Nel dubbio, corri

A cosa servono le citazioni? A darti una direzione (quando sono belle e piene di significato, naturalmente)

Ti ricordi il film “Carpe Diem”? Non si chiamava così: si chiamava “L’attimo fuggente” ma di quel film, oltre al vocativo (che a noi piace molto) “O capitano! Mio capitano!” tratto da una poesia di Walt Whitman, a tutti è rimasto in mente quel concetto. “Carpire l’attimo”, vivere nel presente, avere la consapevolezza che tutto succede qui e ora e che lasciare che la mente sia distratta da pensieri che appartengono al passato o che si proiettano nel futuro – cioè in una dimensione che ancora deve avvenire – è una perdita di tempo.

Le citazioni hanno una duplice forza: quando sono fatte bene, dicono in poche parole qualcosa di profondo che conferma una intuizione che avevi avuto o ti fanno capire qualcosa che non era chiaro e soprattutto sono sassolini che tieni in tasca. Hai presente quei piccoli oggetti che conservi e porti con te assieme alle monete e al portachiavi? Se ne stanno silenziosi e poi un giorno devi pagare la spesa, tiri fuori la moneta e ti ricordi perché te li porti appresso: ti ricordano qualcosa.

Le citazioni non sono le tavole della legge e non servono neanche a dare un corso alla tua vita, ci mancherebbe. Però servono a ricordarti qualcosa, a darti una direzione nel migliore dei casi.

“Carpe diem” è una delle più brevi che io conosca: due sole parole per dire un concetto fondamentale e fondante della vita: tutto è solo qui e ora e se non lo cogli, svanisce.

Bisognerebbe ricordarlo più spesso, specie quando ci si accorge di essere immersi in rimpianti per il passato o in ansia per il futuro. In quei momenti infatti – più che in altri – non stiamo vivendo il solo tempo che possiamo davvero vivere, e cioè il presente.

Cosa c’entra tutto ciò con la corsa? C’entra per almeno due motivi.

Quando corri, corri

Quando stai correndo stai facendo solo quello perché non puoi fare altro. Puoi pensare, puoi ascoltare musica o un podcast (per esempio il nostro Fuorisoglia o il weekly Il Lungo) ma la tua mente è soprattutto concentrata a correre. Diciamo che puoi fare una cosa attiva (correre) e una o due passive (ascoltare, pensare). Basta.
Limitante? No, anzi: è liberatorio sapere che le tue possibilità di scelta si riducono a pochissime opzioni, che grosso modo sono tutte piacevoli: correre, ascoltare, pensare.

Perché sono partito dal Carpe Diem? C’è un motivo ed è anche molto semplice: in un periodo di tempo instabile per non dire orrendo il cielo si era aperto qualche ora. Non avevo in programma allenamenti ma ho pensato che era giunto il momento di carpire l’attimo. Si corre anche con la pioggia e il freddo, ma diciamocelo: il sole aiuta sempre e fa correre più volentieri. Non ne avevo una voglia particolare eppure ho messo le scarpe e sono uscito a correre.
Il carpire l’attimo ha anche diverse piacevoli conseguenze: se hai scelto bene ti appaga aver seguito l’istinto e poi ti lascia in eredità la piacevole sensazione di aver fatto qualcosa, di poter spuntare la casella. “Giornata pessima da molti punti di vista ma almeno ho corso”, ti è mai capitato di sentirtelo dire? E puoi anche non dirtelo ma tanto la tua mente sa che è così perché è appagata.

Ciò che è lasciato

Il Carpe Diem insegna anche un’altra cosa: quello che lasciamo sfuggirci fra le dita è perso per sempre. Sento gli applausi per l’ovvietà ma ecco un’altra caratteristica delle citazioni: può anche darsi che ribadiscano un’ovvietà. Più qualcosa è ovvio, anzi, più è probabile che te ne dimentichi perché fa parte del tuo paesaggio esistenziale, come le vie della tua città o il colore della tua casa.
La citazione ti ricorda che è un’ovvietà ma non per questo è opportuno dimenticarsene. Perché è pur sempre una perla di saggezza.

Il senso delle citazioni è proprio questo: le tieni in tasca – in una tasca della memoria, magari – e ogni tanto le tiri fuori e le guardi. Ti ci riconosci e in certi momenti della vita in cui sei particolarmente confuso o ti sembra di non avere una direzione precisa le riguardi per ricordarti dove dovevi andare. Magari è un periodo in cui sei in dubbio su qualsiasi cosa e metti alla prova qualsiasi intenzione, per arrivare alla fine a non prendere nessuna decisione. In quel momento devi carpire l’attimo perché poi sfugge. Fallo.
Nel dubbio, vai a correre.

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