Gli effetti della diffusione del coronavirus si fanno sentire e a volte hanno manifestazioni quantomeno singolari. Pan Shancu è un cinese che sostiene di aver corso nel soggiorno di casa l’equivalente di una ultra di 66 km in sei ore e 41 minuti e di poterlo dimostrare (oltre che con il video che ha pubblicato) anche con i tracciamenti del suo GPS.
L’impresa che ha compiuto può suscitare ilarità o farlo scambiare per un pazzo ma il contesto in cui si è sviluppata è purtroppo drammatico ed è quello in cui vivono milioni di cittadini cinesi che sono stati invitati a non lasciare le proprie case per contenere la diffusione del virus ed evitare nuovi contagi. Allo stesso tempo però le autorità cinesi hanno invitato a non trascurare l’attività fisica in modo da mantenere il corpo efficiente e pronto a fronteggiare una crisi sanitaria. Molti cittadini si sono lanciati in sfide che prevedono le più svariate modalità per compiere movimento, tutte regolarmente indoor: c’è chi solleva pacchi di bottiglie di acqua, chi fa flessioni con i figli sulla schiena, chi si lancia in sfide all’arrampicata di scale condominiali.
Pan Shancu ha pensato di fare quello che ama fare: correre. Non potendo farlo all’aperto ha iniziato a girare ossessivamente per quasi sette ore nel soggiorno di casa, completando quindi la distanza di una ultramaratona.
È una testimonianza di certo estrema e un po’ alienante ma è anche significativa dei tempi correnti: sia nel senso delle crisi che la nostra società sta affrontando, sia in quello dell’amore per una disciplina che ti obbliga, come dice Shancu, “a correre perché se stai fermo per troppo poi ti prudono i piedi”.
Ne sappiamo qualcosa, no?