Oggi la World Athletics si è pronunciata sull’utilizzo in competizione delle Nike Vaporfly.
In realtà il parere è stato espresso in merito alla tecnologia delle scarpe in questione e non al modello in particolare, ma andiamo con ordine.
Innanzitutto: le Vaporfly potranno essere usate nelle competizioni internazionali (e la mente va subito alle imminenti Olimpiadi in Giappone).
Il parere/sentenza è in realtà più articolato e stabilisce le seguenti regole.
La legge del mercato
Un modello che è disponibile al pubblico per un periodo superiore ai 4 mesi precedenti alla competizione è ammesso.
Allo stesso tempo però i prototipi non sono ammessi. Quello con cui Kipchoge ha stabilito il record del mondo sulla distanza della maratona a Vienna – anche noto come Alphafly – quindi non è ammesso.
Le uniche difformità ammesse per le scarpe da gara possono riguardare l’estetica (che non influisce quindi sulle prestazioni) ed eventuali modifiche introdotte per motivi medici (plantari o supporti di vario genere).
Qualora la WA avesse dubbi sull’adesione ai principi dell’istituzione stessa di una scarpa o della sua tecnologia può comunque sottoporla a giudizio.
Limitazioni
La regola della disponibilità sul mercato è stata però temperata con dei nuovi limiti che sono chiaramente riferiti alle Nike Alphafly, vietandone di fatto l’utilizzo:
- L’intersuola non può essere più spessa di 40 mm (quella delle Alphafly è 51 mm)
- È ammesso l’uso di piastre flettenti in carbonio nell’intersuola, anche in diverse sezioni ma solo qualora siano disposte su uno stesso piano, senza quindi che lavorino in parallelo o che si sovrappongano (ancora una volta: le Alphafly ha nel mesopiede due piastre sovrapposte)
- L’uso di un’ulteriore piastra è ammesso solo per le scarpe con chiodate e solo per alloggiare la chiodatura. Su questa tipologia di scarpe l’intersuola non deve comunque superare i 30 mm.
In altre parole
Come ha spiegato il presidente di WA Sebastian Coe, il senso di queste nuove regole è quello di normare ragionevolmente un mezzo tecnico come le scarpe senza influenzare o frenare i risultati tecnologici raggiunti, specie quando sono già a disposizione del pubblico da tempo (ed è il caso delle Vaporfly). WA insomma interverrà solo quando sarà evidente che il vantaggio dato dalle nuove tecnologie avvantaggia troppo alcuni atleti a discapito di altri. L’assunto è che, essendo disponibili sul mercato, qualunque atleta può usarle (ok, fingiamo per un attimo che non siano vincolati da contratti che li obbligano a usare solo le scarpe che vengono loro fornite dai brand che li sponsorizzano).
È stata infine istituito un gruppo di lavoro che comprende membri della WA, consiglieri ed esperti e rappresentanti del settore produttivo delle scarpe da running per valutare congiuntamente l’ammissibilità o meno dell’uso di nuove tecnologie in futuro.
In conclusione
In poche parole: le Alphafly (almeno nella veste usata da Kipchoge a Vienna) non saranno ammesse, le Vaporfly invece sì.
Non si tratta però di una sentenza che favorisce direttamente Nike o almeno non come può sembrare. Di certo Nike ha sollevato indirettamente il problema ma ormai diversi produttori e suoi concorrenti stanno producendo scarpe con la stessa tecnologia. Quella che fa statisticamente correre più forte e che quindi, sempre statisticamente, potrebbe far correre tutti noi un po’ più forte. In un futuro molto prossimo.
(Photo: Nike)