Il pasta party è una di quelle cose che già dal nome ti dovrebbe dire tutto. Pasta. Party. Che altro vuoi sapere? Io ci vengo di sicuro. Quando corriamo su strada, va detto, al pasta party potrebbe capitare di essere un po’ stitico: non è colpa sua, è colpa nostra. Quando ci alleniamo per una maratona o una mezza maratona o magari una velocissima 10k, stiamo attenti ad ogni grammo che ingeriamo. Il carboload incontrollato è un mito oramai sfatato e sì, ok la finestra anabolica – ovvero quel lasso di tempo post-gara in cui possiamo alimentarci come se il nostro corpo fosse ancora sotto sforzo –, ma non esageriamo che domani poi ho 5k di scarico la mattina presto e poi da martedì ricomincio con le ripetute.
Per chi fa trail running invece il pasta party è un rito sacro quasi paragonabile al terzo tempo del rugby. Mi sono allenato, ho faticato, ora dammi da mangiare e da bere in gran quantità e nessuno si farà male.
In un pattern organizzativo abbastanza riconoscibile, possiamo individuare tre tipologie (più una) di pasta party:
Il pasta party verace
È quello originale, per così dire. I volontari (sempre siano lodati) cucinano decine di chili di pasta al sugo. Di solito è pasta corta, penne o rigatoni: per evidenti motivi difficilmente ti capiterà di trovare gli spaghetti al pasta party, anzi prega di non trovarli. Troverai invece sempre un’alternativa in bianco, se ti va di lusso al posto del pomodoro puoi trovare del ragù.
Finita la gara ti metti in coda – con il tuo pettorale – e ricevi il tuo piatto abbondante di pasta, magari con una bottiglietta d’acqua. Facile, veloce, pulito. In caso di fame esagerata puoi tentare di intenerire i suddetti volontari per un secondo piatto: ne hanno quasi sempre in avanzo, quindi tentar non nuoce e spesso funziona.
Il pasta party chic
In questo caso è probabile che nel pacco gara trovi un buono di un certo valore, da spendere liberamente presso la food area all’arrivo. Qui c’è decisamente più scelta e di solito anche la qualità è più alta, i volontari sono sostituiti più probabilmente da professionisti dello street food. Con le quantità invece ti può andare bene o andare male: io ricordo ancora, in quel di Cortina, un panino con salamella e formaggio fuso che ciao.
Il pasta party sòla
Questa è l’occasione in cui tutte le tue illusioni e aspettative si scontrano con la dura realtà. Sei sudato, sei stanco, sei affamato e hai bisogno di quel piatto di pasta che ti sei sognato almeno per gli ultimi cinque chilometri di gara. Non voglio esagerare ma sì, è l’unico motivo per cui non ti sei ritirato e ti sei trascinato fino al traguardo. E questa sarebbe la ricompensa? Il pasta party sòla lo riconosci quasi da subito perché è servito in quei piattini di plastica in cui di solito ti servono il dolce. «È poco» è il tuo primo pensiero, «speriamo almeno sia buono» aggiungi ingenuamente mentre il tuo cervello registra immagini fugaci di decine di piattini semipieni abbandonati ovunque.
Qualche anno fa partecipai a una mezza maratona notturna, in Liguria. L’arrivo era grossomodo dalle 22.30 in poi, faceva maledettamente freddo. Una volta terminata la gara, il tempo di coprirmi e scoprii che il pasta party era a 2 km dopo il traguardo. E ok, ne avevo fatti ventuno, altri due che sarà mai. Poi vidi il piattino [allarme piattino / allarme piattino / nuova direttiva primaria: fuggire]; poi vidi che nel piattino c’era una gelida insalata di riso; poi vidi che il condimento della gelida insalata di riso erano delle gelide cipolline sott’aceto. Oramai erano le 23.30 passate e di mangiare altrove non c’era modo, la tipica accoglienza ligure. In questi casi è molto meglio che non ci sia alcun pasta party: almeno non ti fai illusioni.
No pasta no party
In molte occasioni la verità è che non esiste alcun pasta party. I motivi possono essere molteplici: economici, logistici, organizzativi. Non è un diritto costituzionale, quindi nulla di male. Anzi, se lo sai già da prima ti organizzi, prenoti, e dopo la gara ti ritrovi con la tua crew – e magari con qualche nuovo amico conosciuto lungo il percorso – in mezzo a una chiassosa e gioiosa tavolata. Di rigore i taglieri misti, i pizzoccheri, la polenta, lo stinco con le patate, gli spaghetti allo scoglio.
Ricorda: il pasta party è un grosso sbattimento per chi lo organizza e nel 90% dei casi si tratta di volontari. Sii gentile, ringrazia, e ricorda che non sei al ristorante: è probabile che la pasta non sia buona come quella che fa la tua nonna. Insomma, non ti lamentare. A meno che non ti capiti l’insalata di riso con le cipolline, ovvio.
(cover photo by ali nafezarefi on Unsplash)