Le app per salvare il mondo

Una volta che hai acquisito la consapevolezza che la Terra va protetta ti chiedi come farlo attivamente. Ecco qualche suggerimento. E per riuscirci può bastare il tuo cellulare.

Forse il titolo è un po’ altisonante e pretenzioso però se stai leggendo ha attirato la tua attenzione, quindi resta ancora un po’ con me e ascoltami.

Spesso ci riferiamo al mondo e alla natura come “la nostra palestra” e sai quanto ci teniamo alla loro conservazione. Quando corriamo o andiamo in bici non possiamo che sentire un senso di pace per la bellezza che ci circonda e di gratitudine per ciò che, in fondo, abbiamo ricevuto in prestito. In quanto tale è giusto non solo trattarlo con cura ma soprattutto conservarlo, rispettarlo e, se possibile, migliorarlo, in modo da restituirlo a chi verrà dopo di noi in uno stato ancora migliore. Sì, in altre parole lo stiamo facendo anche per i nostri figli. E, da qualche anno ormai, anche per noi stessi, perché non siamo più tanto sicuri che anche durante la nostra permanenza sul pianeta Terra le cose non possano peggiorare a tal punto da poterne subire anche noi gli effetti.

Come sai mai come in questi ultimi tempi abbiamo sottolineato quanto sia importante sviluppare la consapevolezza dell’importanza della conservazione e del rispetto per questo pianeta. Ora è il momento di passare al livello successivo, cioè fare qualcosa di attivo, anche se nel nostro piccolissimo.

Non dimenticare mai che, anche se siamo soli e i nostri comportamenti possono sembrare come gocce in un oceano, ciò non significa che non abbiano alcun risvolto positivo e che magari valgano anche da esempio per ispirare altri, in modo che il nostro singolo sforzo diventi in poco tempo quello di 10, 100, 1000 come noi.

Qual è la nostra (reale) impronta ambientale?

Il modo più semplice e intuitivo per essere consapevoli e contribuire è usare il cellulare: ci sono tantissime app che possono aiutarti in questo e qui ti parlo di alcune. Non sono app che servono a chi corre ma servono di certo all’umanità e a tutto il nostro pianeta, per renderlo un posto un po’ migliore. Come? Un modo è quello di sprecare il meno possibile, riciclando e non gettando via il cibo, magari perché l’hai fatto inavvertitamente scadere.

L’aspetto positivo e attraente di un approccio del genere è che ti permette di risparmiare davvero molti soldi perché spesso si tratta di prodotti nuovi ma in scadenza (cibo) o usati.

Per semplicità ho diviso le app famiglie: cibo, usato/riciclo, consapevolezza attiva.

Cibo

Secondo la Fondazione Barilla noi italiani sprechiamo circa il 2% del cibo prodotto, per un valore complessivo di 15 miliardi di euro, pari a circa l’1% del PIL nazionale. Il 79% di questo spreco avviene alla fine della filiera, cioè in ambito domestico: nelle famiglie italiane la scarsa programmazione alimentare, la disattenzione e l’incuria con cui letteralmente buttiamo via denaro comporta tutto questo spreco.

Se ti sembra tutto sommato poca cosa, considera che a livello mondiale un terzo del cibo prodotto viene sprecato. Ciò significa che un terzo dell’impatto ambientale necessario per produrlo è totalmente inutile e può essere evitato consumando più consapevolmente (cioè non sprecando). Come farlo? Con alcune app, per esempio. Eccole!

Too Good To Go

Prima che una app, Too Good To Go (letteralmente “Troppo buono per buttarlo”) è un sito che mette in contatto chi lavora nella filiera alimentare e i consumatori: ristoranti e rosticcerie che devono smaltire cibo in scadenza o che non potranno più servire il giorno successivo e di cui possono recuperare almeno le spese, vendendolo molto scontato. La app ti permette di vedere quali ristoranti o negozi aderiscono nella tua zona e cosa offrono. Puoi riuscire a trovare ottime pietanze scontatissime ed evitare sprechi allo stesso tempo!

MyFoody

Il suo scopo è quello di mettere in contatto i punti vendita di generi alimentari e i consumatori per smaltire le eccedenze o la merce in scadenza. Usando l’app puoi sapere quali supermercati nella tua zona praticano sconti per prodotti in scadenza e risparmiare cifre significative.

ThinkAbout

Si tratta di un portale che mette in contatto i produttori di cibo con altre aziende per permettere lo smaltimento di cibo lavorato o meno che non può essere immesso sul mercato per diversi motivi, magari anche estetici. Non si tratta quindi di un’app e non coinvolge il singolo consumatore ma interi gruppi, per esempio i  dipendenti di un’azienda che possono acquistare in un’unica soluzione grandi partite di cibo a prezzi scontati. Il motivo è, ancora una volta, etico: risolvendo la transazione in un’unica soluzione si riducono gli sprechi legati alle singole spedizioni, limitando l’impatto ambientale. Se lavori in un’azienda informati o chiedi ai responsabili se aderiscono al progetto e usalo: anche in questo caso puoi ottenere fortissimi sconti ed evitare sprechi (facendo del bene al pianeta).

UBO – Una buona occasione

Questa app ti permette di conoscere come conservare meglio i cibi, di preparare ottimi piatti con verdure o cibi in scadenza, di fare una lista della spesa scegliendo fra i 500 prodotti in database, di avere uno scadenziario che ti evita di dover buttare via cibi ancora buoni ma dimenticati in frigo e anche di riutilizzare gli scarti. Per avere davvero un impatto zero.

