Le Olimpiadi di Tokyo del 2020 sono state rimandate

La notizia era attesa e non ha sorpreso, eppure fa impressione leggere che le Olimpiadi previste per la prossima estate in Giappone sono state rimandate. Il motivo è naturalmente la pandemia causata dal COVID-19 che sta imperversando, alla data odierna, in più di 150 paesi del mondo e che ha superato ormai le 400.000 persone contagiate.

Se questi numeri sono già notevoli ma non ancora spaventosi a fronte di una popolazione mondiale di 7 miliardi di persone, è la progressione incessante e della diffusione del virus e soprattutto la facilità con cui riesce ad aumentare i contagi giorno dopo giorno che hanno spaventato il Comitato Olimpico fino a fargli prendere, in accordo con il primo ministro giapponese Abe Shinzo, la decisione di posticipare un evento così importante.

Nella confusione e paura che regnano da settimane qualcosa che succederà fra qualche mese potrebbe anche sembrare così distante nel tempo da illudere che le cose si possano aggiustare ma, come si è già visto e detto, sono le conseguenze e la difficoltà di contenere un’epidemia del genere che ha fatto scegliere, come recita il comunicato ufficiale, di non mettere in pericolo la salute degli atleti e del pubblico.

Gli effetti della globalizzazione

Un aspetto singolare è che il Giappone ha relativamente risolto il problema della diffusione del COVID-19 e quindi sarebbe stato paradossalmente pronto per ospitare i giochi garantendo la sicurezza sul suo territorio ma le variabili sono troppe considerando le provenienze degli atleti e la tempistica con cui l’epidemia si sta sviluppando. Per certi versi è come vedere il mondo illuminato da fuochi d’artificio (anche se si tratta di esplosioni virali) che si accendono a giorni di distanza coinvolgendo alla fine ogni nazione. Quello che il Giappone ha vissuto un mese fa lo sta vivendo l’Italia ora, e fra 15 giorni lo vivrà l’Inghilterra e gli USA e così via, a catena.

Non si poteva nemmeno trascurare il fatto che molti atleti non avrebbero comunque  potuto completare la propria preparazione per le numerose restrizioni imposte dai governi nazionali, come ben sappiamo noi italiani.

Un faro di speranza

Il comitato ha anche scelto, in accordo con il governo giapponese, di mantenere la fiamma olimpica in Giappone come simbolo della speranza che deve animare e unire tutte le nazioni nello sforzo per debellare il coronavirus.

Le Olimpiadi si terranno dopo il 2020 e prima dell’estate del 2021, e si chiameranno comunque Giochi Olimpicii di Tokyo 2020. Le qualifiche fin qui completate verranno congelate (e gli atleti qualificati confermati, di conseguenza) mentre quelle che dovevano ancora aver luogo verrano ricalendarizzate.

La soluzione dello slittamento è anche la più praticabile dal punto di vista economico perché l’annullamento avrebbe comportato il pagamento di pesantissime penali agli sponsor che avevano già anticipato somme o preso impegni con il Comitato Olimpico. La situazione è insomma, da ogni punto di vista, congelata e posticipata di un anno.

Nell’attesa che venga ridefinito il calendario non c’è che da spostare l’appuntamento all’anno prossimo, fiduciosi che sarà una festa gioiosa, celebrata da un mondo finalmente liberato dal virus.

(Photo by Pawel Nolbert on Unsplash)

 

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