In questo periodo ci si lamenta di non poter fare sport all’aria aperta e di essere costretti a stare chiusi in casa. Fermo restando che siamo obbligati a farlo e per ottimi motivi, ci sono tanti altri tipi di allenamenti che si possono fare: ne proponiamo da qualche tempo un paio alla settimana a cura di Elisa Laffi e altrettanti ne trovi nelle nostre pagine.
Chi si è concentrato per forza di cose e necessità sugli allenamenti indoor (come il sottoscritto) si sarà reso conto di quanto fondamentale sia la respirazione. Quando si praticano esercizi che non si è abituati a fare normalmente si trascura la respirazione, come se non fosse poi molto importante. Dopo un po’ ci si accorge invece di quanto determinante sia per l’armonia dell’esercizio stesso e perché fa lavorare meglio il tuo corpo. Del resto come potrebbe essere altrimenti? L’ossigeno ci serve a bruciare energie e non potremmo svolgere alcuna attività respirando male. Se impariamo a farlo bene invece migliorano le nostre prestazioni e l’efficacia degli esercizi che facciamo. E migliora tutta la nostra vita, come racconta Mike Maric, campione mondiale di apnea nel 2004 e famoso Breathe Coach, professore e divulgatore e tecnico di apnea per Federica Pellegrini e Filippo Magnini, oltre che di tanti altri azzurri di nuoto.
Ora, soprattutto
Respirare bene serve a contenere e controllare l’ansia e mai come in questi giorni è importante farlo bene. Come dice Maric, “La fame d’aria è micidiale. Per questo la preparazione è fondamentale. Il dialogo interno è condizionato da due fattori: l’approccio al respiro, mediante il quale riesci ad acquietare la mente e il lavoro con la mente, cioè il tuo approccio mentale alla sfida e all’utilizzo delle tue risorse”. Siccome l’aria è un bene limitato, saperla usare bene attraverso la respirazione insegna a sfruttare bene le proprie risorse, fisiche e mentali.
Ti sarai accorto di quanto in questi giorni avere conoscenza dei tuoi limiti e sapere gestire la tua calma, la pazienza e il controllo ti sia stato d’aiuto per superare le altalene emotive o anche semplicemente la noia. Quante emozioni stai vivendo infatti? Paura, speranza, noia, rabbia, ansia, disperazione, sfiducia e poi ancora esaltazione e soddisfazione. Un intero arco emotivo che, nonostante l’attività fisica molto ridotta, ti lascia spossato.
Datti dei microobiettivi
Per questo Maric consiglia agli atleti che segue di seguire il loro istinto, senza stress. “Dobbiamo restare calmi e la cosa migliore è darsi dei microbiettivi. Da allenatore che lavora su alcuni aspetti delle preparazione ho previsto giorni alterni con esercizi diversi, in cui gli obiettivi sono di provare piacere nel fare allenamento e ritrovare quella sensazione di calore quando si fa sport. Senza entrare nel mood agonistico, ma solo lasciandosi andare“.
È il momento giusto per concentrarsi sulle sensazioni e il proprio stato emotivo, lasciando da parte quello fisico che, inevitabilmente ne risentirà. Torneremo ad allenarci come una volta con qualche kg in più e con qualche fatica ma di certo con una conoscenza più profonda di noi stessi e della nostra capacità di cogliere le sfide e di superarle.
L’importanza dei microobiettivi è anche motivata dalla necessità di darsi soddisfazioni più frequenti e quotidiane, dato che come tutti non sappiamo quando potremo riprendere ad allenarci con metodo e liberamente, quindi è impossibile fare programmi di lungo respiro.
Che fare?
Prima ci lamentavamo di non avere mai abbastanza tempo per fare tutto, ora ci lamentiamo di averne troppo. Per Maric questo è il momento giusto per usare la fantasia e rivedere la nostra vita e le nostre priorità da un punto di vista diverso e inedito.
“Non puoi permetterti di cadere nella noia o in cattive abitudini. Anzi si deve imparare a gestire ancora meglio il proprio tempo. Prima ci lamentavamo di non riuscire a fare tutto per i troppi impegni, adesso è ancora di più una sfida. La domanda quotidiana è: Che faccio? Penso sia il momento giusto per mettere le proprie competenze a disposizione di queste nuove sfide mentali. Senza andare in ansia e senza annoiarsi.”
Con una considerazione finale, presa in prestito da Niccolò Campriani, tiratore a segno italiano e vincitore di tre medaglie d’oro e una d’argento ai Giochi Olimpici: “I campioni non si riconoscono da quante gare vincono, ma da come si rialzano dopo una sconfitta”.
Anche questa è una battaglia da combattere: nel nostro piccolo è contro la noia, contro la sfiducia e il disorientamento di una situazione inedita e a tratti preoccupante. Ma come ogni crisi ci aiuterà a crescere più forti.
Respira. Inspira ed espira. Andiamo avanti.
(Grazie a Follow Your Passion per la condivisione)