Abbracciami (sì, dico a te)

C’è questa cosa qui, questa cosa che si chiama AbbracciaMI. E già il nome è bellissimo, soprattutto in un periodo in cui di abbracci io avrei un sacco bisogno, ma facciamo un passo indietro.

Da quando non possiamo muoverci dal nostro Comune – nel mio caso Milano – abbiamo tutti cercato di sondarne i confini più remoti, (ri)scoprendo quartieri, piazzette nascoste, vie sconosciute. Ma se parliamo di confini allora perché non camminare proprio sul filo del rasoio?
In uno di quei noiosi giorni sull’internet, uno di quelli davvero uguali a tutti gli altri, uno di quelli in cui lasci che un link ti porti ad un altro, uno di quelli in cui sei troppo pigro anche per vedere una replica di Non è la Rai con Francesca che canta Rosso (una amore che non posso!), insomma capita che ti torna sotto gli occhi un progetto che già mesi prima aveva stuzzicato il tuo interesse ma poi eri stato distratto da altre questioni di vitale importanza.

AbbracciaMI Circleline è un percorso ciclabile che corre tutto intorno a Milano, di più, è il percorso ciclabile più esteso possibile praticabile entro i confini della città. Vengono fuori circa 65km. Attenzione, non ho detto una pista: ho detto un percorso. Questo progetto infatti si pone l’obiettivo – tra gli altri – di sfruttare strade ciclabili esistenti (piste, strade cittadine, sentieri eccetera) per creare un unico grande anello virtuale, spingendo più persone possibili a percorrerlo con regolarità affinché diventi un percorso di fatto. Il tutto attraversando oltre 25 parchi e 45 quartieri, guadando fiumi (no, ok, ci sono i ponti, ma se tu volessi guadare il Lambro chi sono io per impedirtelo?), costeggiando laghi, gasometri e vecchie fabbriche.
L’idea di Marco Mazzei – milanese, da sempre impegnato sul fronte della mobilità urbana su due ruote, con il quale ho avuto il piacere di fare due chiacchiere su Skype Google Meet – nasce nel 2017 e prende forma un pezzetto alla volta fino ad avere il sostegno del Comune, tanto che da un paio di mesi è iniziato il tracciamento segnaletico ufficiale.
Sul sito puoi scaricare le tracce gpx e svariate mappe – Google Maps, una mappa interattiva OpenStreetMap e il mio adorato Komoot – tutte in entrambi i sensi di marcia (le tracce differiscono leggermente a causa di alcuni sensi unici e tratti difficoltosi).

La prima cosa bella è che si tratta di un percorso per tutti: dalla famiglia al ciclista più esperto, tutti possono affrontare AbbracciaMI con il ritmo e lo spirito che più preferiscono.
La seconda cosa bella è che, per la sua stessa natura di confine, la traccia tocca quasi tutte le periferie milanesi e non immagini quanti luoghi interessanti ti trovi ad attraversare: dall’Abbazia di Chiaravalle ai gasometri della Bovisa, alla Balera dell’Ortica.
La terza cosa bella – ovviamente la prima che ho notato io – è che stai percorrendo un trittico culinario lombardo di un certo livello: El Galet, a est, poco dopo Lambrate; Al Laghett, nei pressi della suddetta Abbazia; Al Garghet, qualche chilometro più avanti, patria della cotoletta.
Se ti sembro troppo milanocentrico (sì, lo sono) la buona notizia è che il progetto è evidentemente scalabile e riproponibile: da qualche settimana infatti comincia a prendere forma l’idea dell’anello torinese AbbracciaTO, 58km ciclabili tra ravioli del plin e acciughe al verde.

Che poi oh, io adoro andare in bicicletta e qua dentro siamo tutti appassionati di almeno 2-3 sport. Però se ne scrivo su Runlovers c’è un motivo più pertinente. Alla terza (non è vero, già alla prima) volta che fai il giro comincia a formarsi dietro la nuca quel piccolo matto pensiero: e se la facessi di corsa? Detto, fatto. L’ultima domenica di dicembre mi sono trovato alle 8.00 – un freddo porco ma un sole clemente – con un piccolo manipolo di runner e siamo partiti dall’Isola diretti al Parco Nord. Da lì ci siamo immessi sul percorso in senso orario, con la traccia gpx caricata sul Garmin per ogni evenienza. Tre di noi avrebbero fatto “solo” 30km, una corsa tranquilla piena di chiacchiere e sorrisi fino all’Abbazia dove ci aspettava un sant’uomo col brodo di zucca caldo. Gli altri tre matti hanno proseguito indomiti chiudendo l’anello di 65km, tanta stima.

Ed erano mesi che non mi divertivo così tanto.

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