Cos’è il gravel?

È vero, il caffè lo puoi bere anche con le mani, però le tazzine sono cosi comode che è difficile farne a meno.

Il gravel è uno dei temi più dibattuti degli ultimi anni: serve? non serve? costa troppo? è meglio la mtb front? è uguale al ciclocross? il gravel non esiste?

La risposta a questi interrogativi, ovviamente, è dentro di te, e forse è sbagliata, come diceva Guzzanti. 

Ad ogni modo, il dato di fatto è che l’arrivo delle bici gravel nel mercato ha cambiato molte cose, ha dato un’energica spinta alle vendite e riportato in sella molte persone che cercavano non solo un mezzo facile e adatto a loro, ma anche una community di persone non ossessionate dalla prestazione (e dalla pancia), espressione di un modo di intendere e vivere la bici che fino a qualche anno fa non aveva riferimenti. 

Quindi, tornando alla domanda fondamentale: cos’è il gravel?

La bici da gravel è un telaio con impostazione road, quindi con il manubrio da corsa, che però può ospitare ruote più larghe, anche da mtb, e ha una geometria più “rilassata”. 

In sostanza parliamo di un ibrido tra la classica bici da corsa e la mtb, una bici progettata per terreni diversi e per stare in sella molte ore. Rispetto ai modelli da ciclocross (una disciplina sportiva molto impegnativa, in cui si pedala in circuito su un terreno sterrato e spesso fangoso), i telai gravel sono più rilassanti e facili da guidare.

La bici da gravel è l’elogio della duttilità: ci puoi andare su asfalto, su sterrato, persino sui sentieri da mtb e, unita alle borse da bikepacking, è un perfetto mezzo per viaggiare veloce, senza preoccuparti troppo di come sarà la prossima strada che imboccherai.

Il gravel, da fenomeno di nicchia, è così diventato anche una tendenza concreta e diffusa, con eventi, brand iconici e persino con un codice estetico, a volte un po’ hipster.

Da un paio d’anni a questa parte tutti i principali brand hanno messo a catalogo vari modelli gravel, con ruote da 700 o da 27.5, che, in base dal diverso diametro, possono ospitare pneumatici più o meno larghi. 

Precursori del settore il brand americano Salsa e l’italianissimo 3T, la cui Exploro, bici in carbonio molto leggera e veloce, è presto diventata il parametro del mercato.

Acquistare una bici gravel significa poter avere in garage la famosa bici unica, con cui uscire il sabato mattina con gli amici stradisti, fare un percorso sterrato tra le colline la domenica e avventurarsi in un viaggio tra le foreste della Slovenia durante l’estate.

Non sarà mai la bici perfetta, ma ti regalerà quella preziosa sensazione di poter andare dove vuoi senza essere fuori posto e di poter pedalare per ore senza spezzarti la schiena.

Gravel, quindi, è sinonimo di libertà, ma anche di una filosofia sportiva dove per ora le gare non hanno fatto presa, tranne forse l’iconica Dirty Kanza negli Stati Uniti, e dove non conta l’andare forte, ma godere delle emozioni della bicicletta, guardarsi attorno, incontrare persone. 

Oggi il mercato offre modelli anche entry level a poco più di mille euro e, anche se con questi non vincerai la Granfondo del Prosecco, il divertimento è garantito.

 

(Photocredits: Nicola Damonte – 3T Jeroboam)

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