La Ultraventure Pro è una scarpa con un approccio alquanto differente dalle sue dirette concorrenti ma assolutamente coerente con la filosofia del brand americano Topo Athletic.
Appena indossata, trovo il primo marchio di fabbrica riconoscibile (e particolarmente apprezzabile): la toebox generosa, che permette alle dita di distendersi senza costrizioni durante la corsa.
È una caratteristiche che si intuisce già dalla forma della scarpa e che appartiene spesso ai modelli che vogliono avvicinarsi al natural running, senza però – in questo caso – abbandonare il comfort di una scarpa strutturata, comfort migliorato anche da un sistema di allacciatura completamente ripensato e maggiormente integrato con la tomaia. Non deve confondere il suffisso PRO: gli elementi esterni in TPU rinforzano la tomaia e proteggono il piede così che anche un neofita si possa sentire a suo agio indossando la scarpa. PRO indica piuttosto che si tratta di una versione più carrozzata della Ultraventure — e della successiva Ultraventure 2 —, più adatta alle lunghe distanze e a terreni tecnici e rocciosi.
È ora di spingere
Durante la corsa l’intersuola Zip Foam – in questo caso tre pezzi separati a densità differenziata – si fa apprezzare a mio avviso soprattutto nella spinta in salita, dove la scarpa dà probabilmente il meglio di sé e dove il drop relativamente contenuto (5 mm) risulta un’ottima scelta di compromesso alla portata di tutti.
Troviamo infine la sorpresa a me più gradita: una suola Vibram Megagrip. Da sempre una certezza nel settore e mio amore mai eguagliato; se il grip sul bagnato era uno dei punti in cui le Ultraventure cedevano un po’ troppo, con le Ultraventure Pro puoi fidarti ciecamente e mettere i piedi quasi ovunque, compatibilmente con le tue doti di equilibrio, ovvio (perché tu li fai gli esercizi quotidiani di propriocezione, vero?). La tassellatura particolarmente profonda e aggressiva mi conferma poi che in fase di progettazione sia stato posto un occhio di riguardo alle salite intense.
In sintesi
Le Ultraventure Pro sono un piccolo bulldozer: non leggerissime rispetto al loro segmento e con un prezzo di listino (troppo?) importante, ma protettive, comode e indistruttibili.
C’è da dire che questo loro animo essenziale sacrifica decisamente troppo l’estetica, rinunciando a una linea filante in cambio di una calzatura che non sfigurerebbe a una serata di gala in cantiere. Su questo versante credo si possa (e si debba) fare di meglio, ma fino ad allora il mio consiglio è quello di investire perlomeno in palette colori leggermente più pop, cosa che peraltro Topo già fa nel suo ramo running.