario per raggiungere un obiettivo. Può trattarsi di preparare una maratona o di migliorare la velocità. Il programma è il percorso che ti porterà a quel risultato.
Mentre percorri quella strada però non avere solo a mente l’obiettivo e concentrati sul presente: ogni miglioramento quotidiano ti sembrerà poca cosa rispetto a dove vuoi arrivare ma aver fatto oggi di più di ieri è già un risultato ed è quello su cui ti devi concentrare.
Agisci (allenati) oggi e valuta il punto in cui sei rispetto a quello dov’eri ieri. Poi misuralo con il risultato che vuoi raggiungerlo ma senza dimenticare che l’importante è progredire e costruire il tuo corpo e la tua mente per prepararli alla gara, e che niente può essere ottenuto improvvisamente. Specie nella corsa.
3. Focalizzati sul programma
Se vuoi andare da un luogo a un altro usi il navigatore. Il programma che ti deve preparare a una competizione è un po’ il tuo navigatore: per raggiungere la meta devi spostarti (allenarti, insomma) anche perché il teletrasporto non l’hanno ancora inventato. Ma mentre guidi non pensi costantemente alla meta: pensi alla strada, che è fatta di tappe, luoghi diversi e paesaggi che cambiano. Su questo devi concentrarti, anche perché l’osservazione di questi diversi aspetti di una corsa o delle tappe del programma ti può dare un’idea dello stato di avanzamento.
Ciò che è importante insomma è badare al programma e non all’obiettivo verso cui tendi, rispetto al quale tutto ti sembrerà altrimenti troppo difficile. Ma solo per un motivo: perché non riesci a vederlo in una prospettiva temporale più lunga.
Gioire invece dei singoli allenamenti, curandoti poco o niente di singoli exploit, così come delle giornate negative, ti permetterà di avere una prospettiva più completa e profonda rispetto ai risultati che vuoi raggiungere.
Misurati giorno dopo giorno e apprezza quanto oggi hai fatto in più di ieri. L’obiettivo ti aspetta un giorno nel futuro ma oggi e fino a quel punto devi spostarti poco alla volta, allenarti, procedere con determinazione ma rispettando i tuoi tempi, prima di tutto.
(Credits immagine principale: Nike)