Allenare la resistenza emotiva

Dopo aver parlato di come allenare il corpo in questi tempi eccezionali è il momento di lavorare sull'aspetto emotivo

Ti abbiamo sempre parlato di come allenare le resistenza fisica ma è giunto il momento di parlare di come allenare quella emotiva. In questo periodo poi (una delle frasi ripetute più spesso ultimamente, e me ne scuso ma oh, va così) abbiamo capito che anche senza la corsa possiamo allenare il fisico. Oppure abbiamo imparato ad amare il tapis che abbiamo sempre usato solo per le giornate di neve o pioggia. Insomma: siamo stati bravi a prenderci cura del nostro corpo mangiando bene, riposandoci e spaccandoci di allenamenti indoor. Eppure.

La testa

Hai osservato anche tu una certa stanchezza emotiva in questo periodo? Una certa demotivazione? In fondo hai fatto gran parte di quello che ti era stato consigliato di fare: hai fatto cose utili, ne hai imparate di nuove, hai fatto il pane, hai letto, hai fatto visite virtuali a musei, ti sei adeguato a nuove modalità di lavoro. Ce l’hai messa tutta, eppure dov’è la ricompensa? Perché a volte ti senti esausto? Nemmeno l’attività fisica è più uno sfogo sufficiente, anche perché non è comunque paragonabile a una bella corsa all’aria aperta.

Il problema (e anche la soluzione) è nella tua testa. Non è fingendo che sia tutto normale che potrai superarla, non è rispondendo con le solite armi che sconfiggerai questo nemico. I medici dicono che è un po’ come prendersi una malattia: nei momenti in cui sei sano puoi reagire con un certo controllo allo stress emotivo. Ora siamo un po’ tutti “malati” (detto con rispetto di chi lo è davvero, e di cosa lo sappiamo benissimo – parliamo di una malattia diversa) e dobbiamo comporci come tali. Facendo così.

1. Lasciati attraversare dalle emozioni

Ne stai provando tantissime in questi giorni: rabbia, preoccupazione, paura, sconforto e chi più ne ha, più ne metta. Nelle prime fasi di una malattia si può sviluppare una febbre molto forte: non puoi farci niente, puoi abbassarla con qualche medicina ma devi lasciarla sfogare. Riconosci queste emozioni e fatti attraversare da loro, lasciale sfogare.

2. Sfogati

I malati si lamentano, no? Non tutti, d’accordo, ma la sofferenza ha anche manifestazioni fisiche e visibili. Vivi in tempi di privazione e difficoltà: a volte lasciarsi andare e urlare (insonorizzandoti con un cuscino magari) può funzionare come sfogo salutare. Da qualche parte certe frustrazioni devono uscire ed è importante riconoscerle e non tenerle sotto controllo minimizzandole con altri rimedi (farmaci, alcol ecc.). Sfogati, perché comprimenti e darti un contegno sempre può essere peggio.

3. Sii lucido

Collegandoci al punto precedente, essere lucidi (e non annebbiati per non sentire certe emozioni) aiuta a riconoscerle e a dare loro una giusta dimensione, chiamandole con il loro nome.

4. È normale

Non stai reagendo male a una situazione normale, ma stai reagendo proporzionalmente a una situazione straordinaria. Quello che riuscivi a contenere e controllare mesi fa è ora moltiplicato per 100 volte e nessuno ha mai visto niente del genere. Se ti senti sconfortato o perso non è per la tua incapacità di gestire una situazione ma è perché la situazione è davvero gigantesca.

5. Sii gentile

Ho ripensato a questo atteggiamento ricordandomi cosa si dice delle persone resilienti: che hanno un senso della comunità, che sanno esserle utile. Riconosci negli altri il buono che hanno, se devi fare un complimento fallo, ringrazia sempre. Fai capire che, in mezzo alle preoccupazioni, riesci sempre a “vedere” le altre persone e a essere riconoscente per quello di buono che fanno. È un atteggiamento che ti ritorna positivamente indietro: ti fa sentire utile perché hai fatto star bene una persona e ti fa capire di essere stato capace di fare qualcosa di buono.

Non sei tu strano, è la realtà a essere fuori asse

La constatazione della particolarità di questi tempi non deve ovviamente giustificare qualsiasi bizzarro comportamento e deve farti sentire più a tuo agio quando ti senti giù e demotivato: l’unico esercizio al quale ci si deve allenare è quello di avere pazienza. Riconoscere le emozioni, accettarle, lasciarle fluire, reagire, essere gentili e riconoscere e vedere gli altri. Mantenere un contatto, sentirsi una parte di qualcosa di più grande che non sta meglio di noi.

È la prima volta che tutti ci sentiamo così, e alcuni si sentono pure molto peggio perché hanno perso qualche caro o hanno altre preoccupazioni. Siamo umani e spesso ce lo dimentichiamo. Anche i supereroi a volte hanno momenti così, più o meno lunghi. E se ci fai caso se ne tirano sempre fuori essendo ancora più umani: accettando le emozioni, fino a ritrovare il contatto con gli altri e la riconoscenza per quello che di buono sappiamo fare a volte, in maniera disinteressata e altruista.

(Photo by JC Gellidon on Unsplash)

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