Non chiamiamolo più esercizio fisico

Smettiamo di chiamarlo "esercizio fisico" e iniziamo a chiamarlo con il suo nome: divertimento

Le parole sono importanti e chiamare “esercizio fisico” un’attività che dovrebbe essere (ed è) naturale per l’essere umano ha un effetto negativo non trascurabile: lo fa assomigliare a un compito scolastico, cioè a una cosa alla quale preferiresti l’asportazione del dente del giudizio (inferiore, notoriamente i più difficili e dolorosi a essere estratti).

Tecnicamente si tratta di esercizi, siamo d’accordo, eppure chiamarli così pone una distanza fra noi e qualcosa che è naturale perché siamo fatti per muoverci, non per restare fermi.

L’attività fisica del resto è anche una questione molto mentale: se non sei convinto che non solo ci sia bisogno di farla ma, anzi che ti piace farla, non ci sono molti altri modi di trovare motivazione.

Una missione

Qui a Runlovers parliamo di corsa e movimento da quasi 10 anni. Se penso a come ne abbiamo parlato trovo che ci sia una parola che abbiamo sempre associato al movimento, e non è necessità o dovere: è divertimento.

Se hai avuto lo stesso rapporto che ho avuto io con lo sport, il divertimento non è la prima cosa che ti viene in mente pensando alla corsa o all’attività fisica. È più probabile che ti vengano in mente parole o espressioni come “dovere” o “è meglio farlo” ma non di certo “divertimento”. Ritornando all’inizio però, il divertimento non è solo una cosa che ti fa sorridere o ti sollazza. Se dovessimo riferirci al suo significato, “divertire” significa “volgere altrove”, cioè prendere una strada diversa. Fare qualcosa di diverso da ciò che si farebbe normalmente, insomma. Ed è vero: per noi Runlovers correre è divertirsi, nel senso che è fare qualcosa di diverso, qualcosa di inaspettato che ci porta in territori inesplorati, verso i nostri limiti.

Per certi versi è un modo per trovarsi fuori luogo coscientemente. Cerchiamo di non essere mai al nostro posto ma sempre altrove, dove non ci si aspetta di trovarci. Ecco cos’è il significato di divertimento.

Perché torniamo in quei luoghi

Con il passare degli anni ho smesso di chiamarlo esercizio. Non faccio “esercizio fisico”: corro, perché “correre” è l’unico verbo che descrive quello che faccio. E fortunatamente è anche cambiato il modo che ho di concepire questa attività: non è più una cosa che è meglio fare ma è una cosa che mi piace e che voglio fare. Non solo: è parte della mia vita, così come ogni santo giorno mangio o lavoro o dormo. Perché infatti non deve esserci spazio nella nostra agenda anche per quello? Ci devono entrare solo gli impegni o le cose necessarie? Mai il piacere?

Non saprei dire esattamente cosa sia scattato nella mia testa che mi ha fatto cambiare l’idea che avevo dell’attività fisica: un certo giorno ho smesso di considerarla una cosa noiosa e faticosa e ho iniziato a vederla solo come un momento che aspettavo con ansia. Forse è stato il giorno in cui ho smesso di chiamarlo “esercizio fisico” e l’ho chiamato “divertimento”. Perché le parole sono importanti.

 

 

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