Quanto spesso ti sei sentito dire di seguire la tua passione perché solo in questo modo avresti realizzato i tuoi sogni e trovato la soddisfazione personale?
Ora non sono più tanto sicuri che seguire la propria passione sia una buona idea, o almeno non sempre. Forse la questione è stata sempre impostata male: la seconda parte (e conclusione) di “segui la tua passione” è sempre stato “e realizzerai i tuoi sogni”. Quindi si è sempre inteso che perseguire ciò che ci anima come condizione motivazionale avrebbe prodotto sicuramente risultati.
Eppure l’esito di questa operazione psicologica non è affatto scontato: si possono seguire le proprie passioni e non arrivare a realizzarci proprio niente. È indubbio che gran parte dei successi commerciali, sportivi, sociali siano sempre stati alimentati da una forte passione ma avere solo quella non basta a produrre un risultato certo. Servono l’esecuzione perfetta e servono certe condizioni ambientali che sono al di fuori del nostro controllo. Altre volte serve una dose di fortuna che, anche se non si crede al caso, è una particolare e propizia concatenazione di eventi positivi.
I frustrati della passione
Quanti però hanno speso ore, giorni, anni seguendo un personale passione senza ottenere risultati paragonabili agli sforzi? È difficile stabilire di chi sia la responsabilità in questo caso: di chi ha diffuso un messaggio del genere o di chi c’ha creduto? Non ha importanza. Ciò che importa è che un altro aspetto nascosto del motto “segui la tua passione” è che non dice che le condizioni ambientali entrano nell’equazione. Se la passione è un fatto che moltiplicato per l’impegno produce un risultato, bisogna considerare le variabili del caso, degli imprevisti e di molto altro. Tutto ciò che è al di fuori del nostro controllo entra nell’operazione e il suo peso potrebbe sovvertire il risultato.
Però, la passione
Ci sono poi passioni più personali e intime, come quelle della corsa. In genere non si sviluppano in un’età che permette di ambire a risultati di particolare rilievo. L’endurance è una disciplina che richiede una predisposizione mentale che difficilmente ha un giovane.
Capita spesso insomma che chi si appassiona alla corsa lo faccia a una certa età e possa non considerare le variabili ambientali, o almeno alcune: è quali impossibile che abbia successi di rilievo, pochissimi ci riescono. Quindi nella corsa – e in pochissimi altri ambiti – è vera la formula che ti spinge a seguire la tua passione. Il risultato sarà molto più personale e non economico, sportivo e sociale ma non per questo sarà meno soddisfacente. Non si corre per quello ma si corre per un tipo di passione più pura: quella per sé stessi, per lo stare bene, per il prendersi cura del proprio corpo.
Le altre passioni che si seguono, specialmente quelle che ci animano da giovani, sono tanto più motivanti quanto più hanno un riflesso sul mondo. Se ci permettono di avere successo economico o mediatico o quel che si vuole allora la motivazione che generano si autoalimenta. Se questo non succede diventano frustrazioni. Ma la passione per la corsa è più personale e produce risultati solo a livello intimo e personale. Per questo tanti condividono sui social i loro allenamenti: vogliono un riscontro visibile di quanto sono stati capaci di fare. Non gli varrà nessuna medaglia ma è una conferma della bontà della loro passione.
(Photo by Sharon McCutcheon on Unsplash)