Asics Metaracer, e metti il turbo

Le Asics Metaracer non ti respingono, anzi: ti spingono, tantissimo

PAGELLA

Comodità
9
Estetica
9
Tomaia
9
Suola/intersuola
9,5
Peso percepito
9,5
Rapporto qualità/prezzo
9
Protezione
8,5

Quando guardi le Metaracer non puoi non notare quel nome sul fianco: non è il loro ma è quello di una città, Tokyo.

Le Metaracer sono state presentate ad aprile, nel pieno dell’emergenza Covid, almeno qui in Europa. Al tempo si stava ancora discutendo della possibilità di confermare le Olimpiadi di questa estate, anche se apparivano sempre più incerte. Poi si sa come è andata: tutto rinviato al 2021.

Quel nome celebrava la capitale che avrebbe dovuto accoglierle e che le accoglierà, ma con un anno di ritardo. Anche il colore stesso delle Metaracer era un chiaro tributo al Sol Levante: simbolo di speranza e fiducia nel futuro. Delle quali abbiamo molto bisogno negli ultimi tempi.

Le Olimpiadi sono state rinviate ma non l’uscita di queste scarpe, che abbiamo ricevuto e quindi provato.

Un bolide

Dal momento in cui le prendi in mano e le soppesi capisci che queste non sono scarpe da running comunissime: hanno una leggerezza estrema e una flessione dell’intersuola molto particolare. La sua mescola poi ha un colore bianco-giallo chiarissimo che la fa assomigliare a un prototipo e ha uno spessore molto contenuto. La tomaia è in un mesh molto traspirante e altrettanto leggero. Sono scarpe fatte per correre e anche molto veloce, lo capisci subito. C’è tutto ma nella sola e unica misura possibile per fare tempi da paura: il limite è quello dell’efficienza e del contenimento delle masse, l’obiettivo è l’economia più totale dei materiali. Niente deve essere di troppo, niente deve essere sprecato.

È la logica con cui si costruiscono le macchine da gara: via ciò che non serve, ottimizzazione massima di ciò che resta.

Ma il segreto delle Metaracer è sia in ciò che si vede che in ciò che è nascosto. Più precisamente nello spessore dell’intersuola dove è contenuta una piastra in fibra di carbonio che pone questo modello di Asics alla pari di modelli simili di adidas, Brooks, New Balance, Nike e Saucony. La discussa soluzione tecnica da molti contestata e poi alla fine accettata dalla World Athletics è l’arma che Asics ha sviluppato per competere sul campo della maratona con gli altri colossi del running. Non è giusto però dire che una soluzione vale l’altra: ogni brand ha una sua interpretazione della tecnologia del carbonio e ogni scarpa ha comportamenti diversi.

C’è ma non si sente

Chi ha provato a camminare con le Nike AlphaFly sa che la piastra “si sente” mentre queste Asics hanno un comportamento piuttosto neutro alle basse velocità: non si avverte nessuna reazione meccanica particolare se non una strana sensazione. Vediamo se riesco a spiegarla: le Metaracer – lo dice anche il nome – sono scarpe da gara: hanno poco spessore e materiale, sono leggere, sono iperreattive. Scarpe del genere sono di una secchezza unica: quello che gli scarichi addosso te lo restituiscono con gli interessi. Eppure quando ci corri le senti: senti la strada, senti di avere poco addosso, senti la leggerezza ed essenzialità di ciò che avvolge i tuoi piedi.

Le Metaracer invece sono secche e reattive ma sorprendentemente morbide e comode. Puoi usarle a velocità basse e medie e trovarle esattamente comode come una scarpa molto più ammortizzata. E poi accelerare e partire come un missile.

Se ogni scarpa con piastra di carbonio ha un comportamento individuale e unico, quello delle Metaracer si traduce in una reattività morbida ai bassi regimi e in una spinta molto fluida ed elevate agli alti.

Il paragone più immediato che mi viene in mente è il turbo: se ne sta buono quando fai girare poco il motore ma quando acceleri entra in funzione e booom.

Questo comportamento le rende delle scarpe incredibilmente versatili, pur se Asics le descrive come indicate per la gara e per fisici molto allenati. Di certo non sono adatte a chi è in soprappeso o poco allenato e che dovrebbe quindi usare scarpe con più protezione per le medie e lunghe distanze. Eppure non le si può nemmeno definire troppo scarne e tirate per chi è abituato ad avere molto supporto mentre corre. Perché lo sanno dare, eccome.

Ecco, ho capito alla fine come funziona il carbonio nelle Metaracer: alle basse velocità le rende delle tranquille scarpe da corse rilassate, mentre alle alte velocità le trasforma in piccoli missili. E per chi ha gambe e cuore per coprire quei 42.000 e passa metri saranno le compagne ideali. Per ora ai piedi di chi riesce a conquistarle dato che sono state distribuite in numero contenuto e un domani a Tokyo. Fra un anno, splendete nei colori di quell’Oriente di cui portate il colore addosso.

Le Asics Metaracer sono disponibili (in numero limitato) nei negozi aspecializzati e sul sito Asics al prezzo di 200 euro.

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