Innalzare la soglia

La creatività è la vera alleata della tua mente: devi allenarla e alimentarla per trovare soluzioni nella vita e nello sport

Ogni settimana nel nostro podcast Fuorisoglia ti parliamo di come allenarti per superare la tua soglia e migliorarti sempre un po’ di più. “Do more (fai di più)” è del resto uno dei nostri mantra e significa spostare sempre un po’ più in là il proprio limite per espandere le tue capacità e progredire.
Quello che di cui voglio parlarti oggi è invece un concetto legato al precedente ma spesso trascurato: quello dell’innalzamento della soglia.
Spostarla – andando fuori soglia, appunto – è il modo migliore per attingere a capacità che non sapevi di avere ma porta con sé anche qualcosa di inestimabile: migliorarsi non significa solo aumentare le proprie prestazioni al picco della performance ma anche innalzare la soglia minima. È come se il miglioramento nel senso del limite massimo trascinasse con sé anche quello nel limite minimo.
Può sembrare una conseguenza secondaria ma non lo è affatto e ne sei stato testimone in quest’ultimo anno.

Sopportare meglio

Quest’ultimo anno è stato pesantissimo per tutti ma alcuni l’hanno sopportato meglio. Chi c’è riuscito? Ho pochi dubbi al riguardo: chi era più preparato fisicamente e mentalmente a reagire. In questo senso le reazioni si sono divise fra quelle di chi, restando nell’ambito sportivo, aveva allenato sia il corpo che la mente e chi aveva allenato solo il corpo. I primi sono senza dubbio quelli che hanno reagito meglio, i secondi hanno scalciato e maledetto tutto e tutti perché gli era stata tolta la possibilità di allenarsi.
Perché ci sono state reazioni così diverse? In fondo entrambi i tipi di sportivi avevano preparazioni simili, eppure uno solo dei due ha reagito in maniera composta e creativa.
Credo che il segreto stia proprio nella capacità creativa che questi hanno dimostrato. Quando è stata tolta loro la possibilità di allenarsi in un senso hanno risolto facendolo in maniera diversa. Non potevano correre? Hanno iniziato ad allenarsi a casa. Non potevano stare all’aria aperta e correre? Hanno corso sul tapis roulant o si sono allenati diversamente, per esempio con i rulli o con la ginnastica.
In queste persone si era realizzato un mix vincente dato dalla preparazione e dall’innalzamento della soglia “inferiore”, mescolato alla creatività ed elasticità che, Darwin ci insegna, ha sempre garantito la sopravvivenza. Si chiama “adattamento” e non a caso il famoso scienziato non diceva che vince la gara dell’evoluzione il più forte ma chi si adatta meglio.

La creatività come alleata

Spesso si associa la creatività al solo ambito artistico. Invece è un atteggiamento molto più ampio, e quindi applicabile a diversi ambiti della vita. La creatività è anche, più semplicemente, la capacità di valutare una situazione da più punti di vista, per meglio trovare una soluzione e adattarsi.
Soprattutto, la creatività è la capacità di immaginare soluzioni e scenari non reali, per farli diventare tali.
La creatività è, in altre parole, la capacità di reagire a una situazione che non consideriamo ottimale o soddisfacente. Pensa a quando in gara succede l’impensabile e non ti trovi più nella condizione ideale: cosa ti salva? Come sempre la sola capacità di reagire: con la mente che istruisce il corpo su come comportarsi, trovando modi per aggirare e superare l’ostacolo.
Niente o quasi niente nella vita è prevedibile ma se vivessimo arrabbiandoci per ciò che non va per il verso giusto lamentandocene come bambini non progrediremmo molto. Continueremmo a lamentarci di ciò che ci succede e quello continuerebbe indifferente a succedere.

La creatività rende grande un’atleta

La soglia minima

Perché è così importante il “limite inferiore”? Perché il limite superiore è quanto in alto possiamo spingerci, ma non potrebbe farlo se non si basasse su solide fondazioni. La soglia inferiore sono quelle fondazioni e più innalziamo quella superiore più loro si fortificano, proprio per sostenere una costruzione sempre più ardita e alta.
Allenarsi con costanza permette di costruire quelle del corpo ma quelle della mente devono essere alimentate e fortificate in altri modi: nutrendo la curiosità e l’elasticità mentale. In una parola: l’immaginazione.
Pensare a ciò che ancora non esiste e che non si pensava di poter fare ed essere è ciò che ha distinto in questi tempi chi ha reagito meglio e chi peggio, pur trattandosi sulla carta di persone allenate fisicamente nello stesso modo.
Chi ha immaginato una vita diversa si è adattato, chi si è ostinato a pretendere di continuare a fare quello che aveva sempre fatto e come lo aveva sempre fatto è uscito di testa.
Perché chi è creativo vede sempre un’altra via, anche se non è tracciata. E non è mai quella che percorreva fino a quel punto.
La strada te la devi tracciare sempre, e vale per lo sport e per la vita.

Reagire

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1 COMMENT

  1. tutto giusto ma l’ostacolo più Grande non è solo l’assenza di motivazioni o incapacità che magari abbiamo o no oppure possiamo sviluppare nelle situazioni di crisi ma possiamo vivere situazioni ed esperienze di blocco emotivo; quindi in certi casi bisogna compiere un doppio lavoro : fare , reagire e al contempo rimettersi nella condizione di fare e ripartire .. per arrivare lì svolgere un ‘attività dobbiamo prima riacquistare la semplice e ovvia per altri e altre capacità di muoverci .

    e posso dire che la corsa mi ha aiutato a .. superare in sorpasso certi stress emotivi .

    il problema è che certe “situazioni” pretendono di spezzare annullare umiliare irretire proprio la nostra immaginazione creatività capacità per omologarci inglobarci controllarci .

    poi molte persone hanno una emotività di cui non sono consapevoli che li fa reagire con paura .

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