Wild Tee – Performance with style

Chi l'ha detto che l'abbigliamento tecnico deve essere noioso?

Non sono mai stato un grande fan dell’abbigliamento mono-tono. Sì, ok: il nero va su tutto e nasconde la pancetta, se ti vesti sobrio non sbagli. Però tra sobrio e noioso spesso il passo è breve. E poi la mia nonna mi ha insegnato che in montagna è meglio se ti vesti colorato, che non si sa mai.

Wild Tee dal 2015 combatte la noia negli outfit da (trail) running, non per nulla uno dei loro payoff è performance with style. Se segui questa rubrica regolarmente saprai che stile e cura dei dettagli sono elementi pressoché imprescindibili per passare da queste pagine.

L’anima di Wild Tee riguarda sicuramente la nostra parte selvatica, il nostro rapporto con la natura e l’ambiente che ci circonda. Reconnect with your nature, dicono loro. L’impegno quotidiano nella salvaguardia del territorio è uno dei motivi che mi spinge a investire nei loro prodotti. Un esempio? Tutte le consegne a Milano e provincia vengono fatte in bicicletta, che siano cinque o cinquanta chilometri. Inoltre l’azienda aderisce al progetto 1% For The Planet, che significa – tra le altre cose – che devolve almeno l’1% del fatturato a progetti non profit di salvaguardia del nostro pianeta.

Oltre i limiti fisici e mentali, quando l’istinto primordiale di sopravvivenza si accende, forse non ricorderai più il tuo nome, ma scoprirai tutto di te. Indossa la natura. Riscopri la parte più selvaggia di te stesso.

Un altro motivo per cui apprezzo particolarmente il loro abbigliamento – forse scontato ma non si sa mai – è che si tratta di prodotti realizzati con cura e intelligenza da qualcuno che li progetta sapendo bene quali sono le necessità di un runner. Il fondatore di Wild Tee è infatti Filippo Canetta, il cui curriculum di ultra runner necessiterebbe di una risma intera di foglia A4 per essere stampato. Oltre ad essere il primo tester di ogni prodotto, Filippo scrive abitualmente nella sezione blog del sito e i suoi racconti di imprese come la Spartathlon, la Sakura Michi o la Marathon des Sables mi affascinano ogni volta che li rileggo.

Infine quando mi guardo riflesso nei vetri delle auto parcheggiate mentre corro annuisco soddisfatto. Ricorda sempre: se non puoi arrivare primo, almeno arriva vestito bene.

Tra tutto il loro catalogo ho selezionato tre pezzi che considero particolarmente degni di nota, che ho testato per centinaia di chilometri e utilizzo regolarmente.

Il primo pezzo preferito è senza dubbio la maglietta a maniche lunghe della collezione color block: ne possiedo tre (in differenti colori) e il guaio è che adoro quasi sempre la palette femminile più di quella maschile. La color block è una collezione continuativa e ogni stagione viene arricchita di un paio di nuove colorazioni, il tessuto è estremamente morbido (i miei capezzoli ringraziano) e fresco. Un difetto? Non esiste la versione a manica corta: presto una raccolta firme per chiedere la color block short sleeve.

Il secondo pezzo preferito è la Lava Jacket, una giacca antivento – con o senza cappuccio – ultra leggera (93 grammi!) e comprimibile che puoi portare tranquillamente in tasca. Non è una giacca impermeabile ma se la cava comunque bene con le pioggerelle di mezza stagione. La sua particolare carattersitica è il tessuto stretch con effetto crepé: in base ai movimenti del corpo le pieghe del tessuto scoprono un’anima di colori fluo. Purtroppo questo è uno di quei casi in cui nessuna foto o descrizione renderà giustizia al prodotto e non ti rendi conto della sua particolarità finché non lo hai tra le mani.

Il terzo e ultimo pezzo è un accessorio che già in passato ho nominato “il vero feticcio del trail runner” ovvero l’Endurance Tech Hat. Anche di questi ne ho un numero spropostitato, da abbinare all’outfit del giorno: leggerissimo e molto traspirate, la visiera è rigida il giusto ma abbastanza morbida da permetterti di appallottolare il cappello in un taschino qualora si rendesse necessario. Difficilissimo scegliere tra il modello forest, yellow/green o quello con le finiture catarifrangenti.

 

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