Nella vita di tutti noi ci sono delle costanti inevitabili. Non parlo delle tasse o della morte – almeno non in questa occasione: parlo delle stagioni e del loro susseguirsi. Non è una sorpresa che dopo l’inverno venga la primavera e poi l’estate e infine l’autunno. Non è quindi nemmeno una sorpresa che dopo le piacevoli temperature della primavera arrivino quelle più intollerabili e calde dell’estate. Eppure gli allenamenti non si fermano e la voglia di correre non è stagionale. Si continua a farlo, cambiando orari e abitudini e accorgimenti, bevendo di più, coprendosi la testa ecc. ma si continua a correre.
Non tutto il male viene per nuocere
Se continui ad allenarti anche d’estate, sappi che la sofferenza che stai provando verrà ripagata.
Di che sofferenza parlo? Cosa significa correre con il caldo è presto detto: te ne puoi accorgere facilmente misurando le tue prestazioni medie e confrontandole con quelle che ottieni con il caldo. Ti accorgerai che l’affanno e il carico di lavoro in più necessari per far lavorare sotto sforzo il tuo corpo in condizioni ambientali più faticose diminuiscono le tue performance medie fino al 20%. In altre parole, per mantenere i tuoi ritmi invernali o primaverili devi fare fino al 20% di fatica in più. Oppure, cosa più probabile, a parità di sforzo, con il caldo corri più lentamente anche del 20%.
Eppure anche un allenamento del genere ha i suoi lati positivi: più abitui il corpo a lavorare in condizioni difficili o anche estreme, più alzi la sua tolleranza media allo sforzo. In altri termini, spostando l’asticella della resistenza in alto, migliori la tua capacità media di sopportare certi sforzi, anche pesanti.
Vedila così: esattamente come le ripetute servono ad aumentare in maniera controllata la capacità del cuore di sopportare sforzi esplosivi e impennate di lavoro, l’allenamento al caldo abitua il tuo fisico a operare in condizioni più faticose. Si può dire che il caldo è come un ciclo di ripetute “ambientali”.
Come affrontarlo?
Qualche consiglio, prima di tutto
Se cambiano le condizioni esterne, devono cambiare anche le modalità con cui ti alleni. Innanzitutto devi idratarti più frequentemente, sia prima che dopo e soprattutto durante l’allenamento. La regola d’oro richiede di portarsi qualcosa da bere oppure di scegliere percorsi in cui sai esserci fontanelle pubbliche.
È anche opportuno scegliere orari in cui la temperatura sia più mite, evitando le ore più soleggiate.
Sopravvive chi si adatta
La buona notizia è che, entro certi limiti, il corpo si adatta alle condizioni ambientali mutate. Normalmente entro la prima settimana di allenamento al caldo arriverai a trovare le mutate condizioni *quasi* normali. Ciò non significa che sarà come correre in inverno o con una temperatura mite ma, quantomeno, troverai progressivamente sempre più tollerabili le temperature.
Dicevamo che il caldo è una specie di ripetuta ambientale: i suoi benefici si manifestano anche e soprattutto perché aumentano le prestazioni (perché trovi che condizioni più estreme sono sempre più gestibili, a patto di allenarti) o permettono dopo un po’ di tempo di mantenere le capacità medie ottenute in condizioni di temperatura normali.
La ricerca ha stabilito che chi si è allenato con il caldo sperimenta aumenti di prestazione in autunno parti al 10% in più. In altre parole, allenandoti in situazioni più o meno estreme puoi ottenere un significativo incremento delle tue prestazioni.
Questo sforzo ti sarà utile
Continuare ad allenarti anche con il caldo e stando attento alle condizioni di sicurezza, ti permette insomma di elevare le prestazioni medie: il corpo infatti inizialmente si adegua e poi migliora la propria resistenza. Ecco perché l’allenamento al caldo può essere visto in maniera più estesa come uno dei migliori allenamento in previsione dell’autunno.
Quando correre ti sembrerà molto più facile di un anno o più fa, quando d’estate non correvi per il caldo, non sapendo che anche quello avrebbe potuto avere una sua utilità.