Ultimamente accade spesso che il mio giudizio sull’abbigliamento sportivo – a livello estetico – sia a metà strada tra “lo voglio subito” e “questa roba non la indosserei mai”. Va da sé che questo accade per quei (di solito piccoli) brand che osano un pochino di più cercando un’identità più forte e riconoscibile: i colossi infatti tendono a fare scelte cromatiche tendenzialmente “democristiane” così da non scontentare nessuno.
Lo spirito conservatore non si addice invece a Saysky, realtà danese nemmeno poi tanto piccola dedicata al mondo del running, con un focus marcato sulla corsa in ambiente urbano.
We’re the worldwide running tribe, a collection of everyday heroes
Così è come loro si definiscono. E a tutti gli effetti Saysky – oltre a produrre abbigliamento di qualità – è una piccola tribù: una folta crew di runner che attraversa quotidianamente Copenhagen e di sicuro non passa inosservata. Col tempo poi le loro crew si sono moltiplicate e le puoi trovare oggi in moltissime città sparse per il mondo: da Berlino a Hong Kong, da Sidney alla Macedonia. Qui in Italia purtroppo ancora nulla, anche perché da noi il marchio è sfortunatamente poco diffuso e non si trova in vendita nemmeno nei negozi più ricercati.
Le garette
Saysky organizza regolarmente tre differenti format di garette: la Sub Rosa Race, la Cop Run e la Sayskyrace. Sia in città che nelle campagne, alcune da correre da soli e altre in coppia o a squadre. La velocità è importante ma in alcuni casi lo è di più la resistenza o la furbizia. Il mio format preferito è quello della Sub Rosa, il format più urbano e goliardico, molto simile a quello della milanese Mind The Gap.
Ma come ti vesti?
Ok, giusto, parliamo di abbigliamento. Saysky ha moltissime collezioni stagionali che non fa quasi mai uscire tutte insieme: solitamente ogni stagione ha 3-4 drop che vengono lanciati a distanza di un paio di settimane l’uno dall’altro e questo fa crescere l’hype in noi athletic fashion nerd. Possiamo comunque dividere la produzione in due macro categorie, entrambe molto caratteristiche del brand tanto da renderlo facilmente riconoscibile da lontano.
La prima è quella delle collezioni statement, ovvero capi che potrei definire sobri – ma non del tutto – e che ogni volta presentano un messaggio testuale più o meno forte, sempre e comunque ispirazionale (STAY BRAVE!).
La seconda categoria è quella delle collezioni pattern, capi pensati per chi non ha paura di osare un po’ di più e che presentano soggetti ripetuti all over. Quali soggetti? Beh, tieni conto che la versione camouflage è probabilmente il soggetto più soft: io impazzisco per la collezione SS2020 con hamburger e gelati. Tutto è da acquistare con parsimonia, il mio consiglio è di evitare calzoncino e maglietta con il medesimo pattern, che l’effetto pigiama è dietro l’angolo.
Il mio amore per Saysky è grande ma – per deformazione professionale – non posso fare a meno di notare che il lettering “Copenhagen” sotto il loro logo è inguardabile. Ed è un vero peccato perché invece tutto il resto è graficamente curato in ogni dettaglio: CEO di Saysky se mi leggi sappi che posso dare una mano :)