Ascolta “S02E33: Correre PUNK!” su Spreaker.
Lo so, non è facile o immediato mettere insieme il punk e la corsa. Sono due cose che sembrano non avere niente in comune: il primo è una cultura nata negli anni ’70 e sviluppatasi fino ai primi ’80 che di salutista pareva avere poco (niente, a dire il vero), mentre la seconda ha tutte le caratteristiche per essere ascritta alla sfera del benessere e della salute.
Non abbiamo accostato punk e corsa per questo, ovviamente. Il fatto è che ultimamente ci troviamo sempre più spesso a pensare a qualcosa di libero dagli schemi e rivoluzionario (ma sempre in senso buono) e a pensare “Ehi, ma questa è una cosa decisamente punk!”.
In effetti, a voler indagare le radici di quel fenomeno culturale (o sottocultura, per alcuni) si scopre che, al di là delle manifestazioni esteriori come il modo di vestirsi e le parole usate, il punk è essenzialmente un’espressione di libertà. Fatta con modalità particolarmente esplosiva e chiassosa, ok, ma pur sempre di libertà si tratta.
Come si coniuga questo atteggiamento nella corsa? È più semplice di quanto si possa pensare: cosa c’è di più libero della corsa infatti? Decidi i tempi, sei solo con te stesso, puoi seguire il percorso che ti attira di più. Non parliamo quindi della corsa che segue le tabelle e che ha come scopo il miglioramento dei tempi e delle prestazioni. La corsa punk è l’opposto: non ha tempi, non ha tracciati, segue il sentimento e la curiosità, perché il percorso lo traccia il runner punk, che per definizione non segue nessuno ma semmai precede e apre nuove strade.
Come fecero gli eroi del punk, uno dei quali – Joe Strummer, leader dei Clash – era però anche un maratoneta: corse infatti ben due edizioni della London Marathon (1981 e 1983) e Parigi, nel 1982.
Check out these unseen photos of Joe Strummer running the 1983 London Marathon
La corsa punk è insomma quella senza programma e senza direzione: decidi al momento, a sentimento. Non sai dove ti porterà – e infatti non è per niente utile se vuoi preparare una gara – però può farti conoscere nuovi percorsi sia fisici che mentali (no, non ti stiamo invitando a drogarti per farla). Se la corsa è superare i propri limiti, la corsa punk ti apre nuove strade per farlo: non saranno quelle dove fai il tuo personal best ma di sicuro saranno quelle dove scoprirai parti di te che non sapevi di avere. Quelle di chi è curioso e di chi vuole farsi stupire dalla vita, sempre.
Corri punk, corri senza regole e senza direzione. Ogni tanto fa solo un gran bene.
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