OLIO

Olio è un’app che mette in contatto singoli cittadini (a dimensione di vicinato) che vogliono liberarsi di qualcosa e la cedono gratuitamente. Pertanto funziona sia per i generi alimentari ma anche per l’oggettistica, anche se solo a livello di vicinato.

Cosa puoi fare per il pianeta?

Usato/riciclo

Una volta sentii un vegano dire una cosa apparentemente sconvolgente. Disse “Se una giacca in pelle è usata, non ho alcun problema a indossarla. Quell’animale è già morto, è più assurdo buttarla via”. Ci sono gli scrupoli di natura etica che ci fanno scegliere di non comprare una nuova giacca in pelle per non alimentare un mercato che troviamo ingiusto e per salvare la vita a molti animali ma non ha senso averne quando un capo è usato e, comprandolo come tale, stiamo anzi dando un nuovo senso al sacrificio di quell’animale.

Lo spreco di abiti non riguarda solo i capi che prevedono l’impiego di animali ma soprattutto l’iperproduzione di cose di cui, onestamente, non abbiamo bisogno. L’industria manifatturiera è infatti a livello globale una delle più grandi e inquinanti. Dare nuova vita a capi usati è un modo consapevole e responsabile per ridurre il proprio impatto ambientale. Anche in questo molte app ci aiutano.

Il mercato dell’usato non coinvolge ovviamente solo gli abiti ma si applica a qualsiasi cosa. La novità è che da qualche anno è reso molto più fluido ed efficiente grazie alle app che mettono in contatto venditori e compratori. Eccone alcune.

Subito.it

Si tratta del marketplace più famoso e frequentato d’Italia e puoi trovarci davvero di tutto. Non ha bisogno di presentazioni, senza dubbio.

Depop

Depop è un sito/app che permette di vendere abiti e accessori usati, mettendo in contatto venditori e compratori singoli. A differenza di Vestiaire Collective (di cui parlo dopo), il taglio di ciò che vi trovi è più giovane/urban.

Vinted

Dedicata alla compravendita di abiti usati, Vinted ha 37 milioni di iscritti in tutta Europa e permette di mettere in contatto singoli venditori con singoli acquirenti di abiti usati.
Un aspetto positivo di questo sito/app è che ti permette di proteggere l’acquisto e di avere rimborso qualora quello che ricevi sia danneggiato o non corrispondente alla descrizione.

Vestiaire Collective

È il sito dove comprare e vendere abiti e accessori di grandi firme. Vestiaire Collective si occupa di mettere in contatto venditori e acquirenti e di autenticare come originali il 100% degli articoli venduti tramite i suoi canali. Anche in questo caso le transazioni sono sicure e l’acquisto è protetto. I prodotti in vendita (o quelli che decidi di vendere) sono tutti di categoria molto elevata e comprendono abiti, gioielleria, orologi, scarpe e accessori.

Consapevolezza attiva

Un conto è sapere che bisogna essere rispettosi dell’ambiente, un conto è fare qualcosa, attivamente, per conservarlo. Queste app/siti ti aiutano a fare qualcosa di attivo, consapevolmente.

Goodbag

Come dice il nome, “Goodbag” è una borsa buona che ti permette di fare acquisti senza utilizzare sacchetti usa e getta e soprattutto sapendo che per ognuna di esse è stato piantato un albero. Puoi acquistarle nel loro shop e alcuni modelli riportano grafiche che fanno riflettere, come “20 grammi in meno di plastica negli oceani”, perché il loro utilizzo (e riutizzo, soprattutto) ti evita di usare altri tipi di borse della spesa.

Good On You

Il gioco di parole usato per dare il nome a questa app è particolarmente efficace: “Good on you” allude sia al famoso “Ti sta bene (addosso)” e sottintende che fa anche del bene al pianeta. Non è un luogo dove comprare o vendere abiti o cibi ma piuttosto un database che raccoglie informazioni su quanto etiche sono le più grandi aziende produttrici di vestiti o accessori, basando il giudizio su tre parametri: se usano o meno animali, come trattano chi ci lavora e se sono rispettose dell’ambiente. Purtroppo ti anticipo molte spiacevoli sorprese (ma anche una sana consapevolezza che ti aiuterà a scegliere di premiare i bravi, al tuo prossimo acquisto).

Greenity

Questa app ti aiuta a conoscere e capire come sono fatti i cosmetici e i prodotti di bellezza che usi e se utilizzano sostanze dannose o poco eco-friendly.

Treedom

Treedom è una startup italiana che ti permette di… piantare un albero. Davvero, niente di più semplice. Ovviamente non lo pianti e basta ma puoi seguirne la crescita e soprattutto puoi scegliere fra diverse specie, diversi luoghi del mondo e a quale utilizzo vuoi che sia destinato (alimentazione, medicina, ricerca ecc.).

Tu fai la differenza

Possono sembrare piccoli gesti, può sembrare che quello che fai tu e solo tu sia poca cosa ma, come anche un solo chilometro corso è molto di più di nessun chilometro corso, un singolo gesto e un po’ di più di consapevolezza di quanto fragile e prezioso sia il nostro pianeta possono fare la differenza. Sempre.

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