Il premio, la nonna e i mostri che citofonano

Ai sette consigli per avere sempre voglia di correre che  ha scritto il grande Martino Pietropoli -consigli validissimi e motivanti anche per me- mi permetto di aggiungerne un ottavo: le frittelle di mela della nonna. Perché seriamente c’è qualcosa di più buono e semplice? Scrigni di ricordi e bontà da friggere ciondolando la testa mentre canticchi una canzone a caso. Sono stati due anni così difficili che permettersi di correre e ritagliarsi del tempo sono sembrate, entrambe le cose, obiettivi irraggiungibili. Più di uccidersi mangiando frittelle senza che il colesterolo ne risentisse. Per chi come me soffre o ha sofferto di disturbi alimentari ha pagato in qualche modo la chiusura e la pressione psicologica. Non voglio e posso addentrarmi in un discorso molto complesso ed elaborato, perché qui friggo frittelle, ma i mostri hanno citofonato insistentemente. E quando siamo riuscite/i a non rispondere e aprire hanno ugualmente preso velocemente le scale, sfondato la porta e accomodati senza invito su quella poltrona. Per convincerti a cedere.

I motivi per correre sono infiniti. Io, ad esempio, corro proprio per schivare i mostri. E perché se riesco a correre più veloce di loro, allora forse posso pure seminarli. Ma se sei a casa, beh. La poltrona, appunto.

Dopo due anni infernali un premio, a prescindere da quante corse siamo riusciti a fare e quanti mostri siamo riusciti a schivare o abbracciare cedendo, ce lo meritiamo. E la forma di questo premio per me è una gigantesca frittella. Ma proprio enorme. Di quelle enormi con il buco che sembrano ciambelle. E nel buco il ricordo di quel vuoto da riempire. Che ha sì l’odore della sconfitta certi giorni, ma rimane sempre promemoria di quello che si è riusciti a superare nonostante tutto.

Ho instaurato dei rapporti molto intensi con tante Runlovers in questi anni. In privato ci siamo confrontate, raccontate oltre che incontrate con il cuore. E so di non essere sola. Siamo amiche di mostri. Li conosciamo. Ce li potremmo scambiare, perché tanto rimarrebbero sempre gli stessi. Ecco. E allora se non ce la stai facendo non pensare di essere sola. Non pensare di essere stata sconfitta. Non pensare assolutamente che quel buco ti divorerà perché dopo una bella frittella -o una fetta di mela senza corazza e premio- sorriderai. E continuerai a correre.

Dedico questo post a una Runlovers, Vale. Che in silenzio mentre correva ha capito che fossi buttata a terra in un angolo. E ha rinunciato al suo personal best per tornare indietro. Sedersi accanto a me.

E sognare una frittella da mangiare, ridendo.

Come le puoi fare?

Puoi fare la pastella a occhio proprio come fa la nonna. Ma in genere per 3 mele belle grandi di 200 grammi ciascuna circa usa 150 grammi di farina, due uova, 200 grammi di latte intero e 10 grammi di lievito per dolci. Poi il classico pizzico di sale. Una volta fatta la pastella immergi le fette di mela nella pastella senza aspettare e friggi in abbondante olio di semi già bollente. Io le friggo una a una. Perché mi piace mantenere costante la temperatura all’olio. Quando si abbassa diventano tutte intrise di olio e non va bene. Se le fai una ad una vedrai che croccantezza e leggerezza nonostante la frittura. Asciughi su carta anche se ti assicura che friggendo così non ci sarà nulla da asciugare e infine zucchero a velo e cannella.

Sì le potresti fare anche senza uova, lontano da nonna altrimenti se ti becca chi la sente?

Tieni. Sono caldissime e fumanti. Asciutte e pure croccantissime.

 

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