Da ragazzino sono cresciuto con questa diceria, quasi un mito, sul fatto che nel deserto si vestissero di lana perché è un materiale isolante: quindi mi avrebbe isolato sia dal caldo diurno che dal freddo notturno. Io ho sempre annuito poco convinto; a quattordici anni metti in discussione pure che la Terra giri intorno al Sole, figuriamoci un’affermazione del genere. Tenevo quest’informazione nel cassetto delle frasi di circostanza, assieme alla questione delle mezze stagioni e (la mia preferita di sempre) “il nuoto è uno sport completo”.
Poi a diciassette anni ho passato due giorni e due notti nel Sahara e in effetti un pochino mi sono ricreduto, però non è che da quel momento in poi a luglio abbia cominciato a indossare il dolcevita al posto della canotta, questo va detto.
Sono passati circa venticinque anni da allora e – complici la corsa, la montagna e l’anzianità – la mia needful thing di oggi è una maglia termica in lana merino. Cioè, non una qualsiasi, una in particolare.
Ho scoperto Cascada – All road apparel poco più di due anni fa, non ricordo nemmeno più come, di sicuro il trail running era già diventata la mia passione primaria. Cascada è un piccolo brand tutto italiano che si auto-definisce “un invito alla ricerca e alla scoperta di terre nascoste, un invito a vivere esperienze attive fuori dalla propria zona di comfort”. Se ti sembra molto vicino alla filosofia di Fuorisoglia – il podcast di Runlovers, avrai capito perché ci piace assai.
Carlo e Maurizio (i due cofondatori ndr) progettano tutto in mezzo alle montagne del Trentino e testano personalmente ogni prodotto nella loro vita di tutti i giorni: tra boschi, laghi e cime che ho la nostalgia solo a parlarne. Il progetto nasce evidentemente dalla necessità di produrre qualcosa che rispondesse in primis alle loro esigenze quotidiane, e credo sia per questo che i loro prodotti funzionano così bene.
A mio avviso la loro forza si può sintetizzare in tre punti:
- Fanno pochi prodotti (davvero pochi), questo permette loro di concentrarsi sulla qualità e sull’evoluzione del prodotto stesso, nonché sul punto successivo;
- Curano molto ogni piccolo dettaglio, dal prodotto stesso (ovviamente) al packaging (in omaggio dei bellissimi adesivi che attacco ovunque). Mi perdonerai ma per me questo è un punto fondamentale, è peraltro uno dei requisiti primari per trovare spazio in questa blasonata rubrica, scusa se è poco;
- Hanno un approccio orizzontale, ovvero non si concentrano quasi mai su uno sport specifico ma sulle funzionalità, perché credono che un prodotto debba poter soddisfare molteplici utilizzi. E per questo voglio loro un gran bene.
Sono particolarmente forti sui base layer – il primo strato a contatto con la pelle –, perfetti tanto per il ciclismo quanto per la corsa o per qualsiasi altra esperienza outdoor.
E qui torniamo al mio oggetto del desiderio. Si tratta appunto della Merino Base Layer Short Sleeve, qui in versione a manica corta (ma non tanto corta, tipo maglia da ciclista), ma volendo c’è anche a manica lunga, realizzata in un mix di lana merino e poliestere: è unisex, come quasi tutti i prodotti Cascada. Appena la indossi ti senti coccolato, lo senti subito che stai bene: le fibre della lana ti isolano termicamente e assorbono l’umidità lasciando la pelle asciutta, così la maglia rimane calda anche se bagnata. Nelle giornate estive il sudore viene assorbito e spinto verso l’esterno lasciandoti fresco e asciutto: che poi è quello che dovrebbe fare qualsiasi maglia termica che si rispetti, ma non tutte lo fanno a dovere.
Inoltre il trattamento antibatterico fa egregiamente il suo dovere: una volta asciutta ti accorgerai che se tu puzzi ancora, la maglia probabilmente no. Questo ti permette di non doverla lavare frequentemente, ad esempio è molto utile quando si è impegnati in uscite di più giorni.
Il battesimo del fuoco per me è avvenuto nel settembre 2019: avevo un trail sulle Dolomiti di 44km e 3.300m D+, alla partenza ci sarebbero stati 3° ma durante la giornata avremmo avuto un sole pieno e la temperatura sarebbe salita oltre 25°. Oltre alla shell waterproof nello zaino volevo evitare il più possibile il gioco del metti-e-togli e ho pensato fosse la giusta occasione per testare Cascada: dopo nove ore e mezza di attività giuro che la maglia quasi non puzzava (solo la maglia, credimi) e io non avevo mai sentito la necessità di coprirmi o spogliarmi. Da allora è sempre nel mio borsone da viaggio, a prescindere dalla destinazione.
In coda a tutte le caratteristiche tecniche c’è poi forse la motivazione più forte di tutte: è maledettamente bella. Tanto che io spesso la uso come unico strato, come quella volta sulle Dolomiti, che mi spiace nasconderla con altro. In meno di due anni ne ho acquistate tre: il primissimo modello verde salvia, poi quella rosa a manica lunga e di recente quella giallo senape. Valgono ogni centesimo.
L’ultimo consiglio non richiesto? Prendi quella a manica corta: lasciando scoperti gli avambracci è l’unica davvero perfetta per tutte e quattro le stagioni.