Indoor is the new outdoor

Quando arriva dicembre lo sai anche tu che la stagione delle gare è praticamente conclusa. Il Black Friday è passato, il Cyber Monday pure e tu hai speso tutto in quel set di calzini fluo in lana merino (fichissimi, per carità) e hai deciso che per i regali di Natale farai un giro al negozio “Tutto a 1€ e più”.
Poi vedi che c’è una 30km sulla neve tra una quindicina di giorni e ti iscrivi per chiudere la stagione in bellezza (ricorda questa regola: per iscriversi alle gare c’è sempre un fondo cassa di emergenza, è un po’ come quando sei sazio ma il posto per il dolce lo trovi lo stesso).
Nel frattempo arriva Natale. La tua agenda è piena di “cena con Tizio” e “pranzo con Caio” già dal 12 del mese, giusto per allenare lo stomaco. Mangi, assai. Che mangiare è bello oh. E allora mangi. Ma poi corri più di quanto hai mangiato, finché non potrai andare di nuovo in montagna ti farai andare bene anche la strada, macini chilometri e ti dici che così fai la base per quando ricomincerà la stagione, quella vera.

A gennaio corri ancora molto ma dormi altrettanto (anche dormire è bello, quasi come mangiare).

A febbraio ti sei definitivamente rotto le scatole dell’asfalto, le montagne laggiù sono ancora piene di neve ma ti concedi un paio di escursioni con i ramponcini che ti hanno appena regalato (“sopralluoghi per i prossimi allenamenti” li chiami nella tua testa). Cominci a cercare un po’ di dislivello ovunque, alcuni amici vanno a fare un lungo al Parco di Monza e lì ti viene la malsana idea: e se corressimo sulla parabolica dell’autodromo? E poi quando la vedi non ci credi: un muro che finché non ci sei davanti non ti rendi davvero conto di quanto sia verticale. E vi divertite come dei ragazzini che quasi vi ci slogate tutte e dodici le caviglie su quel maledetto muro, che poi realizzi che era una boiata, ma quanto è stato bello?

La vecchia parabolica dell’Autodromo di Monza

E poi finalmente è marzo. E a marzo raga non si scherza un caxxo, non ci sono scuse. Si torna a correre in montagna tutti i weekend: finalmente.

Stacco.

Al dodicesimo giorno di quarantena ti rendi conto di quanto in fondo Milano non sia poi tanto diversa da Caronno Pertusella, anzi forse da là le montagne sembrano più vicine. Hai progettato una fantastica run-da-ballatoio per non perdere l’allenamento: un perfetto circuito di circa 90 metri x 4 piani che però è sfumato a causa di un numero smodato di stendipanni che l’avrebbero trasformato quasi in una OCR (ma nei prossimi giorni ci riprovo, promesso).
Ti hanno già cancellato le prime gare di trail della stagione (alle quali ti eri ovviamente iscritto, non ti ricordi nemmeno quando) e nel frattempo – quasi per ripicca – hai già messo “parteciperò” a tutti gli eventi da giugno in poi che abbiano il prefisso sky- o il suffisso -trail.
Sei pure in pari con tutti gli episodi di Fuorisoglia (non fare finta di non sapere cosa sia) e di Buckled (questo ti perdono se non sai cosa sia, ma un po’ ti invidio perché puoi andare a recuperare tutti gli episodi passati). Che ti resta?

E poi – completamente inattesa – alle 18.25 di questo quasi inutile venerdì, ti arriva una mail di Kilian (come Kilian chi, santa polenta, Kilian!). E in questa mail Kilian Jornet – ok forse non lui in persona, ma qualcuno che si spaccia per lui e io gli credo – ti dice che, date le circostanze che ci obbligano tutti in casa, rende disponibili gratuitamente (per una settimana) tutti e tre i film della serie Summit of My Life:
> Summit of My Life I – A Fine Line
> Summit of My Life II – Déjame vivir
> Summit of My Life III – Langtang

Tre documentari di circa un’ora ciascuno dedicati ad alcune delle sue migliori imprese. Li trovi tutti in HD su Vimeo, raggiungibili direttamente dal suo blog.

Almeno so cosa fare questo weekend (oltre a riordinare la dispensa e cucinare i muffin con fragole e cioccolato bianco), al prossimo ci penso poi.

(Cover photo © Kilian Jornet)

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