Domenica scorsa, sotto le torri di Bologna, in una giornata prettamente autunnale, è andata in scena la prima edizione della rinnovata Maratona di Bologna, a cui hanno partecipato Benedetta, Carlotta e Luigi, che avevano partecipato alle selezioni di cui RunLovers era stato partner con la sponsorhip di Dorelan e delle Maratone di Bologna e Firenze.
Partiamo con uno spoiler gigantesco: maratona conclusa con successo in tutti e tre i casi, e che successo! Essere allenati da un grande professionista come Ivan Risti, seguire i suoi consigli per migliorare nella corsa e riposare correttamente sul ReActive fornito da Dorelan hanno permesso a Benedetta, Carlotta e Luigi di tagliare il traguardo con un sorriso a trentadue denti stampato sul volto, coronando un sogno che portavano avanti da tempo. Abbiamo chiesto loro di raccontarci qualcosa di quanto vissuto.
Benedetta: Se il primo giorno del progetto del Dorelan Ivan mi avesse chiesto: come pensi andrà il tuo allenamento e cosa ti aspetti?, credo avrei risposto: spero sia un’esperienza fantastica e soprattutto di reggere gli allentamenti e di finire la gara nel migliore dei modi.
Ora invece direi che: Le persone ordinarie credono solo nel possibile, le persone straordinarie realizzano l’impossibile. Non è una vanteria fine a se stessa (vabbè, un po’ dobbiamo anche fare a noi stessi dei complimenti ogni tanto, no?), perché questo progetto è stato un’esperienza PAZZESCA, coinvolgente, emozionante, unica. Dal primo istante all’ultimo, dalla prima telefonata di Ruben (dello staff Dorelan, NdR) al scendere le scale della metropolitana mentre rientravamo a Milano (perché si sa, nel post maratona le scale sono l’ostacolo più grande!). Una maratona rappresenta una sfida per il corpo e per la mente, e coinvolge un gran numero di processi fisiologici e psicologici. Ad oggi, ripensando a cosa ho vissuto grazie alla maratona le emozioni provate continuano a riaffiorare costantemente. Un team magnifico, una gara perfetta, un weekend da incorniciare, quindi che dire se non: a quando la prossima?
Carlotta: Un’emozione dall’inizio alla fine! Ero alla mia prima maratona e l’ansia si è fatta sentire, inaspettatamente però è arrivata a colpire solo la sera prima della gara, quando guardando la mappa del percorso mi sono resa conto della lunghezza. In quel momento più che mai, la presenza del team è stata fondamentale per il supporto e la condivisione dei dubbi!
La mattina della partenza, sebbene la sveglia fosse prevista per le 7, alle 5 scalpitavo nel letto ripassando metodicamente abbigliamento, integrazione, e chi più ne ha più ne metta. Alle 8.30 quando la mia “spalla” Benedetta mi ha fissato il pettorale ho realizzato cosa mi stavo accingendo a fare e arrivata in griglia ho avuto una scarica di adrenalina che solo al pensiero la riprovo, e poi via, PARTITI! I pensieri durante la gara erano pochi, il più ricorrente era sicuramente un incitamento a me stessa. Il tempo l’ho passato scandendo i km con i punti di ristoro e riflettendo su quale fosse il momento giusto di integrare. Ho cercato di rimanere positiva durante tutta la corsa, mi sono goduta il tifo dei bolognesi e ogni tanto scambiavo qualche battuta con gli altri runner, o ci si incoraggiava a vicenda. I km si può dire che mi sono scivolati sotto ai piedi.
L’arrivo è stato… WOW!
Ero incredula di essere riuscita a chiuderla nei tempi ipotizzati alla partenza, è stato un mix di soddisfazione e gioia! La preparazione è stata impegnativa ma divertente, al punto che mi manca già, e il supporto del team e della famiglia sono stati fondamentali, un sentito grazie va a tutti coloro che hanno lavorato dietro il sipario, io ho corso ma tutti voi mi avete sostenuto in tutto!
Luigi: Domenica per me non si correva soltanto la Maratona di Bologna, non era solo una gara e basta. Quella linea di partenza era per me il segno che Luigi stava di nuovo ricominciando a fare le cose che aveva sognato a lungo e che, per un motivo o l’altro, non era ancora riuscito a fare. Mesi di preparazione quasi andati in fumo per un imprevisto a un mese e mezzo dalla gara, poi l’aggiustamento della tabella da parte del mitico Ivan e il rimettersi in gioco, con un obiettivo che non era solo quello di arrivare al traguardo (bene o male lo sapevo che in quello sarei riuscito) ma farlo anche in un determinato tempo che per me sembrava un sogno. All’inizio della gara ero nervoso, non ho dormito molto e mi sono svegliato alle 5 del mattino, ho fissato il soffitto credo fino alle 6:30 finchè non mi son deciso ad andare giù ed incontrare le ragazze e il coach. Per fortuna c’era Ivan con noi, la sua motivazione e il suo incoraggiamento hanno tramutato quella tensione nervosa in adrenalina pura e, un po’ per inesperienza e un po’ perché avevo il cuore fomentato dal fatto che partivo in prima griglia insieme ai top runner, ho fatto i primi 2 km ad un ritmo che sapevo di non poter tenere per dieci chilometri, figuriamoci per tutti i quarantaduemilacentonovantacinque metri! Son quindi tornato in me e ho rallentato, tenendo il ritmo più veloce e tollerabile possibile fino al trentesimo chilometro, dove ho capito che sarei arrivato con ampio margine rispetto a quanto previsto, per cui senza più guardare l’orologio ho corso gli ultimi dodici chilometri e i 195 metri finali godendomi ogni passo! Pura poesia e poi… al traguardo alzo gli occhi e: SBAM! Quasi non ci credo! Avevo in programma di correre sotto le quattro ore, ma forse sbaglio e il timer che vedo non è quello giusto, perché segna 3h46’04”! È solo un istante di stupore, poi materializzo tutto, ripenso alla fatica che ho fatto per essere qui, alla CoViD-19 che ha provato a non farmici arrivare, alle persone che mi hanno supportato e non ci riesco, giuro, ci provo ma davvero non ce la faccio, io ci provo a trattenere le lacrime ma scendono lo stesso, mescolandosi alle risate e penso che va bene così, perché è proprio come l’avevo sognata, quarantadue chilometri con le gambe e con il cuore e gli ultimi 195 metri con le lacrime agli occhi!