Non dico che sia la gara più bella. Né tantomeno la più lunga, la più difficile, la più vecchia o quella organizzata meglio. Però per me – da sempre – la Lavaredo Ultra Trail è la gara regina del trail running (in Italia s’intende).
Disclaimer: questo articolo non è uno di quei bellissimi e noiosissimi racconti di gara. Il che inevitabilmente spingerà alcuni ad abbandonare la lettura ma molti altri a non abbandonarla.

120 chilometri nel cuore delle Dolomiti non sono esattamente una scampagnata, ciò nonostante ho sempre pensato che prima o poi sarebbe stata una follia che avrei potuto voluto fare. E se poco poco la cosa ti stuzzica il mio consiglio, ovviamente non richiesto, è quello di non andare a Cortina nei giorni della LUT. Hai capito bene: non ci andare. Perché se ci vai – e ci andrai, lo sappiamo entrambi – è garantito che in quel momento deciderai di iscriverti pure tu. E quel rassicurante prima o poi senza tempo che ti ronzava in testa diventerà un pericolosissimo quanto concreto appena possibile.
Nel weekend della LUT Cortina cambia pelle. Anche in questo caso: non è che Cortina non ospiti altre decine di eventi sportivi in altri periodi dell’anno, anzi. Ma in quei giorni di giugno vicini al solstizio d’estate si respira un’aria (di festa? di complicità? di gioia?) che raramente ho visto in altre occasioni. E non pensare che riguardi esclusivamente i matti che sono lì per correre; riguarda i loro amici e parenti, i commercianti, le anziane signore al balcone, la città tutta.
Senza nulla togliere alle altre distanze di gara (la Cortina Skyrace da 20 km, il Cortina Trail da 48 km e la UltraDolomites da 80 km) che si raccolgono sotto il cappello dell’evento LUT, per me la Lavaredo Ultra Trail è solo la distanza regina da 120 km. La partenza alle 23.00 sulle note di The Ecstasy of Gold di Ennio Morricone basta già da sola a scioglierti il cuore. Il passaggio all’alba alle Tre Cime di Lavaredo (ok, dipende dal tuo ritmo: va detto che quelli troppo veloci questa parte non se la godono; nel 2021 Hannes Namberger ha tagliato il traguardo dopo solo 12h 2’ 12” e io dico chapeau, però – caro il mio Hannes – ti sei perso il meglio) fa il resto.
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Per dovere di cronaca è giusto ricordare che stiamo parlando di una gara con un elevatissimo tasso di abbandono, che oscilla stabilmente tra il 25 e il 30%. E – per fugare ogni dubbio – naturalmente non è una competizione alla quale si possa iscrivere chiunque: occorrono alcuni requisiti minimi, come aver terminato almeno una gara da 4 punti ITRA (80-90 km e 4.000D+ circa) nei mesi precedenti.
Questo requisito purtroppo temo che sposterà il mio appena possibile un pochino più in là di quanto avessi previsto. Però oh, vedi mai.